Dal 7 ottobre abbiamo assistito a un drammatico aumento della violenza da parte delle forze israeliane a Jenin, in Palestina. Da allora, le nostre équipe mediche hanno curato oltre 30 pazienti con ferite da arma da fuoco e da esplosione.
In questi giorni vi è stata un’impennata nelle violenze, con frequenti bombardamenti e sparatorie; questa mattina sono stati lanciati dei volantini sul campo profughi di Jenin, intimando ai residenti di evacuare, ma molti di questi non hanno un posto sicuro dove andare.
La mattina del 9 novembre, intorno alle 10.30, il nostro staff ha dovuto assistere un paramedico colpito da un proiettile mentre si trovava all’interno di un’ambulanza. Dalle 11 della stessa mattina, i veicoli militari israeliani hanno bloccato l’accesso delle ambulanze agli ospedali, costringendole a indirizzare i pazienti verso ospedali più lontani.
La sera precedente un soldato aveva sparato contro l’unità di emergenza dell’ospedale, colpendo il muro, e pur essendo presenti i nostri colleghi che si trovavano all’esterno. E anche il giorno successivo, il nostro team ha visto le forze israeliane sparare contro l’ingresso dell’ospedale, con proiettili che hanno colpito il muro proprio sopra la porta.
Gli ospedali non sono obiettivi e devono rimanere spazi sicuri. L’assistenza medica non deve essere ostacolata. Chiediamo alle forze armate israeliane di smettere di sparare sugli ospedali e di impedire ai loro veicoli militari di bloccare le ambulanze e il personale medico che tentano di raggiungere le strutture sanitarie.
Traduzione di Aisha Tiziana Bravi del comunicato di MSF originale pubblicato su msf.org