Le recenti dichiarazioni di Gilad Erdan, ambasciatore uscente di Israele presso le Nazioni Unite, sono l’ennesimo attacco frontale contro una delle istituzioni internazionali più importanti al mondo. Quando Erdan afferma che l’edificio delle Nazioni Unite a Gerusalemme dovrebbe essere “cancellato dalla faccia della terra”, non si limita a criticare un’istituzione, ma cerca di minare l’essenza stessa della giustizia internazionale, che negli anni non ha mancato di denunciare i crimini commessi da Israele contro il popolo palestinese.
Il linguaggio usato da Erdan, che descrive l’ONU come “storto e distorto dall’interno”, riflette la frustrazione di un regime sionista che da decenni continua a violare il diritto internazionale con impunità, protetto principalmente dall’appoggio incondizionato degli Stati Uniti. Israele si è macchiato di crimini gravissimi contro i palestinesi, crimini che sono stati finalmente riconosciuti e denunciati dalla Corte Internazionale di Giustizia (ICJ) come “illegali” e contravvenenti alle leggi internazionali contro la segregazione razziale e l’apartheid.
La recente opinione consultiva della Corte, che nonostante non sia vincolante ha un peso morale e legale rilevante, ha definito l’occupazione israeliana dei territori palestinesi come una flagrante violazione del diritto internazionale. Israele, attraverso una politica sistematica di oppressione, discriminazione e violenza, sta conducendo un vero e proprio progetto coloniale che mira all’annessione di terre palestinesi, mentre nega i diritti fondamentali di milioni di persone. La Corte ha giustamente riconosciuto come queste azioni non siano solo ingiuste, ma illegali, chiedendo alla comunità internazionale di non riconoscere la legittimità dell’occupazione e di agire per fermare la repressione israeliana.
Erdan, come molti altri esponenti del governo israeliano, cercano dunque con la loro retorica di sminuire il valore di queste dichiarazioni, definendole “distorte e immorali”, ma la verità è che Israele teme sempre di più il giudizio della comunità internazionale. La realtà dei fatti è innegabile: Israele sta attuando una politica di apartheid – e genocida alla luce dei fatti a Gaza – nei confronti dei palestinesi, segregando la popolazione, privandola dei suoi diritti fondamentali e conducendo operazioni militari brutali che hanno causato innumerevoli vittime. Il bombardamento indiscriminato e genocida della Striscia di Gaza, l’espansione illegale degli insediamenti e la violenza terroristica dei coloni sono solo alcuni degli esempi più lampanti di questo regime oppressivo.
L’ONU, al contrario di quanto affermato da Erdan, ha svolto un ruolo cruciale nel denunciare queste atrocità e nel portare alla luce la sofferenza del popolo palestinese. Attraverso le sue agenzie, come l’UNRWA, ha fornito assistenza umanitaria ai milioni di rifugiati palestinesi abbandonati dalla comunità internazionale. Ha documentato con rigore e precisione i crimini di guerra e le violazioni dei diritti umani, cercando di richiamare l’attenzione mondiale sulle ingiustizie perpetrate dallo Stato sionista. È proprio grazie a istituzioni come l’ONU che il mondo non ha chiuso completamente gli occhi di fronte a queste ingiustizie, e la lotta per la giustizia e la libertà dei palestinesi continua a essere sostenuta.
La richiesta di Erdan di espellere le agenzie dell’ONU da Gerusalemme e di chiudere i loro uffici non è altro che un tentativo disperato di silenziare una voce scomoda, una voce che ha il coraggio di chiamare Israele per ciò che è: un regime occupante e coloniale che viola i diritti umani e il diritto internazionale. Ma il tentativo di cancellare l’ONU dal territorio israeliano non farà altro che aumentare il senso di isolamento morale e politico in cui Israele sta sprofondando. La retorica violenta e provocatoria di Erdan non potrà nascondere la verità: Israele è responsabile di crimini gravissimi e deve risponderne davanti alla comunità internazionale.
Israele non potrà continuare a nascondere i suoi crimini sotto il manto della propaganda e della retorica nazionalista. La verità, come è stata dichiarata dalla Corte Internazionale di Giustizia, è chiara: l’occupazione dei territori palestinesi è illegale, la segregazione razziale è un crimine contro l’umanità, e l’ONU deve continuare il suo ruolo in questa lotta.