David Miller è un nome noto nel mondo accademico. Autore, accademico, e sociologo specializzato nell’analisi del potere e della propaganda, si occupa principalmente del modo in cui stati e aziende si adoperano per proteggere i propri interessi attraverso il lobbying. Inoltre, è co-direttore di Spin Watch, il principale organismo di controllo del lobbying nel Regno Unito, che ha fondato insieme ad altri accademici preoccupati per la tutela dell’interesse pubblico.
Miller, sostenitore della lotta contro il sionismo, ha recentemente affrontato una serie di sfide che hanno portato al suo licenziamento dall’Università di Bristol, dove ricopriva la posizione di professore di sociologia politica. Questo licenziamento è stato il risultato di una lunga campagna di intimidazioni da parte della lobby sionista in Gran Bretagna.
L’università ha giustificato il licenziamento affermando che Miller non rispettava gli standard di comportamento richiesti al personale. Tuttavia, gruppi filo-israeliani hanno cercato di zittirlo per oltre un decennio. Tutto è iniziato quando Miller contribuì ad un caso fornendo prove concrete a favore di un leader palestinese che la lobby israeliana volle bandire dal Regno Unito.
Le accuse e i reclami contro Miller presso l’Università di Bristol iniziarono nell’aprile 2019, poco dopo il suo ingresso nell’istituzione. Le controversie sono scaturite dopo una sua lezione sull’islamofobia, in cui affrontò brevemente anche il tema dell’islamofobia sionista. La Community Security Trust (CST), un gruppo di lobby filo-israeliano, presentò un reclamo, ma questo fu respinto perché il CST non rappresenta gli studenti. Di conseguenza, il gruppo di lobby incoraggiò il presidente dell’Unione degli Studenti Ebrei di Londra a presentare una denuncia.
Nonostante un’indagine durata 18 mesi, le accuse furono respinte e dichiarate completamente infondate e senza basi per ulteriori azioni disciplinari. Tuttavia, nel febbraio 2021, l’Università di Bristol avvia una seconda indagine nei confronti di Miller, suscitando isteria nei media, in particolare da parte del Jewish Chronicle, riguardo ai commenti fatti dal professore sugli attivisti studenteschi sionisti sul campus, molti dei quali legati al governo israeliano.
Per una seconda volta viene concluso che i commenti di Miller erano leciti e non antisemiti ma l’Università di Bristol trova comunque un pretesto per licenziarlo, cedendo alla pressione degli attivisti sionisti. Questo evento è stato un vero e proprio scandalo e Miller sta attualmente contestando il suo licenziamento presso un tribunale del lavoro.
Una censura senza precedenti
Questa vicenda non riguarda solo David Miller, ma interessa chiunque si preoccupi della libertà di espressione e dell’autonomia accademica. Non esiste, almeno fino ad oggi, un precedente di licenziamento di un professore in una università britannica per commenti espressi al di fuori del luogo di lavoro, il che potrebbe avere un effetto intimidatorio su molti accademici in tutto il Regno Unito.
Questa situazione è rilevante anche per chiunque si interessi dell’apartheid attuato dai sionisti contro i palestinesi e per chiunque combatta il razzismo, l’islamofobia e l’antisemitismo. Miller ha dimostrato con le sue ricerche basate su evidenze che i gruppi di lobby sionisti hanno de facto finanziato e promosso l’islamofobia, ed è stato oggetto di una feroce campagna di censura di conseguenza.
Egli però non è l’unico ad essere entrato nel mirino della lobby sionista. Negli anni passati, sono stati attaccati anche Jeremy Corbyn e gli alleati del Partito Laburista che sostengono la causa palestinese, con particolare attenzione ai musulmani e agli anti-sionisti.
Il movimento sionista ha tentato di rovesciare il significato stesso dell’antirazzismo. Il sionismo è per sua natura un’ideologia razzista colonialista e suprematista che agisce come fondamento ideologico dell’oppressione e dell’apartheid nella Palestina occupata. Tuttavia, tentativi sono stati compiuti da parte della macchina sionista per invertire il significato del termine razzismo, facendo credere alle masse che i veri razzisti siano contro il razzismo e viceversa.
Questa vicenda è importante perché non riguarda solo David Miller ma tutti. La lotta contro l’apartheid necessita oggi più che mai di una resistenza determinata da parte di un movimento crescente di studenti, accademici e attivisti che già si sta formando. Il messaggio deve essere chiaro: combattere l’estremismo sionista e la censura accademica.
La raccolta fondi per supportare David Miller punta ad ottenere 35.000 sterline (attualmente ha raggiunto 19.000 sterline) per supportare Miller a contestare il licenziamento, denunciare la diffamazione subita, e creare contenuti educativi per sensibilizzare sulla censura accademica. Per supportare Miller è possibile visitare www.fightingfund.org/supportmiller.