Israele ha intensificato in modo drammatico e feroce i suoi bombardamenti contro la Striscia di Gaza e ciò indicherebbe l’inizio dell’invasione di terra da parte di Israele. Gli attacchi provengono da aria, terra e mare e proseguono incessantemente. Questa situazione ha provocato un blocco totale delle comunicazioni, lasciando la zona avvolta nell’oscurità più totale.
A seguito di questi bombardamenti intensi, le ambulanze sul campo si trovano nell’impossibilità di operare, rendendo difficile, se non impossibile, il recupero dei corpi delle vittime. Attualmente, solo le comunicazioni satellitari permettono di far filtrare qualche informazione al resto del mondo, offrendo un quadro parziale e devastante della situazione.
Il giornalista Wael al-Dahdouh di Al Jazeera, presente sul posto, ha descritto una situazione catastrofica. Secondo le sue testimonianze, decine di aerei da guerra stanno attaccando incessantemente Gaza. Ha definito gli attacchi in corso come “un genocidio ed un olocausto che sta avvenendo a Gaza di fronte ai nostri occhi”. La crudezza delle sue parole sottolinea l’entità della tragedia in corso.
Altri giornalisti presenti sul campo raccontano scene raccapriccianti: corpi fatti a pezzi sparsi ovunque, senza distinzione tra giovani e adulti, con l’eco incessante delle esplosioni che fa da sinistra colonna sonora a questa tragedia. I carri armati israeliani, inoltre, non mostrano segni di rallentamento nei loro bombardamenti.
Il bilancio delle vittime sta crescendo in modo esponenziale. In soli quindici giorni, si conta un numero di morti che si aggira intorno agli 8.000, di cui 3.000 sono bambini. Per dare una prospettiva di quanto sia grave la situazione, il totale dei morti palestinesi negli ultimi 20 anni era di circa 7.000 persone. Questo significa che in appena due settimane, i decessi hanno superato il totale degli ultimi due decenni.
Molti attivisti hanno richiamato l’attenzione sulla responsabilità della comunità internazionale chiamata a intervenire per fermare questa escalation di violenza e per trovare una soluzione pacifica e duratura al conflitto tra Israele e Palestina.