La recente scomparsa di Alexei Navalny è stata accompagnata dalla rivelazione – condivisa da Reuters ed acquisita da una fonte russa- in merito ad un potenziale scambio di prigionieri che avrebbe potuto garantire il rilascio di Navalny. Una fonte vicina a Navalny ha affermato che la morte di Navalny, lungi dall’essere dovuta a cause naturali come dichiarato dal Cremlino, sarebbe stata ordinata da Putin per far saltare il piano dello scambio di ostaggi. Le tensioni sono alte in Europe con Ursula Von Der Leyen che martedì ha affermato le necessità in Europa di aumentare la produzione delle armi “come fatto on i vaccini.”
Il senso di ”crisi” espresso dalla politica europea però non trova riscontro fra gli europei che alla luce del massacro a Gaza compiuto da Israele hanno ancora una volta accusato la politica occidentale di doppi standard. Questo è stato esacerbato in seguito al discorso della moglie di Navalny, Yulia, che nella giornata di oggi ha accusato Putin dell’omicidio del marito e criticato chi ha proposto di negoziare con Putin ritenendolo un attore razionale. Per Yulia Navalnaya Putin è un ”mostro sanguinario”.
Così mentre Navalnaya accusava Putin di essere un killer ed un indegno mostro gli eurodeputati applaudivano rendendo evidente l’impunità di cui godono i membri della leadership israeliana, le cui mani sono macchiate del sangue di innumerevoli innocenti a Gaza. Mentre la moglie di Navalny, Yulia, chiede giustizia e chiarezza per la morte del marito, i palestinesi continuano a piangere le vite perse nel brutale attacco scatenato dall’esercito israeliano.
Israele, incoraggiato dal sostegno incrollabile dell’establishment statunitense, ha eluso la responsabilità del massacro a Gaza, dove migliaia di civili sono morti o mutilati sotto l’implacabile raffica di attacchi aerei israeliani. Il silenzio assordante della comunità internazionale di fronte a tali atrocità rappresenta una spina nel fianco della bussola morale che governa la politica occidentale.
Lo spargimento di sangue a Gaza e l’omicidio di Navalny non sono episodi isolati ma sintomi di un’epidemia globale di ipocrisia e impunità che minaccia le fondamenta stesse della giustizia e della democrazia.
E’ risaputo che la politica, purtroppo, non è governata dai valori ma dagli interessi. I cittadini che rappresentano la linfa vitale della politica però non parla la stessa lingua utilitarista e con le elezioni del Parlamento Europeo dietro l’angolo il genocidio in atto a Gaza, la postura europei nei confronti di Israele, e la questione Russo-Ucraina costituiscono i più forti elementi di mobilitazione socio-politica e di conseguenza determineranno dove si sposterà l’ago della bilancia il prossimo 6 Giugno.
Crediti immagine copertina: Parlamento Europeo