Hamas, l’organizzazione palestinese con sede a Gaza, ha apportato significative revisioni nella sua carta costitutiva nel 2017 rispetto a quella del 1988, con l’obiettivo di ridurre il suo isolamento internazionale. La Carta originale, stabilita nel 1988, prevedeva la distruzione di Israele. Tuttavia, dopo anni di discussioni e dibattiti interni, la leadership del partito ha presentato una carta supplementare che accettava formalmente l’idea di uno Stato palestinese all’interno dei territori occupati da Israele secondo i confini definiti nel contesto della Guerra dei Sei Giorni del 1967.
Sebbene il nuovo documento miri chiaramente a istituire uno “Stato palestinese sovrano con Gerusalemme come capitale entro i confini del 1967”, non include il riconoscimento di Israele, come richiesto da alcuni Stati della comunità internazionale. La Carta originale del 1988 non fu scartata ma integrata, dimostrando l’obiettivo più limitato di uno Stato palestinese in Cisgiordania e nella Striscia di Gaza senza riconoscimento esplicito di Israele.
I leader di Hamas avevano l’intenzione di usare questa carta aggiornata per confutare le accuse di razzismo, antisemitismo e violazioni del diritto internazionale e diminuire l’isolamento. Nello statuto aggiornato, Hamas distingue tra gli ebrei come comunità religiosa e l’occupazione israeliana, sottolineando il suo impegno nella resistenza armata contro Israele e allo stesso tempo cercando di presentare un’immagine moderata.
La Carta riveduta ha inoltre ridefinito Hamas come un “movimento palestinese di liberazione e resistenza nazionale con riferimenti religiosi”, spostando la sua attenzione verso obiettivi politici piuttosto che su quelli religiosi. Questo passo è stato progettato sia per meglio riflettere la natura di Hamas che per facilitare l’ingresso di Hamas nell’Organizzazione per la Liberazione della Palestina (OLP) e potenzialmente rafforzare gli sforzi di riconciliazione tra Hamas e Fatah, la fazione politica palestinese guidata da Mahmud Abbas e che è responsabile della Cisgiordania.
Inoltre, la nuova Carta prende le distanze dalle sue passate associazioni con i Fratelli Musulmani, cosa che avrebbe dovuto migliorare le relazioni con il governo egiziano, guidato dal presidente Abdel Fattah al-Sisi, che dopo le elezioni democratiche aveva rovesciato con un coup il predecessore ed aderente dei Fratelli Musulmani, Mohamed Morsi, nel 2013.
Hamas ha promosso un lavoro di riflessione interno che è risultato in importanti cambiamenti e chiarimenti del suo statuto che avrebbero dovuto migliorare la sua posizione agli occhi della comunità internazionale e del mondo arabo, incoraggiando potenzialmente alcuni Stati che già interagivano con Hamas a formalizzare le loro relazioni. Tuttavia, questo non ha ricucito i rapporti con l’Unione Europea e gli Stati Uniti, che ancora oggi (e prima della contro-offensiva del 7 Ottobre) considerano Hamas un’organizzazione terroristica rispetto ad altri Stati che invece non la riconoscono come tale. Ecco dunque una traduzione in Italiano dei 42 articoli dello statuto di Hamas aggiornato.
Lo statuto di Hamas del 2017
Lode ad Allah, il Signore dei mondi. La pace e le benedizioni di Allah siano su Muhammad, maestro dei messaggeri e guida dei mujahidin, sulla sua famiglia e su tutti i suoi compagni.
Premessa
La Palestina è la terra del popolo arabo palestinese, dalla quale ha origine, alla quale è unito e appartiene, e sulla quale si propaga ed esprime.
La Palestina è una terra la cui posizione è stata elevata dall’Islam, una religione che la tiene in grande considerazione, che respira attraverso di essa il suo spirito e i giusti valori e che pone le basi per la dottrina della difesa e della protezione della stessa.
La Palestina è la causa di un popolo che è stato deluso da un mondo che non riesce a garantire i suoi diritti e a restituirgli ciò che gli è stato usurpato, un popolo la cui terra continua a subire una delle peggiori occupazioni al mondo.
La Palestina è una terra sequestrata da un progetto sionista razzista, disumano e coloniale, fondato su una falsa promessa (la Dichiarazione Balfour), sul riconoscimento di un’entità usurpatrice e sull’imposizione con la forza del fatto compiuto.
La Palestina simboleggia la resistenza che continuerà fino al raggiungimento della liberazione, fino al quando il ritorno non sarà avvenuto e fino all’istituzione di uno Stato pienamente sovrano con Gerusalemme come capitale.
La Palestina è il vero sodalizio tra palestinesi di tutte le appartenenze per il sublime obiettivo della liberazione.
La Palestina è lo spirito della Ummah e la sua causa principale; è l’anima dell’umanità e la sua coscienza vivente.
Questo documento è il prodotto di profonde discussioni che ci hanno portato ad un forte consenso. Come movimento, concordiamo sia sulla teoria che sulla pratica della visione delineata nelle pagine che seguono. È una visione che poggia su basi solide e su principi consolidati. Questo documento svela gli obiettivi, le tappe fondamentali e il modo in cui l’unità nazionale può essere realizzata. Definisce inoltre la nostra comprensione comune della causa palestinese, i principi operativi che utilizziamo per promuoverla e i limiti di flessibilità utilizzati per interpretarla.
Il movimento
1. Il Movimento di Resistenza Islamica “Hamas” è un movimento islamico di liberazione nazionale e di resistenza palestinese. Il suo obiettivo è liberare la Palestina e contrastare il progetto sionista. Il suo sistema di riferimento è l’Islam, che ne determina i principi, gli obiettivi e i mezzi.
La Terra di Palestina
2. La Palestina, che si estende dal fiume Giordano a est al Mediterraneo a ovest e da Ras al-Naqurah a nord a Umm al-Rashrash a sud, è un’unità territoriale integrale. È la terra e la casa del popolo palestinese. L’espulsione e l’esilio del popolo palestinese dalla sua terra e l’insediamento dell’entità sionista al suo interno non annullano il diritto del popolo palestinese all’intero territorio e non conferiscono alcun diritto all’entità sionista usurpatrice.
3. La Palestina è una terra arabo-islamica. È una terra sacra e benedetta che occupa un posto speciale nel cuore di ogni arabo e di ogni musulmano.
Il popolo palestinese
4. I palestinesi sono gli arabi che hanno vissuto in Palestina fino al 1947, indipendentemente dal fatto che ne siano stati espulsi o che vi siano rimasti; e ogni persona nata da padre arabo palestinese dopo tale data, sia all’interno che all’esterno della Palestina, è un palestinese.
5. L’identità palestinese è autentica e senza tempo; si trasmette di generazione in generazione. Le catastrofi che hanno colpito il popolo palestinese, come conseguenza dell’occupazione sionista e della sua politica di sfollamento, non possono cancellare l’identità del popolo palestinese, né possono negarla. Un palestinese non può perdere la sua identità nazionale o i suoi diritti acquisendo una seconda nazionalità.
6. Il popolo palestinese è un unico popolo, composto da tutti i palestinesi, dentro e fuori la Palestina, indipendentemente dalla loro religione, cultura o affiliazione politica.
Islam e Palestina
7. La Palestina è al centro della Ummah araba e islamica e gode di uno status speciale. In Palestina si trova Gerusalemme, i cui confini sono benedetti da Allah. La Palestina è la Terra Santa che Allah ha benedetto per l’umanità. È la prima Qiblah dei musulmani e la meta del viaggio notturno del Profeta Muhammad, la pace sia con lui. È il luogo da cui è asceso ai cieli superiori. È il luogo di nascita di Gesù Cristo, la pace sia con lui. Il suo suolo contiene i resti di migliaia di profeti, compagni e mujahidin. È la terra di persone determinate a difendere la verità – all’interno di Gerusalemme e nei suoi dintorni – che non si lasciano scoraggiare o intimidire da coloro che si oppongono a loro e da coloro che li tradiscono, e che continueranno la loro missione fino a quando la promessa di Allah non sarà compiuta.
8. In virtù della sua vocazione giustamente equilibrata e della sua natura moderata, l’Islam – per Hamas – fornisce uno stile di vita completo e un ordine che è adatto allo scopo in ogni momento e in ogni luogo. L’Islam è una religione di pace e tolleranza. Fornisce una protezione per i seguaci di altri credi e religioni che possono praticare il loro credo in sicurezza. Hamas ritiene inoltre che la Palestina sia sempre stata e sarà sempre un modello di coesistenza, tolleranza e innovazione civile.
9. Hamas crede che il messaggio dell’Islam sostenga i valori della verità, della giustizia, della libertà e della dignità e proibisca ogni forma di ingiustizia incriminando gli oppressori a prescindere dalla loro religione, razza, sesso o nazionalità. L’Islam è contro ogni forma di estremismo e bigottismo religioso, etnico o settario. È la religione che insegna ai suoi fedeli il valore della resistenza alle aggressioni e del sostegno agli oppressi; li motiva a donare generosamente e a fare sacrifici in difesa della loro dignità, della loro terra, dei loro popoli e dei loro luoghi sacri.
Gerusalemme
10. Gerusalemme è la capitale della Palestina. Il suo status religioso, storico e civile è fondamentale per gli arabi, i musulmani e il mondo intero. I suoi luoghi sacri islamici e cristiani appartengono esclusivamente al popolo palestinese e alla Ummah araba e islamica. Non una sola pietra di Gerusalemme può essere ceduta o abbandonata. Le misure intraprese dagli occupanti a Gerusalemme, come l’ebraicizzazione, la costruzione di insediamenti e l’approvazione dei fatti sul terreno sono sostanzialmente nulle e senza valore.
11. La benedetta Moschea di al-Aqsa appartiene esclusivamente al nostro popolo e alla nostra Ummah e l’occupazione non ha alcun diritto su di essa. I complotti, le misure e i tentativi dell’occupazione di giudaizzare al-Aqsa e di dividerla sono nulli, inesistenti e illegittimi.
Rifugiati e diritto al ritorno
12. La causa palestinese, nella sua essenza, è la causa di una terra occupata e di un popolo sfollato. Il diritto dei rifugiati e degli sfollati palestinesi di ritornare alle loro case dalle quali sono stati cacciati o a cui è stato impedito di tornare – sia nelle terre occupate nel 1948 che in quelle occupate nel 1967 (cioè l’intera Palestina) – è un diritto naturale, sia individuale che collettivo. Questo diritto è confermato da tutte le leggi divine e dai principi fondamentali dei diritti umani e del diritto internazionale. Si tratta di un diritto inalienabile e non può essere soppresso da nessuna delle parti, sia essa palestinese, araba o internazionale.
13. Hamas respinge tutti i tentativi di cancellare i diritti dei rifugiati, compresi i tentativi di collocarli fuori dalla Palestina e attraverso i progetti di patria alternativa. Il risarcimento dei profughi palestinesi per i danni subiti in seguito all’esilio e all’occupazione della loro terra è un diritto assoluto che va di pari passo con il loro diritto al ritorno. I profughi palestinesi devono ricevere un indennizzo al loro rientro e questo non nega o diminuisce il loro diritto al ritorno.
Il progetto sionista
14. Il progetto sionista è un progetto razzista, aggressivo, coloniale ed espansionistico basato sull’appropriazione delle proprietà altrui; è ostile al popolo palestinese e alla sua aspirazione alla libertà, alla liberazione, al ritorno e all’autodeterminazione. L’entità israeliana è il giocattolo del progetto sionista e la base per la sua aggressione.
15. Il progetto sionista non si rivolge solo al popolo palestinese, ma è nemico della Ummah araba e islamica e costituisce una grave minaccia alla sua sicurezza e ai suoi interessi. È anche ostile alle aspirazioni di unità, rinascita e liberazione della Ummah ed è stato la principale fonte dei suoi problemi. Il progetto sionista rappresenta anche un pericolo per la sicurezza e la pace internazionale e per l’umanità, i suoi interessi e la sua stabilità.
16. Hamas afferma che il suo conflitto è con il progetto sionista e non con gli ebrei a causa della loro religione. Hamas non lotta contro gli ebrei perché sono ebrei, ma lotta contro i sionisti che occupano la Palestina. Eppure, sono i sionisti che identificano costantemente l’ebraismo e gli ebrei con il loro progetto coloniale e la loro entità illegale.
17. Hamas rifiuta la persecuzione di qualsiasi essere umano o la soppressione dei suoi diritti per motivi nazionalistici, religiosi o settari. Hamas ritiene che il problema ebraico, l’antisemitismo e la persecuzione degli ebrei siano fenomeni principalmente legati alla storia europea e non alla storia degli arabi e dei musulmani o al loro patrimonio culturale. Il movimento sionista, che è riuscito con l’aiuto delle potenze occidentali ad occupare la Palestina, è la forma più pericolosa di occupazione coloniale che è già scomparsa in gran parte del mondo e deve scomparire dalla Palestina.
La posizione nei confronti dell’occupazione e le soluzioni politiche
18. Sono considerati nulli e non validi: la Dichiarazione Balfour, il Documento del Mandato Britannico, la Risoluzione delle Nazioni Unite sulla spartizione della Palestina e tutte le risoluzioni e le misure che ne derivano o che sono simili ad esse. L’istituzione di “Israele” è del tutto illegale e contravviene ai diritti inalienabili del popolo palestinese e va contro la sua volontà e quella della Ummah; inoltre viola i diritti umani garantiti dalle convenzioni internazionali, primo fra tutti il diritto all’autodeterminazione.
19. Non ci sarà alcun riconoscimento della legittimità dell’entità sionista. Qualsiasi cosa sia accaduta alla terra di Palestina in termini di occupazione, costruzione di insediamenti, giudaizzazione o modifica delle sue caratteristiche o falsificazione dei fatti è illegittima. I diritti non decadono mai.
20. Hamas ritiene che nessuna parte della terra di Palestina debba essere compromessa o ceduta, indipendentemente dalle cause, dalle circostanze e dalle pressioni e a prescindere dalla durata dell’occupazione. Hamas rifiuta qualsiasi alternativa alla piena e completa liberazione della Palestina, dal fiume al mare. Tuttavia, senza compromettere il suo rifiuto dell’entità sionista e senza rinunciare ad alcun diritto palestinese, Hamas ritiene che l’istituzione di uno Stato palestinese pienamente sovrano e indipendente, con Gerusalemme come capitale secondo i confini del 4 giugno 1967, con il ritorno dei rifugiati e degli sfollati nelle loro case dalle quali sono stati espulsi, sia un principio di consenso nazionale.
21. Hamas afferma che gli accordi di Oslo e le loro integrazioni contravvengono alle regole del diritto internazionale in quanto generano impegni che violano i diritti inalienabili del popolo palestinese. Pertanto, il Movimento rifiuta questi accordi e tutto ciò che ne deriva, come gli obblighi che sono dannosi per gli interessi del nostro popolo, in particolare il coordinamento della sicurezza (collaborazione).
22. Hamas respinge tutti gli accordi, le iniziative e i progetti di insediamento che tendono a minare la causa palestinese e i diritti del nostro popolo palestinese. A questo proposito, qualsiasi posizione, iniziativa o programma politico non deve in alcun modo violare questi diritti e non deve contravvenire o contraddirli.
23. Hamas sottolinea che la violenza contro il popolo palestinese, l’usurpazione della sua terra e l’esilio dalla sua patria non possono essere chiamati pace. Qualsiasi accordo raggiunto su questa base non porterà alla pace. La resistenza e la jihad per la liberazione della Palestina rimarranno un diritto legittimo, un dovere e un onore per tutti i figli e le figlie del nostro popolo e della nostra Ummah.
Resistenza e liberazione
24. La liberazione della Palestina è un dovere del popolo palestinese in particolare e della Ummah araba e islamica in generale. Si tratta anche di un obbligo umanitario, reso necessario dai principi di verità e giustizia. Le organizzazioni che lavorano per la Palestina, siano esse nazionali, arabe, islamiche o umanitarie, si completano a vicenda e sono in armonia e non in conflitto tra loro.
25. Resistere all’occupazione con tutti i mezzi e i metodi è un diritto legittimo garantito dalle leggi divine e dalle norme e leggi internazionali. Al centro di queste c’è la resistenza armata, che è considerata la scelta strategica per proteggere i principi e i diritti del popolo palestinese.
26. Hamas respinge qualsiasi tentativo di minare la resistenza e le sue armi. Afferma inoltre il diritto del nostro popolo a sviluppare i mezzi e i meccanismi della resistenza. La gestione della resistenza, in termini di escalation o de-escalation, o in termini di diversificazione dei mezzi e dei metodi, è parte integrante del processo di gestione del conflitto e non dovrebbe andare a scapito del principio della resistenza.
Il sistema politico palestinese
27. Un vero Stato di Palestina è uno Stato liberato. Non c’è alternativa a uno Stato palestinese pienamente sovrano sull’intero suolo nazionale palestinese, con Gerusalemme come capitale.
28. Hamas crede e aderisce alla gestione delle relazioni con la Palestina sulla base del pluralismo, della democrazia, del partenariato nazionale, dell’accettazione dell’altro e dell’adozione del dialogo. L’obiettivo è quello di rafforzare l’unità dei ranghi e l’azione congiunta al fine di realizzare gli obiettivi nazionali e soddisfare le aspirazioni del popolo palestinese.
29. L’OLP è una struttura nazionale per il popolo palestinese all’interno e all’esterno della Palestina. Pertanto, dovrebbe essere preservata, sviluppata e ricostruita su basi democratiche, in modo da assicurare la partecipazione di tutti i costituenti e le forze del popolo palestinese, in modo da salvaguardare i diritti dei palestinesi.
30. Hamas sottolinea la necessità di stabilire le istituzioni nazionali palestinesi su solidi principi democratici, primo fra tutti quello di elezioni libere ed eque. Tale processo dovrebbe avvenire sulla base di un partenariato nazionale e in conformità con un programma e una strategia chiari che aderiscano ai diritti, compreso il diritto alla resistenza, e che soddisfino le aspirazioni del popolo palestinese.
31. Hamas afferma che il ruolo dell’Autorità Palestinese dovrebbe essere quello di servire il popolo palestinese e salvaguardare la sua sicurezza, i suoi diritti e il suo progetto nazionale.
32. Hamas sottolinea la necessità di mantenere l’indipendenza del processo decisionale nazionale palestinese. Non si deve permettere a forze esterne di intervenire. Allo stesso tempo, Hamas afferma la responsabilità degli arabi e dei musulmani e il loro dovere e ruolo nella liberazione della Palestina dall’occupazione sionista.
33. La società palestinese è arricchita dalle sue personalità di spicco, dalle figure, dai dignitari, dalle istituzioni della società civile e dai gruppi di giovani, studenti, sindacalisti e donne che insieme lavorano per il raggiungimento degli obiettivi nazionali e la costruzione della società, perseguono la resistenza e raggiungono la liberazione.
34. Il ruolo delle donne palestinesi è fondamentale nel processo di costruzione del presente e del futuro, così come lo è sempre stato nel processo di costruzione della storia palestinese. È un ruolo centrale nel progetto di resistenza, liberazione e costruzione del sistema politico.
La Ummah araba e islamica
35. Hamas ritiene che la questione palestinese sia la causa centrale della Ummah araba e islamica.
36. Hamas crede nell’unità della Ummah con tutti i suoi diversi costituenti ed è consapevole della necessità di evitare qualsiasi cosa che possa frammentare la Ummah e minare la sua unità.
37. Hamas crede nella cooperazione con tutti gli Stati che sostengono i diritti del popolo palestinese. Si oppone all’intervento negli affari interni di qualsiasi Paese. Rifiuta inoltre di essere coinvolto nelle dispute e nei conflitti che si verificano tra i diversi Paesi. Hamas adotta una politica di apertura verso i diversi Stati del mondo, in particolare verso gli Stati arabi e islamici. Cerca di stabilire relazioni equilibrate sulla base di una combinazione tra le esigenze della causa palestinese e gli interessi del popolo palestinese da un lato e gli interessi della Ummah, della sua rinascita e della sua sicurezza dall’altro.
L’aspetto umanitario e internazionale
38. La questione palestinese ha aspetti umanitari e internazionali rilevanti. Sostenere e appoggiare questa causa è un obiettivo umanitario e di civiltà, richiesto dai presupposti di verità, giustizia e valori umanitari comuni.
39. Dal punto di vista giuridico e umanitario, la liberazione della Palestina è un’attività legittima, è un atto di autodifesa ed è l’espressione del diritto naturale di tutti i popoli all’autodeterminazione.
40. Nelle sue relazioni con le nazioni e i popoli del mondo, Hamas crede nei valori della cooperazione, della giustizia, della libertà e del rispetto della volontà dei popoli.
41. Hamas accoglie con favore le posizioni di Stati, organizzazioni e istituzioni che sostengono i diritti del popolo palestinese. Rende omaggio ai popoli liberi del mondo che sostengono la causa palestinese. Allo stesso tempo, denuncia il sostegno concesso da qualsiasi soggetto all’entità sionista o i tentativi di coprire i suoi crimini e le sue aggressioni contro i palestinesi e chiede il perseguimento dei criminali di guerra sionisti.
42. Hamas rigetta i tentativi di imporre l’egemonia sulla Ummah araba e islamica, così come respinge i tentativi di imporre l’egemonia sul resto delle nazioni e dei popoli del mondo. Hamas condanna anche tutte le forme di colonialismo, occupazione, discriminazione, oppressione e aggressione nel mondo.