Sono passati 197 giorni da quando le vite di Hind al-Jab e dei membri della sua famiglia sono state brutalmente spezzate in un attacco da parte delle forze di occupazione del regime israeliano. Il loro assassinio ha scatenato una serie di interrogativi che rimangono ad oggi senza risposta.
Nel corso di questi mesi, numerose voci si sono levate chiedendo chiarezza su quanto accaduto quella terribile notte. Tra queste, spicca quella degli Stati Uniti, che ha formalmente richiesto al governo israeliano un’indagine approfondita e trasparente. Tuttavia, ogni richiesta di aggiornamento si è scontrata con la stessa fredda risposta: “l’indagine è ancora in corso”. Uno slogan che si ripete fino ad oggi come un disco rotto.
La morte di Hind e della sua famiglia
Hind Rajab, una bambina di sei anni, è morta in Gaza mentre cercava di fuggire dalla città durante un attacco. Mentre si trovava in auto con la sua famiglia, il veicolo è stato colpito da un attacco delle forze israeliane. Hind è rimasta intrappolata tra i corpi senza vita dei suoi parenti, ed è riuscita a contattare gli operatori di emergenza, implorando aiuto.
La registrazione della sua chiamata mostra i suoi disperati tentativi di ottenere soccorso, fino a quando la linea si è interrotta a causa di ulteriori spari. Nonostante i paramedici della Società della Mezzaluna Rossa Palestinese abbiano cercato di raggiungerla, l’ambulanza inviata per salvarla è stata bombardata, uccidendo l’equipaggio. Alla fine, Hind è stata trovata morta all’interno dell’auto insieme agli altri membri della sua famiglia.
Il caso di Hind Rajab ha sollevato gravi accuse contro l’esercito israeliano, con la Mezzaluna Rossa Palestinese che ha dichiarato che l’ambulanza è stata deliberatamente presa di mira nonostante avesse ottenuto il permesso di soccorso.
Israele e USA: lobby ed impunità
La questione fondamentale riguarda l’imparzialità dell’indagine. E’ evidente che è impossibile parlare di un’inchiesta indipendente quando coloro che sono accusati di aver commesso il crimine sono gli stessi che la conducono. È una domanda che resta senza risposta, mentre le famiglie delle vittime continuano a soffrire, aspettando giustizia in un silenzio assordante.
Questo caso non è isolato e la piccola Hind ed i suoi familiari sono solo alcune delle innumerevoli vite innocenti spezzate dalla macchina di morte sionista. Ciò è emblematico di un modello più ampio di ritardi e mancanza di responsabilità che caratterizza molte indagini simili nel contesto di Gaza e più in generale della Palestina.
Le risposte USA alle domande insistenti dei giornalisti diventate virale negli ultimi mesi e che vedono spesso il silenzio o risposte superficiale da parte dei portavoce americani evidenziano un pregiudizio – già denunciato nell’arena internazionale – riguardo il trattamento Statunitense preferenziale nei confronti del regime israeliano che trova la sua causa nella potente lobby sionista che influenza le politiche americane e che ha contribuito all’impunità di Israele.