L’espulsione forzata dei Palestinesi dalla loro patria nel 1948 ha creato la più lunga crisi di rifugiati irrisolta della storia moderna.
Il 15 maggio di ogni anno, i Palestinesi ricordano la Nakba (catastrofe) del 1948, quando circa 750.000 Palestinesi furono espulsi con la forza dalle loro case dalle milizie sioniste per far posto alla creazione di Israele.
Si tratta di un evento che, fin da allora, ha plasmato la politica in Israele e Palestina e che, secondo i Palestinesi, continua ancora oggi con guerre, occupazione, assedi, demolizioni di case, confische di terre e altro ancora.
Gli eventi della Nakba possono essere fatti risalire al 1917, quando la Gran Bretagna, con la “Dichiarazione Balfour”, promise ai leader sionisti che avrebbe contribuito a stabilire “in Palestina una patria per il popolo ebraico”.
Dopo aver strappato Gerusalemme all’Impero Ottomano alla fine della Prima Guerra Mondiale (1914-18), la Gran Bretagna governò la Palestina tra il 1923 e il 1948 su “mandato” della Società delle Nazioni.
Durante i 25 anni di governo britannico, i Palestinesi furono ripetutamente repressi, mentre aumentava l’immigrazione ebraica europea e i gruppi sionisti venivano addestrati e armati.
Quando nel 1947 la Gran Bretagna decise di porre fine al suo mandato sulla Palestina e le Nazioni Unite non riuscirono ad imporre un’amministrazione alternativa, i sionisti iniziarono ad attaccare i Palestinesi attuando una sistematica campagna di espulsione forzata.
Alla fine della guerra, le forze sioniste avevano ucciso 13.000 Palestinesi, distrutto e spopolato circa 530 villaggi e città, commesso almeno 30 massacri ed espulso 750.000 persone.
Circa 150.000 Palestinesi rimasero entro i confini del neonato stato di Israele, molti dei quali come sfollati interni.
Coloro che furono espulsi nel 1948 e i loro discendenti fanno parte oggi dei 5,8 milioni di rifugiati che vivono per lo più nei Paesi arabi confinanti.
Israele non ha mai permesso ai rifugiati palestinesi di tornare nella loro patria, dando vita alla più lunga crisi di rifugiati irrisolta della storia moderna.