Dopo più di un mese dall’inizio del massacro della popolazione civile di Gaza da parte dell’esercito di occupazione israeliano, tra la notte di domenica e lunedì, il Re di Giordania Abdallah II ha annunciato il lancio di “aiuti medici urgenti” a Gaza, destinati ad un ospedale da campo giordano.
Il Re ha scritto sulla piattaforma “X” (ex Twitter): “Stasera a mezzanotte, i membri dell’aeronautica delle nostre forze armate sono stati in grado di lanciare aiuti medici e farmaceutici urgenti all’ospedale da campo giordano nella Striscia di Gaza”.
L’esercito giordano ha dichiarato in un comunicato: “Secondo le direttive reali, un aereo della Royal Air Force questa notte ha lanciato dei paracadute con aiuti medici urgenti all’ospedale da campo giordano a Gaza”.
Lunedì un funzionario israeliano ha dichiarato al sito Axios che il lancio aereo dell’aeronautica giordana per portare aiuti a un ospedale di Gaza “è stato effettuato in coordinamento con l’esercito israeliano”.
Il sito americano non ha rivelato l’identità del funzionario israeliano e nemmeno ha aggiunto dettagli più ampi sul meccanismo di coordinamento relativo a questa operazione, annunciata dal re giordano Abdullah II.
L’Autorità radiotelevisiva israeliana ha riportato le dichiarazioni dell’esercito: “In pieno coordinamento con l’esercito israeliano, un aereo giordano ha inviato attrezzature mediche all’ospedale giordano di Gaza, e l’ospedale utilizzerà queste attrezzature per i dipendenti e i pazienti”.
Il governo giordano, tra quelli che hanno bloccato la proposta della OIC (Organisation of Islamic Cooperation) di interrompere ogni tipo di rapporto con Israele in risposta al genocidio in corso, non ha confermato l’esistenza di un coordinamento con Israele riguardo a questi aiuti.
Quello che invece appare certo è che le cosiddette pause umanitarie sono volute da Netanyahu in alternativa al cessate il fuoco per poter guadagnare tempo per la sua offensiva e per continuare a bombardare i civili placando in qualche modo le pressioni dei suoi alleati occidentali. I generali israeliani hanno bisogno di più tempo quindi aprono ad aiuti umanitari da poter sventolare di fronte ad alleati, media ed opinioni pubbliche occidentali.
L’ospedale da campo è stato fondato a Gaza nel 2009, affiliato all’esercito giordano, e assiste dai 1.000 ai 1.200 pazienti al giorno.
L’ospedale è gestito da équipe mediche, tecniche e amministrative che vengono sostituite ogni tre mesi con nuovo personale, e viene inoltre fornito di materiale medico e terapeutico all’inizio di ogni missione.
Israele impone uno stretto assedio alla Striscia di Gaza e impedisce l’ingresso di acqua, elettricità e carburante, mentre gli aiuti alimentari limitati vengono trasportati attraverso il valico di Rafah tra la Striscia di Gaza e l’Egitto. Tonnellate di questi si accumulano ancora sul lato egiziano del valico di Rafah, in attesa di essere sottoposti all’ispezione israeliana, secondo quanto riferito la scorsa settimana dall’Agence France-Presse.
Intanto, l’esercito d’occupazione israeliano ha ucciso a Gaza più di 11mila palestinesi civili, tra cui 6mila bambini e 3mila donne, e più di 24mila sono rimasti feriti. Secondo fonti ufficiali palestinesi, in Cisgiordania sono stati uccisi quasi 200 palestinesi, più di 2mila sono stati arrestati.