Un operatore umanitario si trova a Gaza in questi giorni ci invia la quinta corrispondenza sulla situazione nella Striscia.
Stanotte 25 Aprile un bambino di 5 anni é morto in una delle decine di migliaia di tende che si estendono a perdita d’occhio nella zona di Rafah. Una donna di 20 anni é morta per un colpo di calore mentre cercava di raggiungere a piedi il confine con l’Egitto, aveva pagato il suo riscatto per uscire da Gaza, ma non aveva i soldi per pagarsi il trasporto fino al confine. Queste notizie sono la punta dell’iceberg di quello che sta provocando un’improvvisa ondata di calore nella striscia di Gaza. I primi soccorsi sono della mezza luna palestinese sono sommersi da richieste di aiuto, la disidratazione, convulsioni febbrili, lipotimie, infezioni intestinali, insieme al caldo sono una combinazione letale per tutti. Le vittime della guerra non sono solamente quelle che muoiono sotto le bombe, il numero dei feriti è sicuramente maggiore di quello dei morti e molti dei feriti saranno degli invalidi permanenti. Ma non siamo affatto all’epilogo di un massacro, lo stillicidio continua, i bombardamenti non smettono mai del tutto.
Quello che sta succedendo a Gaza sotto gli occhi del mondo, e quindi in qualche modo con la responsabilità del mondo, ha dell’incredibile: la persecuzione infinita di un popolo a cui è stata rubata la propria terra e a cui si rimprovera di esercitare una legittima resistenza. A Gaza si vedono ancora oggi e ogni giorno le navi militari israeliane sparare su povera gente che si avventura a poche centinaia di metri dalla riva per pescare qualcosa, si scoprono fosse comuni negli ospedali, si bombarda la popolazione civile a tutte le ore del giorno e della notte. Non ci sono più scuole né ospedali. L’economia dipende totalmente dagli aiuti internazionali. Non si può neanche scappare per andare altrove, almeno che non si disponga di cifre considerevoli da passare sotto banco ai corrotti burocrati egiziani. I droni sorvolano continuamente e ovunque tutto il territorio. Tutti sono in attesa della annunciata invasione da terra a Rafah da parte dell’IDF, l’unico spicchio di questa già minuscola terra non ancora raso completamente al suolo. Ma quale sarà il futuro di questa gente? Qual è il programma nella mente del governo sionista che sembra avere le mani libere per fare ciò che vuole di questo popolo?
Tutti sanno che una vita civile non sarà più possibile a Gaza nei prossimi anni, anche se tutto finisse ora ci vorrebbe un tempo lunghissimo per ristabilire un minimo di infrastrutture. Si potranno ricostruire poi le case ma non sarà facile ricostruire le attività economiche e commerciali. I ragazzi che studiavano saranno costretti ad interrompere il loro corso di studio per anni, chi è malato difficilmente potrà curarsi. Sconfiggere Hamas è l’obiettivo annunciato da tutto il fronte dei ”buoni” ma tutti sanno che questa è una cosa impossibile. Semmai questa carneficina non potrà che dare nuova forza alla resistenza che di fatto ancora opera liberamente in tutta la Striscia. Allora qual è il vero obiettivo di Israele? Impadronirsi di tutto il territorio deportando i suoi abitanti? Ridurre la popolazione ad uno stato di indigenza perpetua?
Quello che vedono chiaramente gli occhi di chi ha il privilegio di una posizione comoda, come il sottoscritto che tra pochi giorni potrà uscire da questa prigione a cielo aperto, non viene visto dalla gente locale: semplicemente la popolazione civile cerca di sopravvivere in attesa che termini l’assedio, e nessuno riesce a pensare che gli si possa infliggere una tortura peggio di questa. E per i palestinesi è insostenibile accettare l’idea che il peggio potrebbe ancora essere alla porta. Informazioni equivoche, contrastanti, dubbie, censura, sono l’ulteriore modo per tenere in scacco la popolazione. Ogni volta che provo a leggere qualche articolo di al-Jazeera, la pagina scompare dal mio telefono dopo pochi secondi, l’assedio é su tutti i livelli.
Nuvole scure si addensano all’orizzonte per il popolo palestinese. L’entità sionista ha dimostrato di non avere scrupolo alcuno e dall’altra parte che il loro vero obiettivo è quello di eliminare tutti i non ebrei e impadronirsi della terra che Dio gli avrebbe lasciato e che va dal Nilo all’Eufrate; questo non è un segreto per nessuno. L’allestimento di una enorme tendopoli nel mezzo del nulla ed in cui deportare tutta la popolazione é una ipotesi che si fa sempre più strada. Si tratterebbe de facto dell’allestimento di un immenso campo di concentramento dove dare il via alla mattanza generale. Nonostante l’atrocità di quello che abbiamo visto in questi sei mesi, esiste la seria possibilità che il peggio debba ancora arrivare, con l’estate alle porte una tendopoli nel mezzo di un nulla sotto assedio sarebbe una tragedia umanitaria nella tragedia, per ciò tutti coloro che possono e che vogliono, non smettano di lottare perché il peggio potrebbe ancora arrivare.
Crediti immagine copertina: Haitham Imad/EFE via EPA