Quattro mila firme sono state raccolte in un appello inviato al ministro degli Esteri Tajani, alla ministra dell’Università Bernini e alla Conferenza dei rettori delle università. L’appello, redatto da un gruppo di accademici, chiede un intervento immediato per ottenere un cessate il fuoco nella Striscia di Gaza e il rispetto del diritto umanitario internazionale.
A livello accademico in Italia, numerosi accademici si sono schierati, chiedendo un’immediata presa di posizione delle istituzioni italiane e l’interruzione dei rapporti con gli atenei israeliani.
Il numero di morti nella Striscia di Gaza è aumentato, superando i dodicimila in un mese, e si prevede che possa salire ulteriormente nei prossimi giorni. Gli accademici italiani, in un appello, invitano il governo a impegnarsi per un cessate il fuoco immediato, la fornitura di aiuti umanitari e la protezione delle Nazioni Unite per la popolazione palestinese.
Nell’appello, viene definito genocidio quanto sta accadendo a Gaza e si denuncia un’azione di punizione collettiva contro la popolazione della Striscia di Gaza, aggravata dall’assedio e dall’embargo imposti dal governo israeliano dal 7 ottobre, con il blocco di beni essenziali come acqua, carburante, cibo ed elettricità.
Gli accademici sottolineano che le violazioni israeliane si estendono anche alla Cisgiordania, costituendo chiare violazioni del Diritto Internazionale e della Convenzione di Ginevra.
L’appello esorta gli accademici italiani a contribuire a contrastare l’escalation di violenza e a sostenere i diritti umani, la salute, la dignità e il benessere. Le proteste si diffondono negli atenei italiani, con manifestazioni all’Orientale di Napoli, alla Cà Foscari di Venezia, all’ateneo di Padova e alla Sapienza di Roma, oltre a occupazioni nei licei.