Un sondaggio d’opinione condotto nel mondo arabo dal Centro Arabo per la Ricerca e Studi Politici ha raccolto le risposte di 8.000 persone sulla guerra in corso in Palestina, i risultati mostrano una grande crescita di consenso verso Hamas e verso l’idea di resistenza in generale.
Il primo dato ci dice che il 92% degli intervistati considera la questione della Palestina come un affare proprio che non riguarda soltanto i palestinesi mentre il
67% ritiene che l’operazione militare condotta da Hamas il 7 ottobre sia stata una legittima operazione di resistenza.
Ben 69% ha espresso la propria solidarietà e sostegno ad Hamas e l’89% degli arabi intervistati rifiuta di riconoscere Israele.
Il sondaggio è stato effettuato su un campione di 8000 intervistati (uomini e donne) provenienti da 16 paesi arabi.
I risultati dell’indagine dimostrano il livello di percezione della guerra dall’opinione pubblica araba, con il 97% degli intervistati che esprime stress psicologico (a vari livelli), e l’84% che esprime un senso di grande stress emotivo e mentale.
Circa l’80% degli intervistati ha riferito di seguire regolarmente le notizie sulla guerra, rispetto al 7% che ha affermato di non seguirle, un’ulteriore indicazione del fatto che il pubblico arabo vede questa guerra come un evento che lo riguarda da vicino. Per accedere alle notizie il 54% degli intervistati si è affidato alla televisione, contro il 43% che si è affidato a internet.
È interessante notare che i risultati hanno evidenziato che l’opinione pubblica araba non crede che l’operazione militare condotta da Hamas il 7 ottobre 2023 sia stata dettata da un’agenda straniera. Il 35% degli intervistati ritiene che la ragione più importante dell’operazione sia stata la continua occupazione israeliana dei territori palestinesi, mentre il 24% l’ha attribuita principalmente alla difesa contro l’attacco israeliano alla moschea di Al-Aqsa, e l’8% l’ha vista come il risultato dell’operazione assedio in corso della Striscia di Gaza.
Mentre il 67% degli intervistati ha riferito che l’operazione militare condotta da Hamas è stata un’operazione di resistenza legittima, il 19% ha riferito che si è trattato di un’operazione di resistenza in qualche modo imperfetta ma legittima, e il 3% ha affermato che si è trattato di un’azione di resistenza legittima ma che ha prodotto azioni atroci o atti criminali, mentre il 5% ritiene che si tratti di un’operazione illegittima.
Il 92% del campione esprime solidarietà con il popolo palestinese di Gaza. Mentre il 69% degli intervistati ha espresso solidarietà ai palestinesi e sostegno ad Hamas, il 23% ha espresso solidarietà ai palestinesi nonostante si opponga ad Hamas, e l’1% ha dichiarato nessuna solidarietà con i palestinesi.
La maggioranza degli intervistati ha rifiutato i paragoni tra Hamas e ISIS fatti prevalentemente da politici e personalità dei media israeliani e occidentali.
Alla domanda sulle risposte delle potenze regionali e internazionali alla guerra di Israele a Gaza, il 94% ha considerato negativamente la posizione degli Stati Uniti, mentre l’82% la considera pessima. Nello stesso contesto, im media il 75% degli intervistati valuta negativamente le posizioni di Francia, Regno Unito e Germania. Le opinioni sono più divise sulle posizioni di Iran, Turchia, Russia e Cina. Mentre il 45% hanno una considerazione positiva, quelli che hanno un’opinione negativa si attestano al 40%.
Il 76% degli intervistati ha riferito che la loro posizione nei confronti degli Stati Uniti in seguito alla guerra israeliana a Gaza è diventata più negativa, indicando che l’opinione pubblica araba ha perso fiducia negli Stati Uniti. Inoltre, gli intervistati hanno dimostrato un quasi consenso (81%) nel ritenere che il governo degli Stati Uniti non sia seriamente intenzionato a lavorare per istituire uno Stato palestinese nei territori occupati nel 1967 (Cisgiordania, Gerusalemme e Gaza).
Circa il 77% degli intervistati ha indicato gli Stati Uniti e Israele come la più grande minaccia alla sicurezza e alla stabilità della regione. Mentre il 51% considera gli Stati Uniti il paese più minaccioso, il 26% ritiene che la minaccia più grande sia Israele. Mentre l’82% degli intervistati ha riferito che la copertura mediatica statunitense della guerra era sbilanciata a favore di Israele, solo il 7% la considera neutrale.
L’opinione pubblica araba vede la causa palestinese come una questione araba, e non esclusivamente palestinese. La quasi unanimità, il 92%, ritiene che la questione palestinese riguardi tutti gli arabi e non solo i palestinesi. D’altra parte, il 6% ha affermato che la questione riguarda solo i palestinesi e che solo loro devono lavorare per risolverla.
Vale la pena notare che questa percentuale è la più alta registrata dall’inizio dei sondaggi nel 2011, passando dal 76% alla fine del 2022, al 92% quest’anno. Alcuni paesi hanno registrato aumenti significativi. In Marocco è passato dal 59% nel 2022 al 95%, in Egitto dal 75% al 94%, in Sudan dal 68% al 91% e in Arabia Saudita dal 69% al 95%, un aumento statisticamente significativo che rappresenta un cambiamento fondamentale nelle opinioni dei cittadini di questi Paesi.
L’opinione pubblica araba è quasi unanime nel respingere il riconoscimento di Israele, ad una percentuale dell’89%, rispetto all’84% del 2022, d’altro canto solo il 4% sostiene il suo riconoscimento. Di particolare rilievo è l’aumento della percentuale di coloro che hanno rifiutato il riconoscimento di Israele in Arabia Saudita dal 38% nel sondaggio del 2022 al 68% in questo sondaggio. Un aumento così statisticamente significativo vale anche per altri paesi come il Marocco, dove la percentuale è passata dal 67% al 78%, e il Sudan, dove è aumentata dal 72% all’81%.
Alla domanda sulle loro opinioni su quali misure i governi arabi dovrebbero adottare per fermare la guerra a Gaza, il 36% degli intervistati ha affermato che i governi arabi dovrebbero sospendere tutte le relazioni o i processi di normalizzazione con Israele, mentre il 14% di loro ha affermato che gli aiuti e il sostegno dovrebbero essere portato a Gaza senza l’approvazione israeliana, e l’11% ha affermato che i governi arabi dovrebbero usare il petrolio come arma per esercitare pressione su Israele e i suoi sostenitori.
Questa inchiesta è la prima nel suo genere a sondare l’opinione pubblica del modo arabo in merito al conflitto in corso. Il lavoro sul campo è stato condotto dal 12 dicembre 2023 al 5 gennaio 2024 in Mauritania, Marocco, Algeria, Tunisia, Libia, Egitto, Sudan, Yemen, Oman, Qatar, Kuwait, Arabia Saudita, Iraq, Giordania, Libano e Cisgiordania, Palestina (inclusa Gerusalemme).
Le comunità intervistate rappresentano il 95% della popolazione araba. Il campione in ciascuna delle comunità sopra menzionate era di 500 uomini e donne, estratti secondo metodi di campionamento per garantire che ogni individuo in ciascun Paese avesse la stessa probabilità di comparire nel campione.