Dopo numerosi episodi politici e sociali che hanno segnato l’Europa, la Danimarca ha recentemente adottato una decisione significativa. La nuova legge, approvata nel paese nordico, vieta ora di bruciare in pubblico qualsiasi testo sacro, tra cui il Corano.
In anni recenti, personaggi di estrema destra, e non solo, hanno pubblicamente bruciato copie del Corano, sfidando i sentimenti di circa 30 milioni di fedeli musulmani in Europa, giustificandolo con la “libertà di espressione”. Sorprendentemente, alcuni governi hanno concesso i necessari permessi per tali atti provocatori.
Paradossalmente, questi stessi governi hanno limitato la “libertà di espressione” in altre circostanze, come vietare la presenza di simboli e bandiere palestinesi nelle manifestazioni contro la guerra a Gaza in alcuni paesi come Regno Unito, Francia e Germania.
La Danimarca ha ora intrapreso una strada diversa e si auspica che altri paesi europei seguano il suo esempio, contribuendo a ridurre la discriminazione nei confronti dei cittadini musulmani rispetto a coloro che seguono altre religioni ed in generale la discriminazione contro le religioni.
Le motivazioni dietro questa decisione danese sono principalmente due. In primo luogo, preoccupazioni per la sicurezza interna, in considerazione degli atti ostili registrati nei confronti dei musulmani, come indicato dall’European Islamophobia Report 2022. In secondo luogo, la considerazione dei voti dei musulmani alle elezioni, con una popolazione islamica che costituisce circa il 6% dei quasi 6.000.000 di cittadini danesi.
È importante notare che l’approvazione di questa legge non sembra essere motivata da considerazioni umanitarie o dalla promozione dell’integrazione, in quanto la Danimarca ha attuato politiche severe, soprattutto nei confronti degli immigrati musulmani, mentre le restrizioni sono meno rigide per chi proviene da paesi occidentali.
Credito immagine: REUTERS (Luglio 22, 2023. )