Studio Lancet: 38.000 morti palestinesi stima conservativa, più accurato che i morti siano186.000

Il recente studio pubblicato su The Lancet rivela una verità straziante e scioccante: il conflitto in corso a Gaza potrebbe portare a oltre 186.000 morti, un numero che rappresenta quasi l’8% della popolazione pre-guerra di 2,3 milioni di persone. Questa cifra, che include sia le morti dirette sia quelle indirette causate dalla distruzione delle infrastrutture essenziali, sottolinea l’urgente necessità di un cessate il fuoco immediato e di interventi umanitari.

Dal 7 ottobre 2023, oltre 38.000 palestinesi hanno perso la vita. Tuttavia, questo numero ufficiale non tiene conto delle migliaia di corpi ancora sepolti sotto le macerie e delle morti indirette dovute al collasso del sistema sanitario, alla mancanza di cibo e acqua e alla distruzione di infrastrutture cruciali. La situazione è resa ancora più drammatica dalla riduzione dei finanziamenti all’UNRWA, l’agenzia delle Nazioni Unite che fornisce assistenza vitale ai rifugiati palestinesi.

I conflitti armati hanno sempre avuto conseguenze devastanti sulla salute pubblica, ma quello che sta accadendo a Gaza è un disastro umanitario senza precedenti. Anche se la guerra dovesse finire oggi, le morti continueranno a crescere nei prossimi mesi e anni a causa di malattie, malnutrizione e mancanza di cure mediche adeguate. Questo studio si focalizza sul fatto che le vittime dei conflitti non sono solo quelle uccise direttamente dalle bombe, ma anche quelle che muoiono lentamente per le conseguenze indirette della guerra.

Così le cifre riportate dal Ministero della Salute di Gaza, contestate dalle autorità israeliane, sono state non solo validate da organismi indipendenti come le Nazioni Unite e l’Organizzazione Mondiale della Sanità ma ritenute stime conservatrici e riduttive dallo studio. Questi dati sono cruciali non solo per comprendere l’entità della tragedia, ma anche per pianificare la ripresa e garantire che l’assistenza umanitaria arrivi a chi ne ha più bisogno.

Oggi un cessate il fuoco immediato non è solo una necessità umanitaria, ma appare come un imperativo morale. Oltre a fermare la violenza, uno dei bisogni primari è garantire la distribuzione di forniture mediche, cibo e acqua pulita per evitare una catastrofe ancora più grande.

Inoltre, è fondamentale documentare la scala della sofferenza e delle perdite umane. La funziona di questa documentazione non è solo storica, ma anche un requisito legale sancito dalla Corte Internazionale di Giustizia, che ha chiesto a Israele di prevenire la distruzione delle prove relative alle accuse di genocidio. Questo mentre la Corte penale internazionale sta lavorando per chiedere un mandato di arresto per Netanyahu e Gallant oltre che alcuni leader di Hamas.

Crediti immagini: Getty.