Israele e il palestinese ferito usato come scudo umano: 12 casi documentati che confermano una pratica comune

Il recente episodio di un palestinese ferito legato a un veicolo militare israeliano ha suscitato indignazione internazionale. Questo caso non è un’eccezione: altre 12 testimonianze documentate che riportiamo rivelano come l’uso di civili palestinesi come scudi umani da parte delle forze israeliane sia una pratica sistematica e diffusa.

Durante un raid nella città di Jenin, nella Cisgiordania occupata illegalmente, le forze israeliane hanno legato un uomo palestinese ferito al cofano di un veicolo militare, usandolo come scudo umano. Il video dell’accaduto, pubblicato online sabato e verificato da molteplici fonti autorevoli, mostra Mujahed Azmi, residente palestinese di Jenin, legato a una jeep militare che passa vicino a due ambulanze.

La famiglia di Azmi ha riferito all’agenzia Reuters che le forze israeliane avevano condotto un raid a Jenin, durante il quale Azmi è stato ferito. Quando la famiglia ha richiesto un’ambulanza, i militari hanno preso Azmi, legato al cofano della loro jeep e si sono allontanati.

Abdulraouf Mustafa, un autista di ambulanza palestinese, ha dichiarato che i soldati israeliani hanno rifiutato di consegnare Azmi ai soccorritori. “La jeep è passata e l’uomo ferito era sul cofano,” ha detto Mustafa ad Al Jazeera. “Un braccio era legato al parabrezza e l’altro sul ventre. Sono passati accanto a noi e hanno rifiutato di darci il paziente.”

L’esercito israeliano ha dichiarato che durante uno scontro a fuoco, le forze hanno ferito un sospetto e lo hanno arrestato. I soldati hanno poi violato il protocollo militare, afferma la dichiarazione. “Il sospetto è stato trasportato dalle forze legato sulla parte superiore di un veicolo,” si legge nella dichiarazione.

L’incidente è stato condannato anche da Francesca Albanese, relatrice speciale delle Nazioni Unite per i territori palestinesi occupati, che l’ha definito “un caso evidente di uso di scudi umani”. Albanese ha espresso preoccupazione per il rovesciamento del diritto internazionale e ha criticato la comunità internazionale per non aver agito con decisione.

Questo episodio non è il primo in cui l’esercito israeliano usa i palestinesi come scudi umani. Solo nel maggio dell’anno scorso, gruppi per i diritti palestinesi hanno accusato le truppe israeliane di aver usato cinque bambini come scudi umani durante un raid vicino a Gerico. Sempre nello stesso mese, un’indagine è stata aperta dopo che un video ha mostrato un soldato bruciare quello che sembrava essere un Corano. Nel Novembre del 2023, l’esercito israeliano ha usato ancora palestinesi come scudi umani durante un raid contro il campo rifugiati di Fawwar, in Cisgiordania.

Anche l’ONU ha denunciato la pratica, verificando casi come quello riportato nel report ONU del 2023 sulla promozione e protezione dei diritti dei bambini in cui nel 2022 l’esercito israeliano ha usato 3 bambini ed una bambina come scudi umani. In un altro caso, denunciato da B’Tselem, Israele usò anche il palestinese ‘Abd Al-Rahim Gheit come scudo umano nel 2018. Questa pratica comunemente utilizzata dall’esercito israeliano viene ancora una volta posta sotto i riflettori mentre è alta la sensibilità della comunità internazionale verso il conflitto israelo-palestinese e la violazione dei diritti da parte di Israele. 

Il Centro per i diritti umani Al-Mezan ha denunciato molti altri casi simili a quelli sopra menzionati. Il Centro – che ha operato a Gaza ed è membro dell’ Organizzazione Mondiale Contro la Tortura (OMCT), della Coalizione per la Corte Penale Internazionale, e di Euro-Med Rights – riporta che durante l’Operazione Piombo Fuso (2008 – 2009) contro la Striscia di Gaza, le forze israeliane hanno sistematicamente utilizzato civili palestinesi come scudi umani, violando il diritto internazionale. Di seguito vengono riportati alcuni casi documentati da Al Mezan, basati su indagini sul campo e testimonianze dirette, che illustrano questa pratica crudele e illegale da parte di Israele.

Uno dei casi più sconvolgenti riguarda un ragazzo di 15 anni, legato e abbandonato in una buca per quattro giorni dalle forze israeliane, con gravi conseguenze psicologiche. Un altro caso coinvolge un bambino di 10 anni costretto a svolgere compiti pericolosi per l’esercito sotto minaccia di essere ucciso e colpito brutalmente dai soldati quando il bambino non è riuscito a completarli.

Un anziano è stato costretto a correre davanti ai soldati israeliani per proteggerli da possibili attacchi, mettendo in pericolo la propria vita. Un altro civile è stato obbligato a entrare in una casa dove si nascondevano combattenti palestinesi per recuperare le loro armi, rischiando gravemente la vita e sviluppando successivamente problemi psicologici.

In un altro caso, due fratelli sono stati utilizzati come scudi umani: uno è stato colpito e lasciato morire dissanguato, mentre l’altro, ferito e privo di assistenza medica, ha subito l’amputazione di due dita. E i casi come questi non mancano.