La recente inchiesta pubblicata dal New York Times, firmata da Natan Odenheimer, Bilal Shbair e Patrick Kingsley, porta alla luce una pratica brutale dell’esercito israeliano durante l’assedio a Gaza. Secondo le testimonianze di ex soldati israeliani e civili palestinesi, l’esercito ha regolarmente utilizzato prigionieri palestinesi come scudi umani, obbligandoli a svolgere compiti pericolosi per proteggere le truppe israeliane. L’inchiesta, basata su interviste con 16 soldati e tre ex detenuti, offre uno sguardo dettagliato su questa strategia, evidenziando le gravi implicazioni etiche e legali che ne derivano.
Un’approfondita inchiesta del New York Times ha rivelato come l’esercito israeliano, durante le sue operazioni militari a Gaza, abbia ripetutamente utilizzato prigionieri palestinesi come scudi umani. Questa pratica, confermata da diverse testimonianze di soldati israeliani e civili palestinesi coinvolti, evidenzia il pericoloso impiego di persone inermi costrette a svolgere compiti rischiosi per proteggere i militari israeliani da possibili attacchi.