Il Tribunale di Roma corregge la disinformazione della RAI sullo status di Gerusalemme: Mohammad Hannoun, “un passo fondamentale per la verità e la giustizia”

Il Tribunale di Roma ha emesso una sentenza che segna un importante passo avanti nella tutela del diritto internazionale e nella corretta informazione in merito allo status di Gerusalemme come capitale della Palestina. La decisione fa seguito a un caso sollevato da due associazioni palestinesi in Italia, riguardante dichiarazioni rese durante una puntata del quiz televisivo “L’Eredità” (RAI), e riafferma la necessità di rispettare le risoluzioni dell’ONU sullo status di Gerusalemme.

Il comunicato stampa delle associazioni coinvolte, guidate dall’attivista Mohammad Hannoun (Associazione Benefica Di Solidarietà Con Il Popolo Palestinese – ABSPP), sottolinea la portata storica e giuridica di questa sentenza, che rappresenta una vittoria morale e un richiamo alla responsabilità dei media. Di seguito, il testo completo del comunicato di Hannoun:

IL TRIBUNALE DI ROMA SI PRONUNCIA SULLA QUESTIONE GERUSALEMME-ISRAELE: CORRETTEZZA DELL’INFORMAZIONE E DIRITTO INTERNAZIONALE NEL CASO DELLA PUNTATA RAI DEL 5 GIUGNO 2020.

Roma, 21 novembre 2024

Il Tribunale di Roma, Sezione Diritti della Persona e Immigrazione, ha emesso una sentenza significativa sul caso relativo alla diffusione di informazioni scorrette in due puntate del quiz televisivo “L’Eredità” (RAI) riguardo allo status giuridico di Gerusalemme. La sentenza ha accolto le richieste dell’“Associazione Benefica di Solidarietà con il Popolo Palestinese” (ABSPP odv) e dell’“Associazione dei Palestinesi in Italia” (API), rappresentate dal loro presidente, arch. Mohammad Hannoun, e dagli avvocati Michela Arricale del Foro di Avellino, Dario Rossi del Foro di Genova, e Fausto Gianelli del Foro di Modena, che avevano contestato l’affermazione secondo cui Gerusalemme sarebbe la capitale di Israele, accertando che dichiarare che la questione dello status di Gerusalemme sia controverso, equivale affermare il falso, perché l’Assemblea Generale ed il Consiglio di Sicurezza dell’ONU, ed anche la Corte Internazionale di Giustizia, hanno ripetutamente escluso la sovranità di Israele sulla città di Gerusalemme e condannato ogni tentativo da parte dello Stato di Israele di modificare lo status.

La causa è stata promossa in relazione al quiz del 21 maggio 2020 nel corso del quale il conduttore Insinna correggeva la concorrente che alla domanda “quale è la capitale di Israele” rispondeva “Tel Aviv”, sostituendola con Gerusalemme.
A seguito delle rimostranze della comunità palestinese, nella trasmissione del 5 giugno il conduttore leggeva un comunicato della RAI, che in rettifica delle precedenti dichiarazioni, annullava la domanda su Gerusalemme, affermando che “esistono posizioni diverse” o che si tratta di “una disputa così delicata”.
Ritenendo che la rettifica non fosse adeguata al ripristino di una corretta informazione, le associazioni ABSPP e API, rappresentante da Mohammad Hannoun, proponevano ricorso d’urgenza al Tribunale di Roma, che rigettava la domanda.

La sentenza odierna ha accertato invero che affermare che la questione dello status di Gerusalemme sia controverso, equivale affermare il falso, in quanto l’Assemblea Generale ed il Consiglio di Sicurezza dell’ONU, e la Corte Internazionale di Giustizia, hanno ripetutamente escluso la sovranità di Israele sulla città di Gerusalemme e condannato ogni tentativo da parte dello Stato di Israele di modificare lo status, che è uno status speciale di diritto internazionale ancora oggi riconosciuto.

Nel giudizio è intervenuta come amicus curie, con un parere a sostegno della domanda di rettifica, la dott.ssa Francesca Albanese, relatrice speciale dell’ONU sul rispetto dei diritti umani in Palestina.

La sentenza riconosce anche che la diffusione di informazioni non corrette sullo status di Gerusalemme lede interessi morali e identitari rilevanti per le associazioni ricorrenti e per la collettività palestinese.

La sentenza rappresenta un’importante riaffermazione dell’obbligo per i media di rispettare la verità e la correttezza dell’informazione, specie su temi di grande rilevanza internazionale e identitaria.

Le associazioni ricorrenti hanno accolto con soddisfazione la decisione, che definiscono un passo fondamentale per la tutela della verità storica e giuridica e per il rispetto del popolo palestinese.

Crediti immagine copertina: ANSA