In un importante sviluppo, il governo della Slovenia ha approvato il riconoscimento della Palestina come stato indipendente e sovrano, unendosi a una crescente lista di paesi europei che sostengono la statualità palestinese. Questa decisione, annunciata dal Primo Ministro sloveno Robert Golob, fa parte di un più ampio sforzo internazionale per affrontare il conflitto israelo-palestinese e risolvere la crisi in atto a Gaza.
“Oggi il governo ha deciso di riconoscere la Palestina come stato indipendente e sovrano,” ha dichiarato Golob in una conferenza stampa a Lubiana. La mozione, che richiede l’approvazione parlamentare, sarà votata martedì prossimo. Se approvata, la Slovenia si unirà a nazioni come Spagna, Norvegia e Irlanda nel riconoscere ufficialmente la statualità palestinese, influenzando potenzialmente altri paesi dell’UE a fare lo stesso.
Il Presidente francese Emmanuel Macron, in una conferenza stampa congiunta con il Cancelliere tedesco Olaf Scholz, ha espresso la disponibilità della Francia a riconoscere la Palestina, ma ha sottolineato la necessità di un “momento utile” per tale riconoscimento. “Non ci sono tabù per la Francia, e sono totalmente pronto a riconoscere uno stato palestinese… Penso che questo riconoscimento debba avvenire in un momento utile,” ha detto Macron. Ha sottolineato l’importanza di un processo politico che porti a risultati significativi, piuttosto che a un gesto emotivo o simbolico.
Macron ha anche affrontato la crisi umanitaria a Gaza, descrivendo la situazione a Rafah come “orribile” e chiedendo l’immediata cessazione delle ostilità. Pur sostenendo il diritto di Israele a difendersi, ha sottolineato che tali azioni devono rispettare il diritto internazionale e umanitario. Macron ha ribadito l’impegno della Francia a lavorare per una soluzione di pace e ha appoggiato una proposta algerina per una riunione urgente del Consiglio di Sicurezza dell’ONU per affrontare la crisi e cercare un cessate il fuoco.
Nel frattempo, il Presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha presentato un nuovo piano di cessate il fuoco volto a porre fine al conflitto in corso a Gaza. Biden ha annunciato che Israele ha proposto un cessate il fuoco in cambio del rilascio degli ostaggi, esortando Hamas ad accettare l’offerta come il modo migliore per porre fine alla guerra che dura da otto mesi. “È ora che questa guerra finisca e che inizi il giorno dopo,” ha detto Biden, sottolineando l’immensa pressione per risolvere il conflitto in un anno elettorale.
La proposta di Biden si articola in tre fasi: un cessate il fuoco di sei settimane durante il quale le forze israeliane si ritirerebbero da Gaza e gli ostaggi sarebbero scambiati con prigionieri palestinesi; negoziati per una fine permanente delle ostilità; e un grande piano di ricostruzione per Gaza. Il piano, mediato da Egitto e Qatar, mira a fornire aiuti umanitari e a facilitare il ritorno dei civili palestinesi a Gaza.
Rivolgendosi sia al pubblico israeliano che a quello palestinese, Biden ha chiesto la fine della guerra indefinita e ha sottolineato l’importanza di cogliere questo momento per la pace. “Non possiamo perdere questo momento,” ha detto, esortando la leadership israeliana a sostenere l’accordo di cessate il fuoco nonostante le pressioni interne.
Le risposte della comunità internazionale al conflitto israelo-palestinese illustrano un panorama diplomatico complesso e multifacetico. Mentre il riconoscimento della Palestina da parte della Slovenia segnala un crescente sostegno europeo per la statualità palestinese, leader come Macron sostengono azioni strategicamente temporizzate per garantire una pace duratura. Nel contempo, la proposta di cessate il fuoco di Biden rappresenta un significativo sforzo degli Stati Uniti per mediare e risolvere il conflitto, sottolineando l’urgente necessità di un soccorso umanitario e di una soluzione politica sostenibile.
Mentre la Slovenia attende il voto parlamentare e altre nazioni considerano le loro posizioni, il mondo osserva con attenzione ed il fiato sospeso, sperando in una risoluzione che porti pace e stabilità nella regione.