Almeno 14 israeliani sarebbero stati uccisi intenzionalmente dall’esercito israeliano il 7 ottobre come parte di un protocollo volto a prevenire catture, secondo un nuovo rapporto delle Nazioni Unite.
Il rapporto della Commissione d’inchiesta indipendente delle Nazioni Unite ha documentato l’uso ripetuto della cosiddetta Direttiva Hannibal il 7 ottobre mentre Israele combatteva i combattenti di Hamas che erano entrati nel sud di Israele da Gaza. Il rapporto conferma l’inchiesta di Max Blumenthal, tradotta e convalidata interamente dalla nostra redazione.
La Direttiva Hannibal, quando attiva, indica che l’esercito israeliano dovrebbe usare tutti i mezzi possibili per prevenire la cattura di soldati israeliani, anche se ciò comporta la loro uccisione.
Anche se la Direttiva segreta è stata ufficialmente e pubblicamente revocata nel 2016, diversi media israeliani hanno riportato che le azioni e la retorica dell’esercito durante l’attacco guidato da Hamas implicano che essa sia stata riattivata in qualche forma.
La Commissione ONU ha detto di aver confermato una dichiarazione di un equipaggio di un carro armato delle forze di sicurezza israeliane, “confermando che l’equipaggio aveva applicato la Direttiva Hannibal sparando a un veicolo che sospettavano stesse trasportando soldati israeliani rapiti”.
La Commissione ha verificato informazioni che indicano che, in almeno altri due casi, le forze di sicurezza avrebbero applicato la Direttiva Hannibal, provocando la morte di almeno 14 civili israeliani.
“Una donna è stata uccisa dal fuoco di un elicottero israeliano mentre veniva rapita da Nir Oz a Gaza da militanti,” ha detto il rapporto, riferendosi a uno dei kibbutzim da cui le persone sono state rapite dai combattenti palestinesi.
“In un altro caso, la Commissione ha scoperto che il fuoco di un carro armato israeliano ha ucciso alcuni o tutti i 13 ostaggi civili tenuti in una casa a Beeri,” ha detto, riferendosi a un altro kibbutz. Anche il New York Times ha riportato l’attacco alla casa nel kibbutz Beeri a dicembre.
Secondo il rapporto, diversi prigionieri israeliani detenuti dai combattenti palestinesi a Beeri sono stati uccisi durante uno scontro a fuoco con l’esercito israeliano, in quella che è stata descritta come “una risposta militare con ritardo e caotica” ed in cui, ad esempio, l‘esercito israeliano lanciò una granata a razzo contro la casa, secondo i testimoni.
Il report riporta anche che un generale israeliano incaricato di riconquistare il kibbutz dai combattenti di Hamas, ha ricordato di aver detto ai suoi uomini: “Irrompete, anche a costo di vittime civili.”