Intelligenza Artificiale ed una nuova idea di medicina

Dna. Original public domain image from Wikimedia Commons

UNA NOTIZIA DI CRONACA INTERESSANTE

Spesso i fatti di cronaca trascendono se stessi rivelandosi indizi di questioni più generali, ma non sempre si riesce maturare tutte le considerazioni che procedono da essi. Nonostante il discreto eco mediatico suscitato dalla notizia apparsa l’11 settembre scorso sulla rivista on line “Today”, ci pare che questo fatto di cronaca meriti una maggiore attenzione e una certa riflessione.

Sapevamo che prima o poi sarebbe accaduto, ma nonostante ne siamo tutti consapevoli, la velocità con cui l’Intelligenza Artificiale (da ora in poi A.I.) sta cambiando il nostro mondo ancora ci coglie impreparati.

Il fatto in breve riguarda una donna statunitense madre di un figlio di pochi anni affetto da una sindrome dolorosa cronica all’inizio inspiegabile. Nonostante la donna avesse consultato numerosi specialisti, ben 17, non era riuscita trovare qualcosa che potesse recare sollievo al bambino. La stessa mamma, messa alle strette, ha pensato di sottoporre il proprio caso a Chat-GPT, il più popolare strumento di A.I. disponibile online, trascrivendovi i dati delle cartelle cliniche del minore e chiedendo di fare una possibile diagnosi.

La risposta della macchina è apparsa da subito coerente e sensata e successivamente si è rivelata esatta ed ha portato alla risoluzione chirurgica del problema fino ad allora e per un lungo periodo di tempo rimasto misterioso nonostante i numerosi specialisti consultati.

LIMITI DELLA MODERNA MEDICINA

La prima considerazione che appare d’obbligo riguarda l’inadeguatezza del nostro sistema medico attuale. Nello specifico l’incapacità non è stata dovuta a un limite teorico, cioè delle conoscenze disponibili, perché l’entità nosologica, ovvero la patologia di cui era affetto il bambino, è ben descritta e nota. Risulta evidente invece come l’eccessiva specializzazione nelle discipline mediche porti a delle crepe nella possibilità di individuare determinate diagnosi e spiega perché oggi giorno rivolgersi allo specialista giusto per il proprio problema sia spesso l’ostacolo maggiore. Non sempre i sintomi più evidenti guidano in modo esplicito verso il giusto percorso diagnostico, cosa questa che rende difficile la vita anche al medico, oramai chiuso sempre di più nel vicolo cieco della tecnica ed incapace di una diagnosi che esuli dal proprio stretto ambito di competenza.

Già da questa prima considerazione si potrebbe essere indotti a salutare l’arrivo dell’intelligenza artificiale in ambito medico come particolarmente utile e tempestivo. Vista l’attuale attitudine della medicina è verosimile che da oggi in poi converrà consultare chat-gpt per farci indicare alla bisogna lo specialista che fa al caso nostro prima di iniziare una spesso inutile e frustrante passerella di specialisti. Si profila a brevissimo termine una realtà dove il medico si ritaglia ogni giorno di più il ruolo di tecnico, assecondando quindi questa già poderosa spinta verso l’iperspecializzazione. Resta da però da chiedersi su chi ricadrà la responsabilità dell’atto medico visto che esso sarà sempre meno imputabile agli operatori sanitari degradati a operatori d’ordine. È verosimile che la responsabilità ricadrà sempre di più sul paziente, il quale in caso di errore potrà essere equiparato al cliente che ha fatto un incauto acquisto.

VANTAGGI E POSSIBILI LIMITI DELL’UTILIZZO DELLA A.I. IN MEDICINA

D’altra parte le potenzialità della I.A in medicina sono enormi e questo piccolo caso lo dimostra chiaramente. Bisogna tener conto che siamo solo all’inizio di un era caratterizzata dall’utilizzo dell’I.A. in tutti i campi delle attività umane, l’utilità non sarà solamente in termini individuali ma anche collettivi specie nel campo della ricerca. Quando la gran massa di dati che continuamente accumuliamo e che proprio per il loro altissimo numero non sappiamo decifrare, sarà sottoposto al vaglio dell’I.A., potremmo avere, anzi avremmo di certo, delle scoperte sorprendenti in tutti i campi della medicina. Per non parlare nel campo della clinica, delle interpretazione degli esami strumentali e di laboratorio, nell’esecuzione delle procedure mediche più varie di tipo chirurgico e nella appropriata esecuzione dei protocolli di medicina di emergenza, solo per indicare alcuni possibili ambiti.

Ciò che è accaduto in questo fatto di cronaca, cosi come tutti gli ambiti in cui possiamo immaginare l’applicazione della I.A., ha mostrato come l’intelligenza artificiale sia adatta a risolvere problemi clinici di tipo meccanicistico, cioè come essa possa essere utile finché consideriamo l’uomo come un insieme di parti e l’universo come un sistema governato completamente da un ineffabile meccanismo causa/effetto, ma questo non vuole dire che esso possa essere altrettanto valido nel caso si voglia considerare l’essere umano nella sua profondità psichica, emotiva, spirituale. Luciano De Crescenzo affermava che “Il problema è che gli uomini studiano come allungare la vita, invece bisognerebbe allargarla!” E l’utilizzo della A.I potrebbe lavorare esclusivamente ancora solamente il tal senso.

LA QUESTIONE DELLA RESPONSABILITÀ

Quando una macchina ci indicherà una strada che non possiamo comprendere e neanche verificare, cosa dovremo fare? Il medico a cui verrà chiesto di dare un farmaco senza comprenderne il perché o di fare una procedura senza capirne il razionale, come si dovrà comportare? Questa non è niente affatto una eventualità poco probabile, tutt’altro. Pensate ad un chirurgo d’urgenza a cui verrà detto di posizionare un drenaggio toracico d’urgenza o ad un epidemiologo a cui verranno consigliate determinanti politiche sanitarie impopolari o dolorose senza che essi abbiano la possibilità di capire o senza che essi condividano la cosa. Opporsi significherebbe rischiare di fare un errore grossolano: l’I.A. te l’aveva detto! Sottomettersi significa abdicare dal proprio ruolo in favore della macchina, e in quest’ultimo caso a chi ricondurre la responsabilità in caso di errore?

Il moderno sviluppo tecnologico sta accelerando un processo di disumanizzazione in ambito medico portando di fatto definitivamente alla scomparsa della figura del medico, almeno cosi come noi la conosciamo, d’altra parte i vantaggi che un tale sviluppo comporta in determinati ambiti della medicina è innegabile e financo futuribile. Tutta la società è chiamata a sviluppare una nuova possibile sintesi dell’idea di medicina mentre i singoli operatori sanitari e pazienti dovranno riflettere su quale ruolo vorranno ricoprire in questa partita.