Ogni giorno le cose si complicano di più per Israele e la leadership del primo ministro Benjamin Netanyahu.
Il giornalista Itzik Elrov pone interrogativi incisivi sulle presunte vittorie militari di Israele, mentre il lancio di razzi da parte di Hamas e gli attacchi di Hezbollah al nord evidenziano una situazione di crescente tensione.
Secondo Elrov nessun importante leader di Hamas è stato ucciso e al contempo più di 100 persone sono ancora prigioniere nei tunnel di Gaza.
Queste dichiarazioni portano a chiedersi se vi siano effettivamente dei successi militari di cui Netanyahu possa vantarsi e come Israele si sia trovato intrappolato in una guerra così complessa sotto una guida che viene definita “del tutto inappropriata”.
Il quotidiano Haaretz, attraverso le parole del giornalista Haim Levinson, denuncia un’industria della menzogna in Israele, dove si cerca di convincere l’opinione pubblica che le forze armate israeliane siano le più forti al mondo, nonostante la realtà mostri un esercito e un’intelligence che non riescono a contenere un’organizzazione come Hamas. Dal fronte libanese, Hezbollah ha rivendicato otto attacchi contro Israele, secondo quanto riportato dal corrispondente di Canale 12, Sapir Lipkin.
Questo contesto ha portato all’evacuazione di circa 180 navi che hanno cambiato rotta intorno all’Africa o si sono fermate per evitare attacchi nel Mar Rosso, come riportato dal giornale Maariv. La risposta israeliana agli attacchi di Hezbollah ha visto un’intensificazione dei bombardamenti sulle postazioni militari dell’organizzazione nel sud del Libano.
il giornale Maariv riporta che 86 dei 155 appartamenti del Kibbutz Manara sono stati distrutti dai razzi lanciati da Hezbollah dal Libano, con l’evacuazione del kibbutz e la definizione di metà di esso come zona militare chiusa.
Tuttavia, la situazione rimane tesa, con l’esercito israeliano che ha iniziato a distribuire ai soldati foto di persone rapite per facilitarne l’identificazione, come riportato da Canale 13. I media israeliani citano un comandante di unità nel nord che afferma che dal fronte di guerra aperto da Hezbollah sono già giunti 1.000 attacchi dall’7 ottobre.
La pressione internazionale, in particolare del Qatar su Hamas, per un accordo di scambio di prigionieri non ha finora portato a risultati concreti, e il leader di Hamas a Gaza, Yahya Sinwar, viene indicato come l’ostacolo principale ai negoziati. Sinwar infatti si è dimostrato indisponibile ad un accordo che non contempli un cessate il fuoco.
Israele sta considerando la possibilità di estendere la tregua per convincere Hamas a rilasciare gli ostaggi e intende stabilire linee difensive vicino agli insediamenti che circondano la Striscia di Gaza.
Nel frattempo, un battaglione della Brigata Golani, il principale corpo d’élite dell’esercito israeliano, è stato ritirato da Gaza dopo aver subito numerose perdite e questo rappresenta un indicatore importante del fallimento che sta vivendo l’esercito israeliano a Gaza.