In un’intervista esclusiva al quotidiano Daily Sabah, Jibril Rajoub, segretario del Comitato Centrale del movimento palestinese Fatah, ha discusso della situazione attuale nei territori palestinesi e della posizione nei confronti di Hamas, storico rivale del movimento.
Rajoub ha sottolineato che l’Autorità Palestinese non si assumerà la responsabilità della Striscia di Gaza senza un accordo con Hamas e soprattutto che questo comunque non accadrà prima del ritiro di Israele dalla Striscia.
Rajoub ha ribadito il sostegno al popolo di Gaza e a Hamas, affermando che eventuali discussioni sul futuro della Striscia di Gaza dovranno includere il movimento islamico. “Non andremo nella Striscia di Gaza senza un accordo con i movimenti della resistenza, in particolare Hamas, e non prima che Israele si ritiri da Gaza”, ha dichiarato Rajoub durante l’intervista tenutasi a Istanbul.
Ha inoltre precisato che ogni decisione, compresa la data per le elezioni generali che decideranno anche il futuro governo di Gaza, sarà presa solo tramite un consenso unanime di tutte le fazioni palestinesi. Hamas governa Gaza dal 2007, dopo un conflitto con Fatah.
Nonostante anni di contrasti, Fatah e Hamas hanno cercato vie di riconciliazione, incluso una serie di colloqui mediati da altri paesi. Dopo l’insorgere di nuovi conflitti il 7 ottobre, Fatah ha criticato gli attacchi israeliani ai territori palestinesi.
In risposta alle dichiarazioni del Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu, che ha affermato che il Presidente palestinese Mahmoud Abbas non governerà Gaza durante il suo mandato, Rajoub ha risposto: “Netanyahu e la destra fascista israeliana sono il nemico della Palestina e di tutti i palestinesi. Egli non vuole né Fatah né Hamas, e la sua guerra è contro tutto il popolo palestinese”.
Rajoub ha sottolineato che la posizione di Fatah e dell’Autorità Nazionale Palestinese sul futuro dei palestinesi è quella di un territorio palestinese unito, basato sui confini precedenti l’occupazione e sul raggiungimento di un accordo tra tutte le fazioni, inclusa Hamas, “per formare un governo di unità nazionale con compiti specifici e un limite di tempo”. Tale governo avrebbe la responsabilità del soccorso e della ricostruzione e servirebbe tutti i territori palestinesi.
La guerra attuale, secondo Rajoub, potrebbe aprire la strada a “seppellire la divisione” tra Fatah e Hamas, “creando le condizioni e le fondamenta per il futuro”.
Rajoub ha aggiunto che lo stato palestinese indipendente e l’unità dei territori palestinesi sono al centro di ogni dibattito sul conflitto. Ha evidenziato che Fatah considera Hamas parte integrante della società palestinese e che una formula di consenso per il futuro deve essere costruita su questa base, “che credo debba essere la nostra scelta strategica come due movimenti. Il nostro accordo e la nostra comprensione sono una garanzia di protezione di questo paese”.
Rajoub ha poi criticato la violenza e il terrorismo attualmente in corso a Gaza, definendoli senza precedenti nella storia umana e aventi l’obiettivo di spezzare la volontà umana, compreso l’imposizione di un assedio soffocante e la privazione di tutti i servizi di base. Ha lamentato che ci siano ancora potenze regionali e internazionali che si pongono come spettatori e hanno abbandonato le loro responsabilità di proteggere il popolo palestinese.
In merito alla mancata adozione di una risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite per un cessate il fuoco a Gaza, Rajoub ha affermato che la questione di Gaza è “un problema internazionale” e che gli sforzi sono concentrati prima di tutto sul fermare l’aggressione israeliana e in secondo luogo sul fornire soccorso.
Rajoub ha ringraziato il governo turco e il presidente Recep Tayyip Erdoğan per la loro posizione riguardo agli eventi a Gaza e per i loro sforzi diplomatici per porre fine alla guerra. Ha lodato la Turchia per la costruzione di un “ponte aereo per soccorrere il nostro popolo, compresa l’evacuazione dei feriti da Gaza”.
Infine, Rajoub ha criticato il ruolo degli Stati Uniti nella guerra, accusandoli di essere “complici dell’aggressione” per aver posto il veto alla risoluzione del cessate il fuoco e per le dichiarazioni del Segretario di Stato Antony Blinken sul “diritto di Israele di decidere su un cessate il fuoco”. Ha concluso che l’America può fermare questo, ma ha bloccato la risoluzione del Consiglio di Sicurezza.