Nel contesto dell’attuale assedio israeliano nella Striscia di Gaza, ci troviamo di fronte a un complesso dilemma etico. Se da un lato la propaganda israeliana accusa Hamas di utilizzare i palestinesi come scudi umani, dall’altro le azioni intraprese da Israele sono state fortemente sproporzionate e hanno avuto conseguenze catastrofiche per i civili palestinesi, compresi donne e bambini innocenti, e ciò non involontariamente ma come tattica dichiaratamente voluta da Israele. Intanto, il bilancio delle vittime si avvicina ora a quasi 10.000 morti.
Gaza è una delle regioni più densamente popolate del mondo, e quando Israele effettua attacchi aerei, questi hanno un impatto indiscriminato, colpendo non solo obiettivi militari ma anche istituzioni vitali come gli ospedali e scuole. Israele ha giustificato questi bombardamenti accusando piuttosto Hamas delle morti di civili causate e deumanizzando i palestinesi, riducendoli a semplici “scudi” da infrangere, trattandoli come oggetti invece che come esseri umani e lavandosi le mani dal genocidio accusando Hamas di ogni morte causata da Israele.
La comunità internazionale ha un ruolo cruciale nel chiedere a Israele di assumersi la responsabilità delle sue azioni ma nel frattempo sorge spontanea la domanda: “Se quegli ospedali fossero stati israeliani – magari a Tel Aviv – pieni di pazienti israeliani, Israele avrebbe comunque effettuato i bombardamenti facendo a pezzi i bambini e le donne israeliane per stanare Hamas?”
Alla luce del contesto politico e storico, è evidente che Israele non avrebbe tollerato tali bombardamenti se avessero coinvolto ospedali israeliani a Tel Aviv con pazienti israeliani. Ciò solleva una questione di doppio standard che è motivo di forte preoccupazione alla luce del massacro che si sta compiendo in questi giorni nella totale impunità. Mentre nel corso della storia ci siamo spesso chiesti come le persone abbiano potuto sostenere i genocidi nazisti e comunisti del secolo scorso, la situazione attuale offre spunti di riflessione su come le società e le nazioni possano reagire a eventi tragici. Sì perché oggi, purtroppo, abbiamo la risposta e per averla basta guardare ad Israele e coloro che supportano il suo apartheid ed il suo genocidio che continua da 75 anni.