A seguito dell’assalto delle forze d’occupazione israeliane nel campo profughi di Jenin giovedì mattina il bilancio delle vittime palestinesi è salito a otto morti, oltre a diversi feriti anche gravi, non sono mancati scontri violenti.
Il direttore dell’ospedale Al-Razi di Jenin, Muhammad Kamil, ha annunciato il martirio del giovane, Ayham Muhammad Al-Amer (23 anni), del campo di Jenin, fratello del martire Ayser Al-Amer. Gli altri sei sono stati uccisi dopo essere stati presi di mira da un drone militare.
L’esercito d’occupazione, accompagnato da un bulldozer militare, ha preso d’assalto il campo da diversi assi, i loro cecchini si sono posizionati sui tetti di diversi edifici che si affacciano sul campo, mentre il bulldozer ha distrutto le strade e le abitazioni del campo e dei suoi dintorni. Sul posto sono scoppiati violenti scontri che hanno provocato finora 13 feriti, alcuni dei quali gravi.
Le forze di occupazione hanno circondato l’ospedale governativo del martire Khalil Suleiman a Jenin e, come riferito dalla Mezzaluna Rossa Palestinese, hanno aperto il fuoco prendendo di mira un’ambulanza e ferendo uno degli operatori sanitari alla schiena, oltre ad impedire alle squadre mediche di entrare nel campo per raggiungere i feriti. Le forze israeliane stanno inviando ulteriori rinforzi alla città e al campo di Jenin, supportati da bulldozer militari, tra un intenso sorvolo di aerei.
L’escalation in Cisgiordania continua alla luce della pubblicazione di rapporti del governo israeliano che parlano di una possibile esplosione della situazione.
Ieri, mercoledì, dozzine di palestinesi sono stati feriti e altri sono stati arrestati nel corso di nuove incursioni israeliane in Cisgiordania. Ci sono stati anche scontri violenti con i combattenti della resistenza.
La Mezzaluna Rossa Palestinese ha affermato che 61 palestinesi sono rimasti feriti negli scontri con le forze di occupazione israeliane nella città di Betlemme, e altri 65 sono stati arrestati in seguito alle nuove incursioni.
Dal 7 ottobre, l’esercito israeliano ha preso d’assalto quotidianamente villaggi e città in Cisgiordania e a Gerusalemme, colpendo civili, lanciando bombe a gas, e arrestando circa 2.280 palestinesi, secondo istituzioni specializzate per i detenuti.
Questi eventi coincidono con il genocidio che l’esercito israeliano sta portando avanti a Gaza da 34 giorni, nella quale sono stati uccisi 10.569 palestinesi, tra cui 4.324 bambini e 2.823 donne, e 26.475 feriti, secondo fonti ufficiali.