“Gaza è la bussola morale del mondo. O sei con il genocidio, o ti opponi” – il pastore Munther Isaac. Cosa sta dicendo al mondo il pastore palestinese, teologo luterano, Munther Isaac con questa forte affermazione gridata su Al Jazeera? Ci sta esortando a ricordare che Essere Umano è un’azione. Non un sostantivo.
Mentre il Popolo Francese taglia di nuovo la testa al Re, da noi, nelle nostre trasmissioni televisive di mainstream, va in scena il solito siparietto adiaforo, indolente e vigliacchetto. Perché c’è bisogno di sottolineare che “o ti opponi, o sei con il genocidio”?
Perché i cani da guardia dell’agenda sionista non dicono ancora la verità sul 7 ottobre. Nessun giornalista mainstream è riuscito a dire apertamente che il 7 ottobre non è stato che la conseguenza a oltre 70 anni di pulizia etnica e brutalità sadiche – che nemmeno nelle peggiori inquisizioni dei peggiori regimi – sulla popolazione civile con l’obiettivo di sterminare il Popolo Palestinese fino al concetto stesso, l’idea di Palestinità.
Il 7 ottobre, piuttosto, come ormai chiunque sa, ma non è mai troppo continuare a testimoniare la verità, ha avuto un obiettivo specifico: bloccare la mossa finale di Netanyahu che, se fosse stata messa a segno, con l’inclusione dell’Arabia Saudita alla demoniaca manovra ideata da Trump, nota come “Patto di Abramo”, Israele si sarebbe sbarazzata per sempre del “problema Palestinesi”.
Nessun giornalista mainstream ha chiarito che c’era questo in ballo e la tracotanza di Netanyahu e dei suoi, tanto certi della loro intoccabilità da dare l’obiettivo già cosa fatta e non accorgersi invece che i combattenti per la Liberazione avevano preparato già la contromossa.
Nessun giornalista mainstream sta raccontando puntualmente la verità su ciò che lo stato militare criminale terrorista di Israele e di Netanyahu sta attuando sulla Popolazione Palestinese. Altri lo stanno facendo, con mezzi alternativi, ma non chi dovrebbe fare informazione.
Nessun giornalista mainstream ha raccontato davvero cosa è stata l’occupazione israeliana a Gaza e nei territori Palestinesi. Anzi, continuano a mistificare la realtà, a ripetere che con il Piano di Disimpegno, Israele si è ritirato da Gaza nel 2005. Non è vero. Israele ha continuato a esserci, a controllare lo spazio aereo e la costa, impedendo al Popolo Palestinese di avere un normale svolgimento di vita, in ogni modo e a tutti i livelli, e di accedere alle proprie risorse. E poi, nemmeno più di sopravvivere.
Israele non ha mai tolto le zampe da Gaza, e da tutto quello che rappresenta in termini di risorse – dai frutti della terra fino al Gaza Marine – e di posizione geografica strategica. Israele è a ogni effetto ancora potenza occupante che ha trasgredito tutte le norme del diritto internazionale, come dichiarato da tutte le alte corti del diritto internazionale, Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite, Corte Internazionale di Giustizia e da tutti quei paesi e organizzazioni che lottano per la tutela dei diritti Umani.
Nessun giornalista mainstream ha detto chiaramente – come lo ha fatto Ilan Pappè, Alessandro Di Battista, Francesca Albanese e i noti rabbini forti resistenti oppositori da sempre al sionismo – che le logiche di occupazione sono pretestuose e illegittime e che i coloni sono squadristi armati, brutali assassini, torturatori sadici e psicopatici sotto condizionamento, che andrebbero giudicati dalla corte penale internazionale per i gravi crimini perpetrati sulla Popolazione civile Palestinese.
Nessun giornalista mainstream dice a chiare lettere che Hamas è un movimento combattente di Liberazione del Popolo Palestinese, che i Fronti combattenti di Liberazione sono l’unica difesa politica al fianco del Popolo Palestinese.
Come ha coraggiosamente detto l’attivista dei diritti umani, Patrizia Cecconi: Io non difendo Hamas perché sono dalla loro parte, ma perché loro sono dalla parte della Verità.
Nessun giornalista mainstream ha chiarito la falsità delle accuse di violenza sessuale addebitare a Hamas, fake news dimostrate e comprovate. Le violenze ci sono state, ma non sono stati i combattenti di Hamas a commetterle.
Così come non c’è stata vera e chiara informazione su tutti i crimini commessi dall’ IDF, l’esercito israeliano, sulla Popolazione civile Palestinese e perfino sulla loro stessa gente e sugli stessi ostaggi israeliani.
Così come non c’è stata vera chiara informazione sulle torture sadiche che i prigionieri di ogni età hanno subito e continuano a subire nelle carceri israeliane per la sola colpa di essere Palestinesi.
Informazione mainstream, rilassati, non serve più. Ormai il pubblico sa tutto.
Chuck Baldwin, politico americano, ha detto: “Se non sai cosa è Aipac, vivi su Marte. Aipac è l’organo che spende dai 2 ai 3 milioni di dollari ogni anno per organizzare conferenze a nome di Israele per promuovere le cause sioniste; è l’organizzazione che scrive la legislazione al Congresso e spende milioni di dollari l‘anno per portare i membri del Congresso in Israele allo scopo di influenzarli; l’Anti-Defamation League spende milioni di dollari per spiare gli americani che criticano Israele; ecc ecc ecc.”
L’opinione pubblica sa tutto. Conosce bene tutto. E non fa niente se le voci del dissenso non sono state mai più invitati nelle vostre trasmissioni, come Elena Basile, Moni Ovadia, Ilam Pappè, Fulvio Grimaldi, le preziose testimonianze dell’avvocato Francesca Albanese e tutti gli altri, Rabbi Yakoov Shapiro, Yisroel Dovid Wess portavoce del gruppo religioso mondiale Neturei Karta, e molti altri ancora.
Non importa, riescono comunque a parlare e a farsi ascoltare, nonostante anche tutte le ristrettezze che le piattaforme social si stanno affrettando a fabbricare.
E il multiforme cane da guardia dell’agenda sionista, che continua a caracollare impudente, sfacciato, con la tracotanza prepotente tipica dei pavidi, coi modi dei coatti picchiatori di strada e incitatori all’odio, quale è sempre stato e ancora è, serpeggia nelle trasmissioni televisive mainstream, use allo scambismo, sussurrando letture e narrative spudoratamente insostenibili e pretendendo da politici e giornalisti riconferma e ammissione pubblica, vere e proprie coercizioni, della loro fedeltà all’agenda sionista: “Allora, tu confermi la nostra narrativa su Hamas? E su 2 popoli 2 stati?”. “Confermo”. “Bene, sei con noi”.
Tenta il tutto per tutto, il multiforme cane da guardia, ma non c’è rimasto un solo idiota al mondo che non sappia tutta la verità. Sa, come sanno anche loro stessi, che lo stato terrorista militare sanguinario torturatore sadico di Israele ha perso tutte le guerre e gli obiettivi che aveva in agenda.
Ha perso la faccia, ha perso il proprio popolo e perfino il proprio esercito, cerca disperatamente di ingaggiare mercenari e, soprattutto, ha perso il bene più prezioso su cui ha fatto affidamento finora l’impianto sionista: la possibilità di continuare a giocarsi l’ignobile carta del vittimismo. E perfino su alcuni dei coloni comincia a sgretolarsi la programmazione sintetica del brainwashing sionista che li ha incapsulati per circa un secolo.
Sia i militari regolari che i mercenari dell’IDF stanno parlando. Confermano, uno via l’altro, che non hanno strategia, né tattica militare, le direttive sono solo uccidere Palestinesi il più possibile, in ogni modo, con ogni mezzo. Dicono che uccidono “per divertimento” e torturano “per noia”, lo stanno dicendo i membri dall’esercito israeliano, allevati fin da bambini nelle scuole alla disumanizzazione, al credo dello sterminio, della pulizia etnica, della tortura sadica. Allevati sotto il condizionamento di essere gli unici umani, e il resto dell’Umanità non lo è, e proprio questo credo diabolico, in realtà, ha di fatto disumanizzato loro stessi, riducendoli a simple Smith di Matrix, agenti deputati alla disinfestazione del Pianeta.
Il sionismo ha fatto sì che la gente che lo ha accettato perdesse le caratteristiche umane, gli attributi con cui Dio ha rivestito e onorato l’Umanità. A forza di credere che tutti gli altri esseri umani presenti sul pianeta, e soprattutto i Palestinesi, non sono umani, ma infestazioni di cui liberarsi, hanno finito per perdere loro stessi le caratteristiche di Essere Umano.
Perché di genocidi, di massacri, di pulizie etniche, di stermini ne abbiamo visti nella storia, ma questa volta il sadismo e la malvagia crudeltà ha toccato abiezioni mai raggiunti prima.
E di fronte a tutto questo che non si può più nascondere, il multiforme cane da guardia dell’agenda sionista tenta il tutto per tutto. Corre di qua e di là cercando di spacciare la propria disperazione per consenso di fronte al pubblico.
Ma al pubblico, ormai, non gliene frega più niente delle strategie del servo, non c’è più bisogno che il servo si spertichi spasmodicamente, pubblicamente; ha perso insieme alla sua miserabile credibilità, anche l’ultima mossa di aplomb che ancora teneva a stento stretta coi denti. Il pubblico ha visto troppo, ha visto tutto. Nessun Essere Umano sul Pianeta potrà mai più togliersi dagli occhi, dalla mente e dal cuore quello che ha visto, la malvagità sadica e sanguinaria che ballava divertita e gaudente, inumana, nel trucidare e infliggere sofferenze mai viste prima su una popolazione civile di ogni età, bambini, donne, uomini.
L’opinione pubblica sa tutto e non dimenticherà, grazie proprio alle piattaforme social con cui l’agenda sionista confidava di poter manovrare il consenso.
Il controllo gli è sfuggito di mano. Israele ha perso il controllo che pensava di avere.
E i cosiddetti sacerdoti della “cultura” del nostro paese? Dove sono? Dove sono andati ad infilarsi?
Senza citare di nuovo sempre gli stessi, quei pochi che a schiena dritta e testa alta hanno testimoniato la verità con onesta intellettuale, ma gli altri dove sono?
Li abbiamo visti in giro, quelle vecchie matrone, biascicanti e malferme, i baroni Vladimir Harkonnen flottanti sulla realtà, calcano palchi istituzionali, preferenziali e gratuiti, attorniati da una corte di corrotti e perversi, nel cuore, nel pensiero e nel costume, per inscenare il rito trito e malcelato della sudditanza.
Ma sudditanza a chi? Statevene a casa, ovunque sia la vostra casa, con le vostre malattie, con il vostro filo di voce gracchiante che annaspa cercando di afferrare una fune ferma. Non potete più toccare nessuno, non c’è più un pubblico che voi possiate raggiungere. Il pubblico è oltre, molto oltre voi, il pubblico non vi vede, strisciate troppo bassi, siete usciti dal loro campo ottico. Abbiamo tutti visto troppo, per poter essere toccati dall’ultimo vostro rantolo di asservimento che stride sul vuoto liscio e “cede a ogni aggrappo”.
E noi, invece, noi non dobbiamo smettere di pregare e di chiedere con tutto il cuore, con tutte le forze, con tutta la volontà e con tutto il libero arbitrio che il Mahdi (a.s.) si manifesti.
Marcus Yam/Los Angeles Times via Getty Images