L’esercito israeliano ha ammesso che i suoi soldati hanno profanato le tombe nella Striscia di Gaza. I militari hanno giustificato l’atto affermando che l’intenzione era confermare che i prigionieri israeliano non fossero tra i sepolti.
L’esercito israeliano ha affermato alla CNN di aver ritornato i copri dei palestinesi dopo i presunti controlli ma prove indipendenti di ciò sono assenti mentre le critiche sulla profanazione e la mutilazione dei cadaveri palestinesi è stata già sotto i riflettori.
Settimane fa, infatti, la testimonianza choc del candidato al premio Nobel per la pace e membro dell’ANP Mustafa Barghouti che ha denunciato il fatto che i prigionieri palestinesi che devono scontare una pena nelle carceri israeliane vengono tenuti nelle prigioni anche dopo la morte fino al completamento del termine della pena che può arrivare anche a più di 100 anni.
Oltre a ciò, Euro-Med Monitor ha documentato casi in cui l’esercito israeliano ha confiscato cadaveri dal complesso medico Al-Shifa con critiche avanzati da alcuni attivisti che tali cadaveri sono stati usati per il ristoccaggio delle macabre ”skin banks” israeliane, le banche della pelle. Di queste banche dell’orrore (per i palestinesi) parla la dottoressa israeliana Meira Weiss, nel suo libro “Over Their Dead Bodies”, in cui ha rivelato il gravissimo fatto dell’utilizzo senza consenso di organi di palestinesi morti senza nella ricerca medica presso le facoltà di medicina delle università israeliane e il trapianto nei corpi di pazienti ebrei-israeliani. Tale fatto è stato rilevato dichiaratamente nel famigerato documentario sulle skin banks mandato in onda sul canale israeliano Channel 10 ed in cui gli operatori hanno ammesso che una parte importante degli organi utilizzati provenivano da cadaveri palestinesi e ottenuti senza il loro consenso profanando e mutilando i cadaveri.
Crediti immagine copertina: Reuters