Il Segretario di Stato degli Stati Uniti, Antony Blinken, dichiarò al Congresso che non esistevano prove che Israele stesse bloccando l’assistenza umanitaria verso Gaza, nonostante valutazioni contrarie di agenzie governative statunitensi. Secondo l’inchiesta di ProPublica, la U.S. Agency for International Development (USAID) e il Bureau of Population, Refugees, and Migration del Dipartimento di Stato avevano concluso invece che Israele stava impedendo la consegna di cibo e medicinali alla popolazione palestinese informando Blinken.
Queste agenzie avevano fornito prove di camion carichi di aiuti bloccati, bombardamenti di ospedali e uccisioni di operatori umanitari. Tali ostacoli, secondo le valutazioni, avrebbero dovuto attivare una clausola del Foreign Assistance Act, che richiede la sospensione degli aiuti militari a Paesi che impediscono la distribuzione di assistenza finanziata dagli Stati Uniti.
Tuttavia, Blinken, in una dichiarazione del maggio scorso, aveva affermato: “Non riteniamo attualmente che il governo israeliano stia vietando o limitando l’assistenza umanitaria statunitense”. Questa posizione ha permesso agli Stati Uniti di continuare a inviare armi e finanziamenti a Israele, che dipende in larga parte dal supporto militare americano per il suo operato.
La decisione di Blinken ha suscitato divisioni all’interno dell’amministrazione Biden, con alcune voci che hanno chiesto un congelamento degli aiuti fino a quando Israele non garantirà il pieno accesso agli aiuti umanitari. Secondo fonti interne, Israele ha giustificato i blocchi con preoccupazioni di sicurezza legate al possibile uso da parte di Hamas degli aiuti, in particolare di beni definiti a “duplice uso”, citando i kit per la desalinizzazione e i fornelli da cucina.
Gli esperti umanitari ritengono che questi blocchi hanno giocato un ruolo chiave nella gravissima crisi in corso a Gaza che secondo le stime di The Lancet conta circa 200.000 vittime. La catastrofe umanitaria continua a peggiorare di giorno in giorno, con casi di malnutrizione e gravi malattie, tra cui casi di poliomielite, in crescita tra la popolazione civile.
Nonostante le pressioni esercitate su Israele per incrementare il flusso di aiuti, la situazione resta drammatica. Oxfam e altre organizzazioni umanitarie hanno criticato aspramente il blocco, definendo l’attuale situazione totalmente inadeguata ad assistere la popolazione.
Crediti immagine copertina: The Washington Post