Per giustificare le atrocità che stanno compiendo nella striscia di Gaza contro una popolazione costituita per metà da bambini, le fake news rilasciate dal governo israeliano e dall’esercito di occupazione sono ormai innumerevoli.
Dall’interno dell’ospedale del Shifa l’esercito israeliano ha diffuso dei video affermando che questi sono la prova schiacciante della presenza della resistenza palestinese nell’ospedale. Il post pubblicato dalla pagina dell’esercito d’occupazione israeliano è stato rimoso dopo pochi minuti per essere sostituito da un altro video, modificato, dalla durata di 6minuti e 50secondi a differenza di quello cancellato dalla durata di 7minuti e 17secondi.
Una squadra di tecnici di tecnici ha esaminato il video e ha scoperto che la parte cancellata si tratta della ripresa di un computer portatile che il soldato israeliano nel video dichiara essere di proprietà della resistenza palestinese. Tuttavia, sullo schermo del computer si vede chiaramente l’immagine della soldatessa israeliana Ori Megidish che l’esercito ha dichiarato di aver liberato; nel video modificato invece l’immagine della soldatessa non c’è più e anche la parte in cui il soldato mostra il computer.
La squadra di tecnici esamina anche la testiera del computer portatile, e rivela essere un Lenovo thinkpad T480, questo tipo di apparecchio è privo di lettori cd o dvd ai lati, eppure il soldato mostra una pila di cd di cui la resistenza avrebbe fatto uso grazie al computer mostrato.
L’esercito ha inoltre diffuso tramite i suoi canali social delle immagini che mostrano molteplici armi insieme a poster e libri che avrebbero trovato all’interno dell’ospedale; tuttavia, queste immagini non appaiono nel video diffuso.
La nostra squadra si accerta anche dei dati temporali, e risulta che le foto siano state scattate il 15 novembre tra le 17:42 e le 17:53, tempo che non coincide con quello delle riprese del video. Infatti, l’orologio indossato dal soldato durante le riprese del video, Jonathan Concricus, il portavoce ufficiale dell’esercito israeliano, segna le 13:18. Le foto, quindi, vengono scattate quattro ore dopo le riprese del video, tempo sufficiente per progettare e ideare delle prove mai esistite a sostegno della narrativa criminale israeliana.
L’esercito d’occupazione israeliano ha inoltre dichiarato di aver trovato dei tunnel nell’ospedale ed è ciò che però non appare nel video diffuso.
Trey Yingst, l’inviato del canale americano Fox News ha dichiarato sulla sua pagina “le armi ci sono state mostrate all’interno dell’ospedale, ma non erano presenti tunnel.”
Avichay Adraee, il portavoce israeliano per il mondo arabo, in un altro video pubblicato il 16 novembre spiega che le immagini riprese dall’esercito mostrano le entrate dei tunnel usati dalla resistenza nelle vicinanze dell’ospedale. L’indagine della squadra citata ha permesso di smontare anche questa menzogna.
Innanzitutto, è stata localizzata la posizione dei tunnel indicati dall’esercito con l’aiuto di Google. Dopo diverse ricerche su siti specializzati di ingegneria la squadra si è accertata che quei tunnel sono dei condotti in cemento adibiti al trasporto dell’energia elettrica in ospedale, e vengono usati per contenere tutti i fili elettrici e proteggerli, e si trovano a circa un metro di profondità nel terreno; dalle immagini pubblicate infatti si vedono cumuli di fili elettrici intorno alla buca scavata dall’esercito che riteneva essere le porte dei tunnel usati dalla resistenza.
Ciò che è chiaro è che Israele sta commettendo un genocidio e in contemporanea per giustificare i massacri di bambini innocenti si avvalla di una propaganda fallimentare colma di imprecisioni menzogne e assurdità, che in pochi minuti vengono sempre smontate.