In una dichiarazione rilasciata il 31 ottobre tramite l’applicazione Telegram dal portavoce militare delle Brigate Al-Qassam (Abu Ubaida), si precisa che la resistenza è riuscita finora a distruggere 22 veicoli militari in uno scontro frontale con veicoli nemici facendoli esplodere posizionandovi sopra ordigni esplosivi. In questo contesto, l’esercito di occupazione israeliano ha annunciato per la prima volta la morte di dozzine dei suoi soldati nell’attuale battaglia terrestre.
Gli ordigni esplosivi improvvisati sono bombe artigianali che contengono componenti militari e non militari. Questi ordigni sono tipicamente utilizzati da forze militari irregolari e sono altamente efficaci contro una forza militare convenzionale. Possono essere utilizzati nelle imboscate sulla strada, sono in grado di intercettare le forze attaccanti o le loro linee di rifornimento, e possono essere installati agli ingressi o direttamente sugli edifici per colpire squadre di soldati, oppure può essere installato su veicoli e carri armati per distruggerli.
Indipendentemente dalla complessità del dispositivo, costituito da cinque parti (una fonte di alimentazione, un interruttore di funzionamento, un iniziatore di detonazione, una carica esplosiva principale e un contenitore) questo può produrre schegge letali quando vengono fatte esplodere.
Abu Ubaida inoltre afferma che la resistenza palestinese ha nuovi armi contro i carri armati, minaccia il governo di Netanyahu che l’artiglieria continuerà a rispondere altre ai missili e che Gaza sarà un cimitero per il nemico.
Intanto gli scontri in Cisgiordania non vedono finsi inaspriscono sempre di più, dove, ricordiamo, a governare non c’è Hamas. Scontri duri oggi a Tubas e Nablus. L’organizzazione israeliana B’tselem spiega come oltre 250 famiglie palestinesi sono state costrette a fuggire dalle loro case ad Hebron a causa della violenza dei coloni che il governo Netanyahu continua ad armare e ai quali ha dato carta bianca per poter fare ciò che più desiderano: uccidere ed eliminare tutti i palestinesi.
Se i palestinesi in Palestina fanno resistenza armata, i palestinesi (e non solo) nel mondo hanno iniziato una forte campagna di boicottaggio dei prodotti non solo israeliani ma che sostengono l’occupazione israeliana. È un genocidio, quello di Gaza, che si sta cercando di fermare in tutto i modi possibili e su più fronti, senza mai perdersi d’animo e senza mai arrendersi.