Intorno alle 14.30 (Beirut, ora locale), arriva la conferma da Hezbollah dell’assassinio del loro segretario generale Hassan Nasrallah.
La conferma arriva dopo più di 18 ore dal pesante bombardamento israeliano avvenuto a Haret Hreik nella periferia a sud di Beirut nelle vicinanze dell’ospedale Rasoul al-Aazam, che si trova lungo la strada principale che porta all’aeroporto internazionale della capitale libanese. Il quartiere residenziale — considerato da Israele la roccaforte di Hezbollah — è stato colpito da più di 80 bombe. La radio dell’esercito israeliano ha affermato che i caccia F-35 israeliani hanno sganciato bombe bunker-buster da circa una tonnellata all’una sugli edifici residenziali.
La serie di attacchi aerei ha scosso la capitale e l’area circostante, causando decine di migliaia di sfollati. È stato il quinto attacco in sette giorni a colpire questo quartiere eterogeneo e densamente popolato, e l’ottavo attacco dall’inizio dei combattimenti. I media libanesi hanno riferito che oltre 10 missili israeliani sono stati sganciati in meno di tre minuti nell’area di Haret Hreik nel distretto di Dahiya.
Il bilancio delle vittime di questo attacco non è ancora chiaro. Fino ad ora, il totale delle vittime dall’inizio dell’offensiva israeliana in Libano è di 1.250, più di 5.000 feriti e più di 210.000 sfollati.
I sobborghi meridionali di Beirut ospitano molti membri di Hezbollah, ciò significa che gran parte dell’amministrazione del partito è gestita da lì, ospitando importanti incontri politici. L’attacco era mirato a colpire il leader di Hezbollah, Nasrallah. Axios ha riferito che quello stesso giorno i leader di alto rango di Hezbollah si stavano incontrando proprio in quel luogo. Infatti, il portavoce dell’esercito israeliano, Daniel Hagari, ha immediatamente rilasciato una dichiarazione video poco dopo l’attacco sostenendo che gli edifici contenevano il “quartier generale centrale” di Hezbollah. La radio dell’esercito israeliano ha citato una fonte militare che affermava che chiunque fosse presente negli edifici colpiti “non ne uscirà vivo”. Firas al-Abyad, ministro della Salute libanese, ha ricordato che gli edifici presi di mira erano “pieni di residenti civili”. Fonti israeliane riveleranno in seguito che Netanyahu aveva approvato l’attacco da New York prima di prendere parte all’Assemblea generale delle Nazioni Unite.
L’incertezza della sorte di Nasrallah ha seminato l’ansia per tutta la notte fino al pomeriggio seguente dove è poi arrivata la conferma da parte del partito di Hezbollah con la seguente dichiarazione:
“Sua Eminenza, il Maestro della Resistenza, il servo giusto, si è mosso al fianco del suo Signore come un grande martire, un leader, un eroe, un coraggioso, un saggio, un chiaroveggente e un credente, unendosi alla carovana dei martiri di Karbala, la luce eterna nella marcia divina della fede sulle orme dei profeti e degli imam martirizzati.
Consoliamo il Signore dell’Età e del Tempo, il Guardiano dei musulmani, l’Imam Sayyid Ali Khamenei, le grandi autorità, i mujaheddin, i credenti, la nazione della resistenza, il nostro paziente e lottante popolo libanese, l’intera nazione islamica e tutti i liberi e gli oppressi nel mondo, e la sua onorevole e paziente famiglia, e ci congratuliamo con Sua Eminenza il Segretario Generale di Hezbollah, Sayyed Hassan Nasrallah, per aver ricevuto i più alti onori divini, l’Ordine dell’Imam Hussein, la pace sia su di lui, realizzando i suoi più alti desideri e i più alti ranghi di fede e purezza fede, come martire sul cammino di Gerusalemme e della Palestina, e ci condogliamo e ci congratuliamo con i suoi compagni che si sono uniti alla sua processione pura e santa dopo il raid sionista traditore nei sobborghi meridionali.
La leadership di Hezbollah si impegna a continuare la sua jihad di fronte al nemico, a sostegno di Gaza e della Palestina e in difesa del Libano e del suo popolo saldo e onorevole.” continua la dichiarazione, “Il nostro leader è ancora tra noi con il suo pensiero, spirito e approccio sacro.”
Il giorno seguente Hezbollah ha annunciato anche l’uccisione del comandante senior Ali Karaki, noto come Abu al-Fadl , rimasto vittima dello stesso attacco che ha ucciso Nasrallah.
L’uccisione del leader di Hezbollah ha scosso l’intero paese, commozione e cordoglio da Nord a Sud. Considerato un simbolo di resistenza dal popolo libanese – e non solo – si sono uditi spari in aria in vari quartieri di Beirut, in segno di lutto e celebrazione spesso praticato durante funerali e matrimoni. Sono stati dichiarati 3 giorni di lutto in Libano.
Hassan Nasrallah è considerato dal popolo un punto di riferimento, una guida per il popolo libanese. Sin dagli anni ’80, da quando è stato fondato Hezbollah, il partito diventò subito un importante parte della resistenza politica e armata all’occupazione israeliana. Nasrallah infatti diventò quasi subito una figura di rilievo all’interno della leadership politica. Nel 1992, quando Israele assassinò il segretario generale del partito Abbas Musawi insieme alla moglie e al figlio neonato. Fu subito eletto Nasrallah come suo successore. Il leader guidò Hezbollah nelle successive offensive israeliane contro il movimento, a partire dall’offensiva del 1993. Nasrallah guidò Hezbollah durante il ritiro israeliano dal Libano nel 2000 e annunciò la vittoria nella città di confine di Bint Jbeil in un discorso diventato poi iconico. Condusse Hezbollah attraverso la violenta guerra israeliana del 2006 sul Libano, conclusa con il completo ritiro israeliano, facendo diventare Hezbollah il primo movimento di resistenza a sconfiggere con successo un’invasione militare israeliana.
Tuttavia nel 2012, Hassan Nasrallah comunicò il coinvolgimento di Hezbollah nella guerra civile siriana, prendendo una netta posizione in favore del regime siriano di Bashar al-Asad. Hezbollah svolse un ruolo centrale nella sconfitta dei ribelli siriani e in seguito anche del fallimento dell’ISIS nel territorio siriano ai confini del Libano. Hezbollah in seguito a questa guerra perse molti sostenitori all’interno della popolazione libanese e tra gli arabi nella regione che sostenevano ampiamente l’opposizione siriana.
L’uccisione di Nasrallah dopo 32 anni a comando del partito, suscita molte incognite per il destino di Hezbollah. La successione che vede Hashem Safieddine — attualmente capo del consiglio esecutivo — come nuovo segretario generale è data quasi per certa dai media e analisti libanesi. Gli Stati Uniti e l’Arabia Saudita hanno già inserito Safieddine, da anni membro del potente Consiglio della Shura decisionale di Hezbollah, nelle rispettive liste di “terroristi” già nel 2017. Molti vedono Safieddine come successore ideale, non solo per i legami famigliari con il defunto leader ma anche per la sorprendente somiglianza nel carisma con Nasrallah e per i profondi legami religiosi e familiari in Iran. Safieddine infatti ha intrapreso studi religiosi nella città sacra di Qom, in Iran. Suo figlio è sposato con la figlia del generale Qasem Soleimani, il comandante del braccio operativo estero delle Guardie rivoluzionarie iraniane, ucciso in un attacco statunitense in Iraq nel 2020.
La reazione dell’Iran – che principalmente finanzia e arma Hezbollah – all’uccisione di Nasrallah è stata lanciare una sorta di avvertimento a Israele. Il vicepresidente iraniano Mohammad Reza Aref ha infatti dichiarato:
“l’ingiusto spargimento di sangue… in particolare del segretario generale di Hezbollah,
il martire Sayyed Hassan Nasrallah, porterà alla loro distruzione.”
Il portavoce del ministero degli esteri Nasser Kanan ha affermato:
“Il glorioso cammino del leader della resistenza, Hassan Nasrallah, continuerà e il suo sacro obiettivo si realizzerà nella liberazione di Quds (Gerusalemme), se Dio vuole.”
La sanguinosa campagna di Israele in Libano intanto continua, i bombardamenti non si sono fermati un attimo. Le forze militari israeliane hanno preso di mira anche paramedici e centri sanitari, hanno ucciso 14 paramedici in soli due giorni. Il Ministero della Salute ha evidenziato un’altra serie di aggressioni, tra cui l’attacco al Centro civile per la difesa e alla Clinica di Taybeh e Deir Serian nel Libano meridionale e significativi danni all’Ospedale Al-Mortada di Baalbek, costringendolo a chiudere.
Il Ministero della Salute libanese ha intanto invitato la comunità internazionale ad agire, accusando Israele di violare le leggi internazionali, tra cui la Convenzione di Ginevra, che protegge gli operatori sanitari e i centri nelle zone di conflitto.
Tutto il sud del Libano è sotto attacco mentre si inizia a sospettare di una invasione di terra da parte di Israele, i cui attacchi sono intensi nelle località di Saida, Nabatieh, Sour e Bint Jbeil. Il sud di Beirut ha visto bombardamenti durante tutto il corso della giornata di Sabato e attacchi sporadici si sono verificati anche nella giornata odierna.
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