Il Libano è ormai divenuto il teatro di uno peggiori conflitti dai tempi della guerra civile. Quanto vediamo ogni giorno a Gaza dall’ottobre del 2023 ha iniziato ad accadere nel Paese dei Cedri. Così tanti morti in un solo giorno non si vedevano dall’ultima guerra tra Hezbollah e Israele nel 2006. Nella giornata di ieri Israele ha bombardato almeno 1300 obiettivi sparsi nella valle della Beeka, nell’est libanese.
Secondo il ministero della Sanità libanese, i raid hanno ucciso più di 500 persone, inclusi molti bambini e donne e provocando oltre 1000 feriti. Mentre la popolazione libanese muore martoriata dai bombardamenti israeliani, al suo confine meridionale lo Stato ebraico continua ad ammassare soldati e mezzi corazzati. Secondo quanto riportano media israeliani, dopo che le forze aeree avranno finito di martellare lungamente il Libano del sud e la valle della Bekaa, quelle terrestri invaderanno il territorio libanese sfondando la prima linea di difesa di Hezbollah e dell’esercito libanese (se deciderà di entrare in azione). Nella seconda fase, gli attaccanti si muoveranno in profondità nel Libano.
L’obiettivo è l’allontanamento di Hezbollah dal confine di 10-20 km. Il ministro per gli affari della diaspora Amichai Chikli su X ha postato una mappa di una «zona cuscinetto» libera da civili definendola la «cosa più giusta da fare». Ma non è detto che le cose vadano nella direzione che vorrebbero Benjamin Netanyahu e il suo esecutivo. Alcuni analisti, quelli che sottolineano quanto siano mirati gli attacchi, hanno insistito su come finora Hezbollah sia stato sì colpito nell’immagine, ma non accecato. Il noto giornalista israeliano Akiva Novick ha scritto su X: «Sembra molto ottimistico affermare che abbiamo distrutto gran parte del potere militare di Hezbollah! In passato, molte volte abbiamo avuto “dichiarazioni di grandi successi militari” nelle conferenze stampa, ma presto è diventato chiaro che non si trattava altro che di un’illusione».
Gli attacchi avvenuti negli ultimi giorni infatti, hanno indebolito solo le forze speciali, lasciando intatta la capacità di fuoco del Partito di Dio, che comunica via cavo. Hezbollah pur avendo subito colpi durissimi (ieri un nuovo «attacco mirato» ha ucciso o ferito gravemente un altro suo comandante militare) ha dimostrato di poter colpire in profondità nonostante le difese antiaeree di Israele. Il movimento sciita ha lanciato ieri oltre 200 razzi, alcuni dei quali per la prima volta a lungo raggio, tenendo sotto pressione l’intera area di Haifa, la Galilea, Safad, il Lago di Tiberiade, il Golan occupato e molte altre località. Hezbollah afferma inoltre di aver colpito con un razzo un carro armato israeliano che ha preso fuoco, uccidendo due soldati. Uno o più razzi sono caduti a breve distanza da Jedaide Makr.
Il nord di Israele in queste ore è paralizzato e centinaia di migliaia di israeliani vivono con i rifugi aperti. Gli ospedali hanno dovuto spostare i pazienti più gravi in parcheggi sotterranei trasformati in reparti ospedalieri. Le scuole nel nord sono chiuse, sono vietati gli assembramenti e le attività outdoor per almeno una settimana. Più andrà avanti l’attacco israeliano al Libano e più Hezbollah cercherà di colpire obiettivi in ogni punto di Israele.
Crediti immagine copertina: Rabih DAHER / AFP)