Il genocidio in atto nella Striscia di Gaza ha scosso le coscienze del mondo intero, portando alla luce atti di violenza e crudeltà perpetrati da Israele che sono impossibili da comprendere. La tragedia della famiglia al-Khaldi, brutalmente massacrata dalle forze israeliane nella propria abitazione, è un racconto di terrore e ingiustizia che non può essere ignorato assieme ai tanti altri racconti di orrore che vengono dalla Striscia.
La famiglia Al Khaldi rimane intrappolata nel proprio rifugio cercando disperatamente protezione da un attacco aereo israeliano imminente. Ma invece di trovare sicurezza, si trovano nel mirino dell’esercito israeliano, vittime di una violenza indiscriminata che non risparmia donne incinte né bambini.
La testimonianza del piccolo Faisal al-Khaldi, unico sopravvissuto al massacro insieme al fratello Adam, è peggiore di un racconto dell’orrore. Egli ha descritto in una recente intervista condivisa da Middle East Eye il massacro subito dalla sua famiglia raccontando di come senza alcuna pietà, le forze israeliane abbiano lanciato granate e aperto il fuoco contro persone innocenti senza distinguere tra giovani e anziani, tra uomini, donne e bambini e fucilando la madre incinta di 7 mesi ed il padre dopo averli trascinati nel corridoio del rifugio proprio davanti agli occhi del piccolo Faisal.
La morte di Fatima e Ahmed al-Khaldi, lasciando dietro di sé i loro figli Adam e Faisal, è un evento traumatico che segnerà senza dubbio la vita dei piccoli. La perdita delle vite umane innocenti a Gaza testimonia la brutalità di un massacro che ignora ogni principio di umanità.
Le atrocità riportate dalla Striscia di Gaza hanno già suscitato l’indignazione della comunità internazionale senza però risultare in azioni concrete. L’Ufficio dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Diritti Umani ha inoltre sollevato l’allarme, chiedendo un’indagine indipendente e l’eventuale perseguimento dei responsabili di tali crimini di guerra.