Alla luce dei dati che emergono dal sondaggio, risulta evidente che ormai la maggior parte delle persone si informa sui social, magari integrando le notizie con qualche altra fonte che circola sui media tradizionali, anche solo per confrontare tra loro la moltitudine di informazioni che ogni giorno arrivano dal Medio Oriente.
Certamente il fatto che l’81% dei partecipanti al sondaggio si sia dichiarato di fede islamica influisce sulle percentuali.
Infatti, molti considerano che i media tradizionali siano troppo filo-israeliani, il 96,9%, ed è per questo motivo che si rivolgono spesso ad altre fonti, più vicine al loro sentire.
D’altro canto, sui social si ha la possibilità di cercare ed interagire direttamente con i giornalisti e gli abitanti di Gaza o nei territori palestinesi occupati, che pubblicano video e scritti senza bisogno di passare dalle veline delle agenzie stampa o dei governi e che niente hanno da invidiare ai grandi nomi della carta stampata, soprattutto di quella italiana, tutta schierata dalla parte di Israele a parte qualche rara eccezione.
Anche i media arabi sono seguiti da oltre la metà dei partecipanti al sondaggio, il 52,7%, probabilmente perché ritenuti più vicini alla causa palestinese e meno soggetti alle pressioni atlantiste che invece incombono nella quasi totalità della stampa occidentale. Altro motivo è costituito dal fattore linguistico: molti lettori e persone interessate alle notizie sulla Palestina conoscono più di un idioma, ma preferiscono informarsi direttamente dai quotidiani e dalle TV che utilizzano la loro lingua madre, l’arabo.
Ecco cosa pensano i musulmani italiani di Gaza, Israele ed Hamas-IL SONDAGGIO
Anche il nostro quotidiano, LaLuce, è piuttosto seguito da chi ha votato nel nostro sondaggio (36%), a dimostrazione del fatto che oltre un terzo dei partecipanti segue quel che i musulmani italiani hanno da dire al pubblico. Alcuni lettori sono sicuramente musulmani, ma anche gli addetti ai lavori o i normali navigatori del web hanno la curiosità di leggere LaLuce anche solo per capire, per farsi un’idea della produzione giornalistica islamica in Italia.
E che dire della poca fiducia accordata ai media italiani in termini di imparzialità delle notizie? Sicuramente questo è un sentimento diffuso tra le persone che hanno risposto alle nostre domande, confermato dal fatto che nei mass-media occidentali viene spesso ripetuta a pappagallo la lezioncina impartita dagli Stati Uniti, dall’Unione Europea e da Israele senza avere la curiosità di accertare se le notizie siano vere o false.
Nei dibattiti televisivi viene spesso zittito chi parla in difesa dei palestinesi o chi cerca di spiegare le ragioni che hanno condotto all’operazione di Hamas. Nei titoloni in prima pagina di quasi tutti i giornali si mette alla gogna chi difende gli oppressi e non gli oppressori, come è accaduto per Di Battista, Guterres, Elena Basile e tanti altri.
Insomma, la guerra in Ucraina ha spianato la strada alla falsificazione della realtà, all’accanimento contro ogni parola di buon senso. E per Gaza sembra proprio che i media e i governi si siano voltati dall’altra parte, mentre i popoli sono tutti coi palestinesi, come dimostrato dalle centinaia di migliaia di persone che protestano ogni settimana in tutto il mondo.