La cosiddetta “ipotesi delle somiglianze di genere” di Hyde nasce da una metanalisi della letteratura che ha avuto una grande influenza nella prima decade del secondo millennio. In sostanza secondo questo autore i due generi sono simili nella maggior parte dei loro aspetti psicologici. Dall’altro lato la psicologia evolutiva ritiene che ci siano invece delle grandi differenze psicologiche tra i due sessi e che le ragioni di queste vadano ricercate nei meccanismi di adattamento evolutivo.
Marco Del Giudice dell’Università di Torino nel 2012 si è preso la briga di trovare un metodo attendibile per misurare empiricamente queste differenze e conclude: “crediamo di aver chiarito che la vera portata delle differenze di sesso nella personalità umana è stata costantemente sottovalutata”.
Insomma la scienza sembra ondivaga su questo tema, la stessa scienza che nei secoli scorsi proclamava la superiorità dell’uomo sulla donna in ragione delle maggiori dimensioni del cervello del primo e che oggi invece si affanna a misurare la quantità dei neurotrasmettitori prevalenti nell’uno o nell’altro sesso per poi trarne conclusioni per nulla definitive. In mancanza di un appoggio teoretico sicuro fonderemo la nostra breve disamina sul nostro argomento su dati clinici, empirici, pratici.
Il matrimonio islamico
Quella islamica è una religione che promuove il naturale sviluppo dell’uomo, le cui regole rispettano la naturale fisiologia dell’uomo e della donna, procedendo dalla naturale predisposizione di ciascun sesso a determinati ruoli e modalità, tenendo conto di un dato contesto.
Conoscere le naturali predisposizioni in termini non solo fisici ma anche psichici dei due sessi, consente di capire razionalmente il perché delle modalità del matrimonio islamico. È intuitivo che il rispetto della fisiologica attitudine naturale di ciascun individuo costituisce il presupposto principe per una vita equilibrata e per la realizzazione degli scopi più elevati dell’esistenza ovvero per una vita spirituale realizzata.
La negazione dell’esistenza di due ben determinati sessi da parte di alcune recenti ideologie, non solamente nega l’evidenza più basilare e la logica più semplice e poggia su presupposti teorici del tutto inconsistenti, ma fa parte di una sorta di psicopatologia di massa foriera di grave nocumento per la salute fisica, psichica e spirituale dell’essere umano.
Non riconoscere la specificità dei due sessi è un problema anche pedagogico
L’inevitabile conseguenza della promiscuità tra i due sessi nella quale cresciamo i nostri figli, fa sì che non sia infrequente che i giovani non distinguano l’opportuno diverso comportamento da tenere con ciascuno dei due sessi. Lo spintone dato tra compagni fa parte di un “linguaggio” normale tra maschi ma non affatto innocuo tra femmine. Una adolescente spintonata dal compagno più spesso rimane ferita dentro di sé ma deve “tenere botta” perché tutto ciò per ragioni culturali è ormai normale e irrifiutabile.
D’altra parte anche il maschio può subire il danno di questa mentalità: essere semplicemente amici al fianco di una compagna di cui si subisce il fascino, pretendendo di convivere con questa spinta naturale come se nulla fosse, perché si può e quindi si deve essere solo amici è qualcosa che nessun uomo del passato avrebbe mai accettato. Oggi esiste un neologismo per indicare questa triste condizione, si dice essere “friendzonati”.
Non bisogna però pensare che queste siano cose piccole o marginali. La violenza sulle donne inizia con l’ignoranza di come esse vadano trattate, e di come vada rispettata la loro natura profonda. Un’ ignoranza coltivata prima di tutto dalla moderna mentalità femminile che nonostante decenni di lotte sociali sembra ancora non aver capito che l’adolescente che accetta come normale lo spintone di oggi, prepara la donna di domani, che subisce qualcosa di più grave e allo stesso tempo prepara anche l’uomo ignorante riguardo alla natura della donna, incapace di un comportamento adeguato con l’altro sesso.
Solo chi se ne occupa sa quanti sono i giovani confusi che subiscono il danno secondario al microtrauma continuo della frustrazione legata ad una crescita promiscua tra i due sessi.
La differenza tra orgasmo maschile e femminile come paradigma della differenza tra uomo e donna.
La differenza tra la psicologia dei due sessi può trovare il proprio esempio paradigmatico nella differenza tra l’orgasmo femminile e quello maschile. Mentre l’uomo si eccita primariamente tramite stimoli fisici, cioè tramite la vista il tatto e l’olfatto, la donna viene stimolata principalmente tramite stimoli mentali. Per questo l’uomo ama guardare le donne mentre per conquistare una donna non basta un uomo mezzo nudo, ma può essere molto efficace ad esempio una parola gentile, dolce o anche comunicare in modo più sottile, trasmettendo un senso di sicurezza o di forza.
Per lo stesso motivo l’eccitazione dell’uomo è più facile perché avviene su un piano fisico, mentre quella della donna avviene in un ambito più profondo e necessita di determinate premesse emotive, psicologiche ed ambientali.
In effetti mentre, ad esempio, non è difficile per un uomo prepararsi all’accoppiamento in qualsiasi situazione, per la donna una situazione non congeniale o una preoccupazione preclude di entrare in una modalità adatta all’atto sessuale.
Anche in questo ambito l’ignoranza delle più differenze fisiologiche più elementari tra uomo e donna provoca non pochi danni. Nessuno insegna nelle scuole l’importanza della lubrificazione femminile e il suo significato, e questo non dovrebbe essere insegnato solo agli uomini ma anche e soprattutto alle donne che a causa di questa ignoranza subiscono spesso l’atto sessuale come esperienza traumatica con tutto ciò che ne consegue.
La commercializzazione di gel lubrificanti per l’atto sessuale ad uso delle donne è la testimonianza più eclatante di una mentalità superficiale prima ancora che ignorante.
Nella pratica clinica si incontrano molte donne, anche con un livello di istruzione universitario, che sanno cosa sia un orgasmo per ignoranza in materia e in quanto non lo hanno mai provato, queste donne sono pertanto convinte che il piacere superficiale che provano sia l’orgasmo. Questo dice molto sul livello di analfabetismo sessuale esistente.
Le basi fisiologiche della poliginia
La natura più mentale della donna rispetto a quella dell’uomo nel rapporto di coppia rende ragione del perché il rapporto d’amore per essa sia più totalizzante. Una donna presa da un uomo ne diviene legata in modo totalizzante ed esclusivo. Questa caratteristica è sicuramente meno pronunciata nell’uomo il quale può vivere in modo armonico un legame affettivo contemporaneamente con più donne.
Il dato clinico ci conferma che mentre la poliginia è vissuta in modo sintonico al contrario non lo è la poliandria, la quale non riesce ad essere presa mentalmente da più uomini contemporaneamente pena un certo numero di gravi disturbi sia fisici che psichici. La poliandria quindi non è affatto connaturata alla donna mentre è più facile la poliginia per l’uomo che ne asseconda e regola la naturale attitudine.
Liberarsi dai pregiudizi
Al di là della levata di scudi che queste argomentazioni susciteranno, è necessario capire che una società fondata su regole che non assecondano la naturale fisiologia dell’uomo e della donna rende l’essere umano malato ed è destinata ad essere una società ipocrita.
In effetti, la nostra società pratica la poliginia in mille modi, in tutti rendendo la donna oggetto, come nel caso della prostituzione o come quando la donna viene relegata al ruolo di amante, ma nonostante questo la nostra società non accetta che la poligamia sia legalizzata.
A rendere la cosa ancora più incongrua è come questa resistenza avvenga da parte di una società che è arrivata a sdoganare rapporti sessuali interpersonali di qualsiasi tipo contro qualsiasi buonsenso, prima ancora che negando qualsiasi base biologica e fisiologica.
Il matrimonio islamico è l’unico che poggia su basi fisiologiche che rispettano la natura dell’uomo e della donna e contribuisce a mantenere l’essere umano sano e la società equilibrata oltre a combattere la mercificazione della donna.