L’Ufficio dell’Alto Commissario per i Diritti Umani delle Nazioni Unite (OHCHR) ha rilasciato un comunicato stampa il 16 Novembre in cui esprime grave preoccupazione per quello che identifica come un potenziale genocidio contro il popolo palestinese da parte di Israele, in particolare a Gaza. Gli esperti delle Nazioni Unite hanno evidenziato prove di un crescente incitamento al genocidio, di un intento palese di “distruggere il popolo palestinese sotto occupazione” e dell’uso di armi ad alto potenziale distruttivo che causano danni indiscriminati.
Gli esperti, tra cui relatori speciali, esperti indipendenti e gruppi di lavoro, hanno citato un allarmante bilancio delle vittime e una diffusa distruzione delle infrastrutture di sostentamento vitale a Gaza. Secondo i loro risultati, il bombardamento e l’assedio dal 7 ottobre hanno provocato oltre 11.000 morti, 27.000 feriti e lo sfollamento di 1,6 milioni di persone. Incredibilmente, il 41% delle vittime sono bambini e il 25% sono donne. Il Segretario generale delle Nazioni Unite descrive Gaza come un “cimitero di bambini”, con un bambino ucciso e due feriti ogni 10 minuti durante il conflitto.
Gli esperti delle Nazioni Unite hanno espresso profonda preoccupazione per l’incapacità dei governi di dare ascolto alla loro richiesta di un cessate il fuoco immediato. Hanno anche espresso preoccupazione per il sostegno di alcuni governi alla strategia di Israele e per il fallimento della comunità internazionale nel prevenire il genocidio. Gli esperti hanno notato la fame intenzionale a Gaza a causa di un blocco illegale durato 16 anni, che considerano un crimine di guerra.
Metà delle infrastrutture civili di Gaza sono state distrutte, comprese unità abitative, ospedali, scuole e reti vitali, rendendo quasi impossibile la continuazione della vita palestinese a Gaza. La situazione ha spinto gli esperti a chiedere che la risposta di Israele avvenga rigorosamente nel quadro del diritto umanitario internazionale.
Il comunicato stampa evidenzia anche un’escalation di violenza nella Cisgiordania occupata, con almeno 190 palestinesi uccisi, oltre 2.700 feriti e 1.100 sfollati dal 7 ottobre. Gli esperti hanno avvertito che la mancata attuazione di un cessate il fuoco immediato potrebbe portare a un genocidio condotto con mezzi e metodi di guerra moderni.
In risposta a questi sviluppi allarmanti, gli esperti delle Nazioni Unite hanno esortato la comunità internazionale ad agire immediatamente, tra cui l’attuazione di un embargo sulle armi a tutte le parti in guerra, il dispiegamento di una presenza internazionale protettiva nei territori palestinesi occupati e la collaborazione con la Commissione d’inchiesta sui territori occupati. Territorio Palestinese e Corte Penale Internazionale.
Gli esperti hanno invitato Israele e Hamas ad attuare un cessate il fuoco immediato e hanno raccomandato misure per consentire la consegna di aiuti umanitari, rilasciare ostaggi, aprire corridoi umanitari e affrontare le cause alla base del conflitto. Hanno sottolineato l’obbligo della comunità internazionale di prevenire i crimini atroci, compreso il genocidio, e hanno chiesto misure diplomatiche, politiche ed economiche a tal fine.
Gli esperti dell’OHCHR hanno concluso ricordando agli Stati membri che la situazione non colpisce solo israeliani e palestinesi, ma rischia di intensificare il conflitto nella regione, portando a ulteriori violazioni dei diritti umani e alla sofferenza di civili innocenti. Il comunicato stampa sottolinea l’urgenza di porre fine al rischio di genocidio contro il popolo palestinese e, in definitiva, di porre fine all’apartheid israeliano e all’occupazione del territorio palestinese.