La Corte internazionale di giustizia (CIG) si appresta a emettere venerdì una sentenza cruciale in merito alla richiesta urgente del Sudafrica di cessare le operazioni militari di Israele a Rafah, Gaza. Questa decisione potrebbe segnare una svolta significativa nel massacro in corso e nei più ampi sforzi internazionali per affrontare le crisi umanitarie.
Il ricorso del Sudafrica, presentato la scorsa settimana, chiede l’immediata cessazione dell’offensiva israeliana a Rafah, sostenendo che è essenziale per la sopravvivenza del popolo palestinese. Questa richiesta fa parte di un’ampia sfida legale che accusa Israele di genocidio, una grave accusa che ha intensificato l’esame globale.
Sebbene le sentenze della Corte internazionale di giustizia siano prive di meccanismi di esecuzione, hanno un peso considerevole nell’arena internazionale. Una decisione contro Israele potrebbe isolare ulteriormente il regime sionista dal punto di vista politico, soprattutto alla luce delle recenti battute d’arresto diplomatiche. Diversi Paesi europei hanno recentemente riconosciuto uno Stato palestinese e la Corte penale internazionale (Cpi) sta lavorando sull’emissione di mandati di arresto per il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, il ministro della Difesa Yoav Gallant e figure di spicco di Hamas.
Mentre la Corte penale internazionale persegue individui per crimini di guerra, crimini contro l’umanità e genocidio, la Corte internazionale di giustizia affronta le controversie tra Stati e offre pareri consultivi su questioni legali internazionali.
La causa intentata dal Sudafrica si basa sull’affermazione che le azioni di Israele violano la Convenzione sul genocidio del 1948. La Corte internazionale di giustizia ha precedentemente respinto le richieste di Israele di archiviare il caso, e ha dato istruzioni a Israele di prevenire atti di genocidio contro i palestinesi senza però ordinare la completa ed immediata cessazione del suo assalto.
Nella sua ultima richiesta, il Sudafrica ha chiesto ulteriori misure di protezione per Rafah, dove oltre un milione di palestinesi sta cercando rifugio. L’appello chiede anche che Israele consenta l’accesso illimitato a Gaza a funzionari delle Nazioni Unite, operatori umanitari, giornalisti e investigatori.
Crediti immagine copertina: Corte Internazionale di Giustizia