CITTÀ DI GAZA – Mentre continua il brutale assedio israeliano contro Gaza, è sorta una nuova controversia sulla distribuzione di volantini da parte delle forze israeliane. I volantini ordinano alla popolazione di spostarsi più a sud all’interno della Striscia di Gaza, portando a rafforzare le accuse di un tentativo di pulizia etnica in corso. Ciò significherebbe sfollare più di 1,2 milioni di persone, confinando di fatto l’intera popolazione di Gaza, che ammonta a 2,3 milioni, in un’area di circa 140 chilometri quadrati. Per mettere in prospettiva, Roma, con circa 3 milioni di abitanti ha una superficie di 1.300 chilometri quadrati.
L’assedio, iniziato in seguito alla controffensiva di Hamas del 7 ottobre, ha lasciato gli abitanti di Gaza in circostanze terribili. I recenti sviluppi hanno ulteriormente esacerbato la situazione, poiché le forze israeliane hanno lanciato volantini, esortando le persone a trasferirsi più all’interno della Striscia di Gaza.
I volantini hanno causato un notevole scalpore tra i residenti di Gaza e la comunità internazionale. La popolazione di Gaza ha accusato Israele di perseguire una strategia di pulizia etnica, un’accusa supportata da documenti trapelati dall’Istituto per la sicurezza nazionale e la strategia sionista in Israele. L’istituto, guidato da Amir Witman, è una figura chiave nella fazione di maggioranza liberale del partito Likud del primo ministro Netanyahu.
I documenti trapelati suggeriscono che i volantini israeliani chiedono l’evacuazione in un’area ancora più piccola, pari al 40% della Striscia di Gaza. Ciò comporterebbe lo sfollamento di oltre 1,2 milioni di persone, costringendo 2,3 milioni di individui a rimanere in uno spazio incredibilmente ristretto di circa 140 chilometri quadrati.
La situazione solleva preoccupazioni serie per la popolazione di Gaza, che è già alle prese con gli effetti devastanti dell’assedio e del genocidio risultando in circa 40.000 vittime (10.000 morti e 30.000 feriti).