Il ministro della Difesa israeliano, Yoav Gallant, ha annunciato la fine dell’intensa incursione militare nel nord della Striscia di Gaza e ha indicato che questa fase si concluderà presto anche nel sud della Striscia.
I giornali israeliani parlano di un possibile ritiro di una divisione, compresa la brigata Golani e il corpo del genio, da Gaza per trasferirle in Cisgiordania, a causa delle preoccupazioni di Israele rispetto al possibile scoppia di una rivolta su vasta scala.
Gallant ha sottolineato che l’establishment militare israeliano rifiuta la possibilità di un cessate il fuoco nella Striscia di Gaza, poiché ritiene che solo attraverso la guerra si possa ottenere il rilascio dei prigionieri israeliani detenuti dalle fazioni di resistenza nella regione. Ha affermato che senza una pressione militare costante Israele non sarà in grado di condurre negoziati tramite mediatori che potrebbero portare al ritorno dei detenuti.
Il ministro della Difesa ha sottolineato l’importanza dell’unità all’interno del governo di emergenza e ha richiesto un governo di unità nazionale come condizione fondamentale per la vittoria nella guerra. Ha criticato le esitazioni politiche e ha sottolineato che la fine della guerra a Gaza deve essere basata su azioni politiche chiare.
Al contempo però, i media israeliani hanno rivelato che Israele sta preparando un piano per sfollare i residenti di una zona al della Striscia di Gaza e occupare l’asse di Filadelfia, che costituisce il confine tra Egitto e la Palestina. L’esercito israeliano sta aspettando l’approvazione politica per evacuare i residenti di Rafah e prendere il controllo dell’intera zona di Filadelfia.
L’esercito egiziano sta intensificando la presenza di forze corazzate e di fanteria nella regione di Rafah, in risposta a queste mosse di Israele. Gli accordi di pace tra Israele e l’Egitto prevedono che agli egiziani sia impedito di introdurre grandi forze militari nella regione di Rafah, ma sembra che Israele abbia concesso una precedente autorizzazione al presidente egiziano Sisi per portare avanti un’operazione militare.
La situazione nella Striscia di Gaza rimane critica, con l’esercito israeliano che continua l’aggressione e i bombardamenti su ospedali, edifici e case di civili palestinesi. La popolazione di Gaza è afflitta dalla carenza di cibo, acqua, medicine e carburante. Gli sfollati sono aumentati a oltre 1,8 milioni di persone.