In molti attendevano cosa sarebbe successo nel contesto del prossimo giorno della Memoria che sarà diverso dagli altri a causa del genocidio perpetrato dallo Stato ebraico nei confronti dei palestinesi.
Gli accostamenti tra la condizione dei palestinesi e quella degli ebrei vittime del nazismo, per ovvie ragioni, sono sempre più frequenti. Dai campi di concentramento alla pulizia etnica, e ancora dalle uccisioni sommarie e la disumanizzazione alla tortura sono moltissime le similitudini, tanto da far affermare a Cuno Tarfusser, già giudice e vicepresidente della Corte Penale Internazionale dell’Aja, che “la condotta di Israele nei confronti dei palestinesi ha aspetti genocidari” e che a lui “fa un po’ specie” che Israele “abbia atteggiamenti non molto dissimili” dalla Germania Nazista. Quella di Tarfusser non è certo un’opinione isolata.
A pochi giorni dalla giornata della Memoria di quest’anno il dibattito si riaccende più che mai con diverse organizzazioni che stanno pianificando eventi, azioni, e manifestazioni per contestare la pretesa sionista di Celebrare una giornata della Memoria che censuri la realtà del genocidio in corso a Gaza.
In particolare è il vademecum della Comunità ebraica a far discutere molto in queste ore: una guida di 12 punti con la quale l’UCEI che vorrebbe guidare e allineare le varie realtà ebraiche in Italia nella gestione della giornata della Memoria di quest’anno coprendo le critiche sollevate contro Israele ed il sionismo in questi mesi.
Oltre a rivedere qui i punti del vademecum dell’UCEI offriremo un vademecum alternativo che a differenza di quello del’UCEI mira non a “controllare le situazioni” e a “evitare di parlare” ma piuttosto all’insegna della verità, della giustizia, e della libertà di espressione.
I punti del vademecum, di cui Fanpage riporta evidenziano l’intenzione di condizionare in Italia la Giornata della Memoria censurando le voci critiche e controllando ossessivamente il dibattito.
Ecco i punti del vademecum visionato e riportato da Fanpage a cui seguirà il Vademecum da noi proposto per le persone libere che vogliono davvero ricordare la tragedia vissuta dal popolo ebraico senza chiudere gli occhi su quanto Israele sta compiendo contro i palestinesi.
Un riassunto delle raccomandazioni del vademecum dell’UCEI
1. Partecipare alle iniziative commemorative, evitando discorsi che non supportino le politiche del governo d’Israele nella memoria della Shoah.
2. Evitare di parlare di “nuova Shoah” rispetto al 7 ottobre, sottolineando l’unicità della Shoah nazista.
3. Separare la questione palestinese dalla Memoria della Shoah, evitando paragoni impropri e strumentalizzazioni.
4.Antisionismo/Antisraelianismo e appelli al boicottaggio, isolamento sono forme di antisemitismo. Non ultimo l’incriminazione richiesta dal Sud Africa contro Israele per accusa di genocidio al tribunale internazionale.
5. La richiesta di cessate il fuoco immediato, il pacifismo, l’equidistanza e le pretese di moralità rivolte unicamente a Israele e non ad altri Paesi belligeranti sono parimenti l’esempio di doppio standard.
6. Focalizzare il 27 gennaio come Giorno della Memoria e evitare che venga distorto o dedicato solo ai palestinesi.
7. Focalizzare il 27 gennaio come Giorno della Memoria così come rubricato nella legge altrimenti “rischiamo che, in qualche modo, il Giorno della Memoria venga affievolito e declinato come giorno di tutte le sofferenze e nel peggiore dei casi “scippato” da chi lo vorrà dedicare SOLO ai palestinesi, SOSTITUENDO gli ebrei con i palestinesi” (maiuscolo incluso nel vademecum originale)
8. Controllare la situazione nelle discussioni sulla guerra a Gaza, conoscendo gli invitati agli eventi e anticipando le domande.
9. Affrontare la componente cattolica o religiosa, evitando il ritorno di presunto antisemitismo cattolico.
10. Nel contesto di “eventi e interventi nelle università ed enti di ricerca” ribadire gli eventi del ’38 e l’esclusione degli ebrei dai ruoli e studi, collegandoli al boicottaggio odierno di intellettuali israeliani/ebrei.
11. Bisogna rappresentare la persecuzione di donne ed LGBT durante la Shoah accostandola con quanto avviene nei territori palestinesi e paesi islamici, contro chi nega quanto accaduto il 7 ottobre.
In sintesi, il vademecum dell’UCEI raccomanda di delegittimare le critiche, attaccare l’Islam ed i musulmani, controllare le situazioni ed i discorsi, e tacciare di antisemitismo le critiche al governo israeliano e l’appoggio alla causa palestinese ed il loro diritto all’autodeterminazione e la libertà dall’occupazione brutale e l’apartheid. Alla luce di ciò e dei molti eventi che vengono in questi giorni pianificati da parte di molte realtà che operano nel mondo dei diritti fondamentali e di realtà studentesche ed educative, vogliamo proporre il seguente vademecum che mira a garantire una giornata della Memoria libera per tutti, ebrei inclusi, all’insegna di un ricordo che miri alla consapevolezza, alla pace e alla giustizia con l’obiettivo della non ripetizione, perché bisogna ricordare che è proprio con questo spirito che la giornata viene istituita, sia dal legislatore italiano, sia dalla risoluzione ONU del 2005.
Vademecum del popolo libero
1. Partecipare alle iniziative commemorative senza limitare il proprio discorso: incoraggiare una discussione aperta e inclusiva durante le iniziative commemorative, dando spazio a opinioni diverse sulla politica di Israele.
2. Utilizzare liberamente termini come “seconda Shoah” per enfatizzare la gravità dell’assedio di Gaza
3. Connettere i vari casi di genocidio, inclusa la questione palestinese, alla Memoria della Shoah e utilizzare simboli appropriati: promuovere un’analisi critica che consideri i legami tra la situazione palestinese e la Shoah, incoraggiando l’uso di simboli significativi per rappresentare le diverse prospettive.
4. Accogliere l’antisionismo e il boicottaggio come espressione di dissenso e anti-colonialismo: considerare l’antisionismo e il boicottaggio come mezzi legittimi di esprimere dissenso politico, evitando di etichettarli automaticamente come antisemitici.
5. Valorizzare la diversità di opinioni sulla politica di Israele: sottolineare l’importanza di accettare una varietà di opinioni sulle politiche israeliane, senza richiedere una difesa acritica di Israele.
6. Focalizzare il 27 gennaio come Giorno della Memoria con ampio spettro di riflessioni: promuovere una visione inclusiva del Giorno della Memoria che riconosca tutte le sofferenze, evitando di limitare l’attenzione solo ad un popolo.
7. Mantenere l’unità di missione rispettando tutte le vittime della Shoah e degli altri genocidi: riconoscere e rispettare tutte le vittime delle persecuzioni e dei genocidi senza enfatizzare una specifica narrativa politica.
8. Riconoscere l’occupazione illegale di Israele e di altri Paesi: esaminare in modo critico le violazioni del diritto internazionale ed umanitario da parte di Israele e di altri paesi, evitando di idealizzare in modo acritico la situazione in Israele.
9. Promuovere il dialogo aperto e inclusivo sulla guerra a Gaza: incentivare il dialogo aperto e inclusivo su questioni legate alla guerra a Gaza, evitando la limitazione delle discussioni e promuovendo la comprensione reciproca.
10. Favorire il dialogo interreligioso senza alimentare pregiudizi: promuovere un dialogo interreligioso che eviti l’uso distorto di termini e simboli connessi alla fede, incoraggiando il rispetto reciproco tra le comunità.
11. Sostenere la libera espressione nelle università ed enti di ricerca: promuovere la libera espressione e il dibattito aperto nelle università ed enti di ricerca, evitando di collegare automaticamente il boicottaggio di intellettuali israeliani/ebrei a eventi passati come il ’38.
12. Rappresentare le diverse culture nel mondo (inclusi i territori palestinesi) abbracciando le legittime differenze valoriali promuovendo una discussione equilibrata e non da guerra di civiltà.