La recente vicenda riguardante il chirurgo britannico-palestinese Ghassan Abu Sittah, trattenuto dalle autorità tedesche e privato dell’ingresso nel paese, getta un’ulteriore macchia sulla reputazione della Germania già impattata dall’accusa di agevolare il genocidio israeliano a Gaza, mossa dal Nicaragua presso la Corte Internazionale di Giustizia.
Abu Sittah, che di recente è stato anche eletto rettore dell’università di Glasgow, è stato inizialmente previsto come relatore in una conferenza palestinese a Berlino. La conferenza è poi diventata oggetto di attenzione mediatica dopo le segnalazioni di Al Jazeera Arabic e della giornalista palestinese Hebh Jamal, residente in Germania.
Il dottore ha dedicato il suo impegno a sensibilizzare sull’impatto devastante della guerra di Israele a Gaza, che ha mietuto oltre 33.000 vite palestinesi da quando ha lasciato la striscia costiera alla fine di novembre.
Durante le prime fasi dell’aggressione israeliana, Abu Sittah è emerso come una voce autorevole nel contesto anglofono, rappresentando i medici e i chirurghi palestinesi che curavano i feriti degli attacchi israeliani. Le sue denunce riguardo all’uso di fosforo bianco, vietato nelle aree densamente popolate come Gaza, e ai presunti attacchi mirati ai bambini hanno suscitato indignazione e richieste di indagini internazionali.
Berlino, nel contesto della sua lunga storia di forniture belliche ad Israele e del suo ruolo di sostegno politico, si trova ora dunque al centro di una controversia internazionale. La già menzionata accusa di agevolare il genocidio israeliano a Gaza presentata presso la Corte Internazionale di Giustizia dal Nicaragua ha visto le giustificazioni della Germania basate su un presunto dovere ”speciale” di proteggere Israele a causa dell’Olocausto. Queste giustificazioni però sollevano interrogativi sulle priorità morali e politiche del paese che ha non ha denunciato le già innumerevoli violazioni del diritto denunciate da anni oltre che durante l’assedio di Gaza. La decisione di trattenere Abu Sittah ha scatenato una valanga di reazioni e richieste di chiarimenti sia a livello nazionale che internazionale.
In questo contesto , il destino di Abu Sittah si intreccia con le tensioni geopolitiche e le lotte per i diritti umani nella regione del Medio Oriente. La sua esperienza personale diventa un simbolo delle sfide e delle controversie che caratterizzano l’oppressione israeliana contro i palestinesi, richiamando ancora una volta l’attenzione su questioni di giustizia, diritti umani e responsabilità internazionale oltre che di coerenza.
Crediti immagine copertina: © Henry Nicholls / AFP