Un’aspra contestazione è scaturita tra gli attivisti per i diritti dopo che la Camera dei rappresentanti a guida repubblicana ha approvato una risoluzione che equipara l’anti-sionismo all’antisemitismo, definendola una misura “pericolosa” volta a limitare la libertà di espressione e a distogliere l’attenzione dalla guerra a Gaza.
Martedì, la Camera ha votato la risoluzione con un ampio margine di 311-14, con 92 membri democratici astenuti votando “presente”.
L’intento dichiarato della risoluzione è quello di respingere il “drastico aumento dell’antisemitismo negli Stati Uniti e nel mondo”. Tuttavia, il testo contiene anche una dichiarazione secondo cui la Camera “afferma chiaramente e fermamente che l’anti-sionismo è antisemitismo”. La risoluzione condanna anche lo slogan “Dal fiume al mare”, interpretato dagli attivisti come una chiamata per l’uguaglianza nella Palestina storica ma travisato dalla risoluzione come un “grido di battaglia per l’eradicazione dello Stato di Israele e del popolo ebraico”. Infine, la risoluzione definisce i manifestanti che si erano radunati a Washington, DC, il mese scorso per chiedere un cessate il fuoco come “teppisti” che avrebbero “diffuso un linguaggio odioso e vile amplificando temi antisemiti”.