Da qualche giorno i media italiani parlano del migliaio di cittadini italiani con doppio passaporto partiti per la Palestina occupata a combattere contro i palestinesi indossando la divisa israeliana. E’ un colpo al cuore di italiano vedere dei connazionali che senza nessuna remora sono pronti ad imbracciare il fucile, a salire su un carro armato, un aereo per sparare e massacrare civili indifesi e inermi: anziani, donne e bambini come sta succedendo ora a Gaza.
Già la guerra in Ucraina ci aveva abituati ai volontari italiani che vanno a combattere nel battaglione neo nazista dell’Azov per trucidare i civili russi nel Donbass. Ancora prima assistevamo ai nostri ragazzi che si arruolano tra le file dei terroristi del PKK per andare nell’asia occidentale ad ammazzare i nostri alleati Nato turchi. Ora invece abbiamo italiani spediti a combattere per un altro Stato con la nostra bandiera nazionale sulla divisa. Ironia della sorte, molti di questi sono definiti “lone soldiers”: gente che non ha nulla a che fare con Israele, non è nata lì ne ha parenti nella Palestina occupata. Combattenti che ottengono il passaporto israeliano, l’addestramento militare e la connessa licenza di uccidere palestinesi per la sola appartenenza etnica e religiosa.
Nel servizio di qualche giorno fa del TG5 di Fausto Biloslavo abbiamo visto questi foreign fighters italiani esercitarsi con la bandiera tricolore sulla divisa. La domanda sorge spontanea, ma sono per caso anche dei soldati italiani magari in missione segreta per l’Italia e di cui non sappiamo nulla? Quella bandiera italiana sulla divisa israeliana, quando sarà vista da milioni di anti israeliani nel mondo quali pensieri genererà? Quando una tv o un media internazionale fotograferà quei soldati che sparano ad un bambino inerme o alla sua mamma con la bandiera italiana sulla divisa, cosa penseranno gli spettatori? Molto probabilmente che l’Italia è parte co-belligerante al fianco degli Israeliani. Cosa penseranno i libanesi che ospitano dei soldati italiani in missione di pace?
Qualcuno che pensi alle possibili conseguenze di tali fatti tra il ministero degli esteri e della difesa c’è?