L’esperto strategico e militare giordano Muhammad Al-Muqaba prevede che l’assassinio del leader di Hamas Saleh Al-Arouri a Gaza non farà altro che intensificare i lanci di razzi verso Tel Aviv.
In un’intervista rilasciata martedì alla Quds Press, Al-Muqaba ha dichiarato che le Brigate Al-Qassam e le Brigate Al-Quds in Libano sono in grado di agire in risposta all’assassinio, potendo raggiungere il confine e portare a termine operazioni specifiche, inclusi attacchi suicidi nei territori palestinesi occupati.
Al-Muqaba sostiene chepotrebbero esserci attacchi anche in Cisgiordania, condotti dalle Brigate Al-Qassam insieme alle Brigate Al-Quds. L’esperto sottolinea l’importanza di concentrare gli sforzi su Hezbollah, aumentando la portata degli attacchi per colpire Tel Aviv con missili, in risposta all’incursione israeliana a Beirut.
Secondo Al-Muqaba, l’ingresso di Hezbollahin un’offensiva su Tel Aviv potrebbe spingere Stati Uniti e paesi europei a intervenire per prevenire un’espansione del conflitto e accelerare una risoluzione internazionale che garantisca il cessate il fuoco e la fine dell’aggressione contro Gaza.
L’intervista evidenzia come l’assassinio di Al-Arouri a Beirut sia considerato un attacco alla sovranità di uno stato arabo, che richiederebbe una risposta ufficiale da parte del Libano. In assenza di una risposta militare, si auspica una reazione diplomatica e politica.
Al-Muqaba sottolinea che Israele potrebbe interpretare il ritiro delle portaerei americane dal Medio Oriente come un segnale di abbandono, che potrebbe aver spinto all’assassinio di Al-Arouri e all’intensificazione dell’escalation nel nord per costringere gli Stati Uniti a rimanere nella regione.
L’analista politico libanese Faisal Abdel Sater prevede anch’esso che l’assassinio di Al-Arouri scatenerà ulteriori fronti contro Israele e che tale atto non resterà senza risposta. Abdel Sater, in un’intervista ad Al Jazeera, afferma che il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu potrebbe cercare di ritrarre l’assassinio come una vittoria per rafforzare la sua immagine di governo.
Tuttavia, Abdel Sater ritiene che l’assassinio non risolverà i problemi di Netanyahu e che può essere visto come un tentativo di fermare la guerra, mentre la resistenza non può accettarlo e sta rispondendo da ogni direzione.
L’analista rileva anche che la risposta all’assassinio potrebbe arrivare dall’Iraq, dalla costa yemenita o dal Libano verso la Galilea e oltre, altrimenti Israele avrebbe mostrato una maggiore divisione all’interno del Libano.
Hezbollah si riserva il diritto di rispondere agli omicidi precedenti commessi da Israele contro alcuni dei suoi membri, come Imad Mughniyeh, suo figlio, Mustafa Badr al-Din e altri leader del partito. Abdel Sater ritiene che il fronte meridionale non si fermerà nonostante l’assassinio di Al-Arouri, poiché la vicenda ha una rilevanza speciale per Hezbollah. Egli aggiunge che esiste anche un fronte in fiamme nel Mar Rosso che si sta espandendo gradualmente.
L’ex diplomatico egiziano e professore di diritto internazionale e scienze politiche, Abdullah Al-Ashaal, considera l’assassinio di Al-Arouri e dei suoi compagni un atto che riflette la pratica israeliana di eliminare i leader palestinesi e un tentativo di coinvolgere Hezbollah e l’Iran in un conflitto più ampio.
Al-Ashaal, in dichiarazioni esclusive ad “Arabi 21”, ha interpretato l’attuale intervento di Israele in Libano e l’assassinio dei leader di Hamas come un tentativo di distogliere l’attenzione da Gaza e di coinvolgere l’Iran, sapendo che Hezbollah non rimarrà in silenzio.
Al-Ashaal invita Hezbollah a coordinarsi con Hamas e il resto delle forze politiche libanesi nella risposta a Israele, tenendo conto delle differenze tra la resistenza palestinese e la situazione in Libano. Egli sottolinea che il Libano ha pagato un prezzo elevato nel conflitto arabo-israeliano, cercando di proteggere i palestinesi e che la resistenza palestinese ha ora assunto la guida della propria causa, liberandosi dalla tutela araba.
L’assassinio di figure di spicco come Al-Arouri ha avuto un impatto sulla resistenza, afferma Al-Ashaal, sottolineando che l’assassinio è considerato da Israele uno strumento efficace per raggiungere i suoi obiettivi, nonostante sia un crimine di guerra secondo il diritto internazionale. Al-Ashaal propone di contrastare questa politica israeliana attraverso un fronte legale internazionale per denunciare l’occupazione.
In conclusione, Al-Ashaal ribadisce che la resistenza difende il popolo palestinese e che il mondo arabo dovrebbe sostenere la resistenza, poiché Israele considera il confronto con la resistenza una lotta per la sopravvivenza.