Le Brigate del Martire Izz al-Din al-Qassam, l’ala militare del Movimento di Resistenza Palestinese (Hamas), hanno pubblicato una lettera scritta da una delle detenute israeliane e indirizzata ai militanti e ai dirigenti delle brigate qualche ora prima del suo rilascio grazie ad un accordo di scambio di prigionieri in cambio di una tregua umanitaria. La lettera, diversa da ciò che ci si potrebbe aspettare ma in linea con la testimonianza degli altri prigionieri liberati, descrive l’umanità dei militanti delle Brigate Al Qassam nel relazionarsi con le donne e i con bambini presi in ostaggio. Questa testimonianza, che sta divenendo virale in queste ore, contrariamente a quanto il governo d’occupazione israeliana e i media israeliani e occidentali hanno affermato, confuta la narrazione deumanizzante e demonizzante nei confronti del movimento di resistenza palestinese in merito al trattamento degli ostaggi e che è stata usata per promuovere la legittimità del genocidio a danno di due milioni e mezzo di civili che vivono in una striscia di terra lunga 41km. Di seguito il testo del messaggio tradotto in italiano:
“Agli ufficiali che mi hanno accompagnata in queste settimane, sembrerebbe che domani ci separeremo, vorrei ringraziarvi di cuore, per la straordinaria umanità che avete dimostrato nei confronti di mia figlia Emilia.
Eravate come genitori per lei, le avete permesso di stare con voi tutte le volte che lo desiderava. Mi ha confessato di considerarvi tutti degli amici, e non solo, dei cari.
Grazie, grazie, grazie per tutte le ore in cui siete stati come una tata per lei. Grazie per essere stati così pazienti con lei e per averle dato dolci, frutta e tutto ciò che era disponibile anche in condizione di scarsità.
I bambini non dovrebbero essere ostaggi di qualcuno, ma grazie a voi e alle altre brave persone che abbiamo incontrato mia figlia si è sentita una regina a Gaza. E in generale, si è sentita al centro delle attenzioni.
Tutte le persone che abbiamo incontrato nel nostro lungo viaggio, anche i vostri leader, si sono comportati con gentilezza e affetto nei confronti di mia figlia.
Vi sarò per sempre debitrice, perché nonostante la guerra, mia figlia non sta tornando a casa con un trauma psicologico. Ricorderò per sempre la vostra gentilezza e la vostra premura nonostante le difficoltà che stavate affrontando e le gravi perdite che vi hanno inflitto qui a Gaza.
Vorrei che in questo mondo potessimo essere buoni amici. Auguro a tutti voi di stare bene, e lo auguro anche i vostri familiari. Grazie mille.
Daniel ed Emilia”
Un numero esiguo di media ha riconosciuto che i membri del movimento di resistenza islamica “Hamas” hanno trattato i detenuti con umanità e rispetto, secondo i resoconti dei prigionieri rilasciati, e questo conferma la testimonianza di altri detenuti, come quella dell’anziana Lifshitz, rilasciata il mese scorso. Il corrispondente militare del canale ebraico 13, Alon Ben David, ha detto di aver comunicato con alcuni dei detenuti che sono stati rilasciati, e tutti hanno confermato che i combattenti di Hamas “hanno riunito i membri di ciascun kibbutz permettendogli di stare a loro agio”. Ben David ha aggiunto: “I detenuti non sono stati sottoposti ad alcuna forma di volenza fisica o psicologica, e i membri di Hamas hanno fornito loro cibo, antidolorifici e farmaci, mantenendoli il più possibile in condizioni di sicurezza all’interno dei tunnel“.
Le Brigate Al-Qassam hanno lanciato l’operazione Al-Aqsa Flood il 7 ottobre, in risposta alle violazioni dell’occupazione israeliana nei territori palestinesi occupati. Da quel giorno a Gaza è in corso un massacro senza precedenti da parte del governo israeliano risultando in orrori inimmaginabili contro donne e bambini innocenti.