In risposta al recente rogo del Corano avvenuto in Svezia, il parlamentare europeo di Fratelli D’Italia, Vincenzo Sofo, ha espresso la sua posizione, sottolineando che tale gesto non rappresenta un atto identitario e non contribuirà a risollevare la civiltà europea. Invece, avverte che questa azione avrà l’effetto contrario, alimentando lo scontro di civiltà e indebolendo l’Europa che non deve negare l’identità e la spiritualità.
Sofo afferma: “Bruciare il Corano davanti a una moschea NON È un atto identitario e non servirà a risollevare la civiltà europea. Servirà solo a fare sempre più dell’Europa un simbolo del rigetto di ciò che è identità e spiritualità (a partire dal cristianesimo) in nome del laicismo e del materialismo.”
Il parlamentare europeo mette in evidenza come questa azione distrugga ogni possibile punto di incontro con le culture che si trovano al di là del Mediterraneo, culture che sono sempre più presenti in Europa e con le quali è inevitabile dover interagire.
Sottolinea come tale gesto aumenti il solco che alimenta lo scontro di civiltà, portando opportunità per potenze straniere di inserirsi in questa dinamica e presentarsi come difensori delle comunità musulmane presenti in Europa, sfruttando questo ruolo per aumentare la propria influenza negli affari europei.
Sofo osserva che, a differenza dei paesi europei che spesso non si schierano a difesa dei cristiani nel mondo, Turchia e Marocco si sono immediatamente schierati a difesa dei musulmani presenti in Europa. Questo fenomeno, secondo lui, evidenzia come bruciare simboli identitari degli altri non sia la soluzione per risollevare l’Europa, ma piuttosto l’amore, la valorizzazione e la difesa dei simboli identitari che appartengono alla civiltà europea.
Le dichiarazioni di Vincenzo Sofo richiamano l’attenzione sulla necessità di costruire un dialogo costruttivo tra le diverse fedi presenti in Europa, evitando azioni divisive che alimentano lo scontro. Allo stesso tempo, sollecitano una riflessione sull’importanza di valorizzare l’identità europea, senza però negare o ostacolare la presenza di altre tradizioni culturali all’interno del continente.