Nella lettera indirizzata al Ministero dell’Istruzione e del Merito, il quotidiano La Luce, nato in seno alla comunità islamica italiana, esprime la propria preoccupazione riguardo al comunicato stampa dell’Unione delle Comunità Ebraiche in Italia (UCEI) sulla linea politica da seguire per la Giornata della Memoria 2024 e chiede al Ministero che garantisca il pluralismo, la libertà di espressione e che dia seguito al mandato di educare alla prevenzione di nuovi genocidi sensibilizzando su quello in corso a Gaza.
Secondo La Luce, le affermazioni contenute nel comunicato sono contrarie allo spirito di pluralismo che caratterizza la società civile.
La Luce richiama l’attenzione sull’articolo 2 della Legge 211/2000, che stabilisce che la Giornata della Memoria debba essere celebrata in modo particolare nelle scuole di ogni ordine e grado, con l’obiettivo di organizzare iniziative per prevenire futuri atti di genocidio. Davide Piccardo, direttore di questo quotidiano, ricorda che la stessa indicazione viene dalla risoluzione dell’ONU che nel 2005 istituì la giornata a livello mondiale.
La Luce critica l’UCEI per voler escludere dal dibattito tutto ciò che non riguarda esclusivamente il ricordo della Shoah, ignorando gli avvenimenti attuali e definendoli come questioni da affrontare in un altro momento.
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La missiva sottolinea come l’UCEI sostenga la necessità di attualizzare i fenomeni del passato e riconoscerli nel presente, ma allo stesso tempo sembri concentrarsi solo su un possibile secondo Olocausto, ignorando le atrocità in corso a Gaza e considerando qualsiasi opinione diversa come espressione di antisemitismo.
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La Luce cita il magistrato Cuno Tarfusser, che ha affermato che la condotta di Israele verso i palestinesi ha aspetti genocidari, e ricorda che anche l’ex Presidente della Repubblica Sandro Pertini ha fatto riferimento a simili analogie nel suo messaggio di fine anno del 1983. La Luce considera inammissibile che opinioni qualificate come queste siano considerate espressioni di antisemitismo.
La lettera inoltre esprime preoccupazione per la reazione dell’UCEI alle richieste di contestualizzare la Giornata della Memoria con gli avvenimenti a Gaza, L’Unione delle Comunità Ebraiche infatti aveva definito tali richieste come “distorsioni virulente” provenienti da giornalisti, forze sociali, politiche e sindacali, inclusi docenti e studenti.
Il quotidiano infine chiede al Ministero dell’Istruzione e del Merito di garantire il pluralismo delle idee nella Giornata della Memoria 2024 e di condannare ogni forma di censura emettendo una circolare che garantisca la libertà di pensiero e di espressione, nonché la contestualizzazione degli avvenimenti in corso a Gaza durante la commemorazione.
Il testo completo della lettera
In data 17 gennaio c.a. l’Unione delle Comunità Ebraiche in Italia, di seguito UCEI, ha diramato un comunicato stampa in cui dà indicazioni sulla linea politica da seguire per la Giornata della Memoria 2024. A nostro avviso le affermazioni contenute in questo comunicato sono contrarie allo spirito di tale ricorrenza proprio perché in antitesi col pluralismo che è alla base della nostra società civile.
Ci rivolgiamo al Ministero dell’Istruzione e del Merito in quanto dicastero del Governo preposto alla funzione di educazione ed istruzione dei giovani del nostro paese e perché l’articolo 2 della Legge 211/2000 dispone che la Giornata della Memoria sia celebrata “in modo particolare nelle scuole di ogni ordine e grado”.
Il fine di questa legge è inscritto sempre nell’articolo 2 ove vengono elencate le iniziative da organizzare “affinché simili eventi non possano mai più accadere”. Anche la Risoluzione ONU 60/7 del 2005 sulla Giornata della Memoria del 27 gennaio, agli articoli 2 e 6, stabilisce che il fine dei “programmi educativi” e “di sensibilizzazione” è quello di “prevenire futuri atti di genocidio”.
L’UCEI pretende di escludere dal dibattito tutto ciò che non sia il solo ricordo della Shoah e con questo sembrerebbe proporre un esercizio di memoria che guarda al passato per chiudere gli occhi su un presente fatto di avvenimenti che per l’UCEI “vanno rinviati ad altro Giorno”. Allo stesso tempo però l’UCEI dice che “è necessario anche attualizzare i fenomeni del passato e saperli riconoscere nel presente” ed afferma apologeticamente che “il 7 ottobre il mondo è cambiato” e che nuovamente “vi sia un piano di sterminio del popolo ebraico”.
L’unico sguardo possibile sul presente sarebbe quindi quello che vede all’orizzonte un possibile secondo Olocausto. In quest’ottica le decine di migliaia di civili palestinesi ammazzati non sono altro che “il vittimismo e la propaganda proposta da Hamas” e qualsiasi opinione che si discosti da questa lettura dalle atrocità in corso a Gaza, comprese le indesiderate “accuse di stati”, rientra per l’UCEI nel novero delle “espressioni di antisemitismo”.
Sarebbe già esecrabile l’infamante accusa di antisemitismo che l’UCEI rivolge a chiunque non sposi le sue affermazioni ma non bisogna sottovalutare la vacuità delle stesse ed il senso di onnipotenza di chi pretende di salire in cattedra per spiegare a tutti “l’uso delle parole giuste” e come “utilizzare in modo responsabile i termini, primo fra tutti Genocidio”.
Il magistrato Cuno Tarfusser si è da poco espresso sulla recente accusa di genocidio, nei confronti di Israele, presentata dal Sudafrica alla Corte Internazionale di Giustizia. A proposito di queste “accuse di stati” che l’UCEI considera “espressioni di antisemitismo” Tarfusser, già giudice e vicepresidente della Corte Penale Internazionale dell’Aja, ha affermato che “la condotta di Israele nei confronti dei palestinesi ha aspetti genocidari” e che a lui “fa un po’ specie” che Israele “abbia atteggiamenti non molto dissimili” dalla Germania Nazista.
Riteniamo inammissibile che una simile opinione qualificata ed autorevole possa essere considerata come espressione di antisemitismo in quanto, per dirla con l’UCEI, presenterebbe “il tema in modo distorto e menzognero come il genocidio perpetrato e il lager a Gaza”. Per analogia, infatti, sarebbe poi da considerare antisemita anche l’ex. Presidente della Repubblica Sandro Pertini che ha espresso lo stesso accostamento di Tarfusser nel messaggio di fine anno del 1983. Non è superfluo ricordare che Sandro Pertini era stato un partigiano e che fu incarcerato dal regime fascista. A 40 anni da quel messaggio di fine anno possiamo affermare che il 7 ottobre del 2023 non è cambiato assolutamente nulla, soprattutto per il Popolo Palestinese.
Ci preoccupa che in risposta alla pressante richiesta della società di attualizzare la Giornata della Memoria parlando dei fatti in corso a Gaza l’UCEI parli di “distorsione virulenta espressa da collettività varie”. Parliamo di giornalisti e di forze sociali, politiche e sindacali. Soprattutto, i soggetti accusati dall’UCEI sono anche docenti e studenti. Si tratta cioè di tutti quei corpi sociali che durante il nazi-fascismo non avevano possibilità di esprimersi. Se c’è un parallelo avanzato dall’UCEI che ci sentiamo di condividere, ma con prospettiva diametralmente opposta, è quello in cui su Gaza, come durante il nazi-fascismo, viene utilizzato “un vocabolario dell’inganno per celare al mondo l’orrore di quanto avveniva”.
Alla luce di quanto sopra detto chiediamo che il Ministero dell’Istruzione e del Merito emani con urgenza una circolare, per tutte le scuole di ordine e grado, affinché nella Giornata della Memoria 2024 sia garantito il pluralismo delle idee e perché a tutti sia riconosciuta pari libertà di pensiero e di espressione. Inoltre, in merito alle legittime proposte di contestualizzare la Giornata della Memoria 2024 con le vicende in corso a Gaza, chiediamo che sia stigmatizzata ogni pretesa di censura come quella espressa dall’Unione della Comunità Ebraiche in Italia il 17 gennaio scorso.