“Al mondo non importa delle vostre vite, sottomettetevi”: Israele lancia ancora volantini genocidari su Gaza

Israele ha lanciato volantini su Gaza, minacciando la popolazione palestinese e terrorizzandola affermando che la loro stessa esistenza è irrilevante per il mondo e suggerendo che la loro unica speranza di sopravvivenza sia la sottomissione all’occupante.

Il messaggio contenuto nei volantini, accompagnato da un’immagine del Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu e dell’ex presidente americano Donald Trump, non lascia spazio a interpretazioni:

“Dopo gli eventi che hanno avuto luogo, la temporanea tregua, e prima dell’attuazione del piano obbligatorio di Trump—che imporrà il vostro trasferimento forzato, che lo accettiate o meno—abbiamo deciso di fare un ultimo appello a coloro che desiderano ricevere aiuti in cambio della collaborazione con noi. Non esiteremo un solo istante a fornire assistenza.”

Ma è nella frase successiva che il vero intento genocidario traspare in tutta la sua brutalità:

“La mappa del mondo non cambierà se tutti i palestinesi di Gaza cesseranno di esistere. Nessuno si preoccuperà di voi e nessuno vi cercherà. Siete stati lasciati soli a fronteggiare il vostro destino inevitabile.”

La narrazione imposta dall’occupante israeliano non solo rafforza la retorica della solitudine e dell’abbandono dei palestinesi, ma li presenta come un popolo condannato all’estinzione, un’entità il cui sterminio non altererebbe l’ordine mondiale. Questo tipo di linguaggio ricorda i momenti più bui della storia, quando regimi coloniali e totalitari giustificavano pulizie etniche con la retorica della “necessità storica”.

L’attacco psicologico continua con l’affermazione che nessuna potenza internazionale, nemmeno gli alleati storici della causa palestinese, si curerà della loro sorte:

“Né l’America né l’Europa si interessano minimamente a Gaza. Persino i vostri paesi arabi, che ora sono nostri alleati, ci forniscono denaro e armi, mentre a voi inviano solo sudari.”

Le implicazioni di queste parole sono profonde: Israele dichiara apertamente di godere del sostegno di quei governi arabi che hanno normalizzato le relazioni con Tel Aviv, tradendo di fatto la causa palestinese. Un ulteriore monito a chi, ancora oggi, crede nelle promesse di solidarietà provenienti da regimi corrotti e asserviti agli interessi occidentali.

La guerra psicologica e l’isolamento internazionale

Questi volantini non sono semplici pezzi di carta: sono un’arma di guerra psicologica, uno strumento di oppressione che mira a fiaccare il morale di una popolazione già martoriata da bombardamenti indiscriminati, blocchi umanitari e distruzione sistematica delle infrastrutture. Israele, attraverso la propaganda del terrore, cerca di instillare il senso di disperazione assoluta tra i palestinesi, spingendoli alla resa o alla fuga forzata, in quello che appare sempre più come un tentativo di pulizia etnica mascherata da “soluzione di sicurezza”.

La frase finale del volantino è un’ulteriore condanna senza appello:

“Il tempo sta per scadere—il gioco è quasi finito.”

Per Israele, la sopravvivenza di Gaza è solo una pedina in una scacchiera geopolitica più ampia. Per il popolo palestinese, invece, è una questione di vita o di morte.

La comunità internazionale continuerà a voltarsi dall’altra parte mentre Israele minaccia apertamente l’esistenza di un intero popolo? Oppure, dopo decenni di occupazione e oppressione, la resistenza palestinese dimostrerà ancora una volta che la volontà di un popolo non può essere cancellata con la propaganda del terrore?

Il testo integrale del volantino

Il volantino inizia con un’ipocrisia tanto crudele quanto calcolata: l’uso di un versetto coranico che parla proprio dei credenti oppressi, di coloro che soffrono sotto il giogo dell’ingiustizia e dell’oppressione. È ironico, e al tempo stesso agghiacciante, che l’occupante cerchi di instillare la disperazione nel cuore dei palestinesi citando parole che, al contrario, hanno dato loro forza per oltre un anno di massacro incessante. Questi stessi versetti sono stati sussurrati nei rifugi bombardati, tra le macerie delle case distrutte, nelle preghiere di chi ha perso tutto. Eppure, Israele li usa come un’arma psicologica, sperando che il popolo Gazawi smetta di credere nella propria sopravvivenza, che rinunci alla sua stessa esistenza.

Ma la falsità più evidente è l’apertura: “All’onorevole popolo di Gaza”. Un’espressione beffarda, velenosa, che trasuda derisione. Questo è lo stesso esercito i cui leader hanno dichiarato apertamente che i palestinesi sono “animali”, “figli di Amalek”, richiamando la narrativa biblica per giustificare lo sterminio. Lo stesso governo che ha dipinto i gazawi come una popolazione da sterminare ora finge un rispetto inesistente, solo per gettare l’ultimo insulto prima della condanna definitiva. È come se il carnefice, coltello alla gola della sua vittima, la chiamasse “amico” un attimo prima di sferrare il colpo.

L’intero testo è costruito per distruggere ogni speranza. Israele dice ai palestinesi che nessuno li piangerà, che il mondo non cambierà se Gaza sparirà, che persino i paesi arabi li hanno abbandonati. Non è solo una minaccia di annientamento fisico, ma un tentativo di annientamento morale e psicologico. Vuole convincerli che resistere non ha senso, che sono soli, che nessuno verrà a salvarli. È la logica della pulizia etnica, della guerra totale contro un popolo che si vuole cancellare non solo con le bombe, ma anche con la disperazione.

Eppure, la storia dimostra che questa tattica non ha mai funzionato. Da più di un anno, nonostante tutto, Gaza resiste. Resiste sotto i bombardamenti, sotto l’assedio, sotto la fame e la distruzione. Resiste nonostante il mondo si volti dall’altra parte. Israele crede di poter spezzare la volontà di un popolo con un volantino lanciato dal cielo. Ma ogni parola di questa lettera, invece di seminare paura, diventerà un altro motivo per continuare a lottare. Ecco il testo integrale del volantino:

“Sicuramente vi metteremo alla prova con terrore, fame e diminuzione dei beni, delle persone e dei raccolti. Ebbene, da’ la buona novella a coloro che perseverano. Coloro che quando li coglie una disgrazia dicono: «Siamo di Allah e a Lui ritorniamo». Quelli saranno benedetti dal loro Signore e saranno ben guidati.

All’onorevole popolo di Gaza,

Dopo gli eventi che hanno avuto luogo, il cessate il fuoco temporaneo e prima dell’attuazione del piano obbligatorio di Trump, che vi imporrà lo sfollamento forzato, che lo accettiate o meno, abbiamo deciso di fare un ultimo appello a coloro che desiderano ricevere aiuti in cambio della cooperazione con noi. Non esiteremo un attimo a fornire assistenza.

Riconsiderate la vostra posizione. La mappa del mondo non cambierà se tutta la popolazione di Gaza cesserà di esistere. Nessuno si sentirà dispiaciuto per voi e nessuno chiederà di voi. Siete stati lasciati soli ad affrontare il vostro inevitabile destino. L’Iran non può nemmeno proteggere se stesso, figuriamoci proteggere voi, e avete visto con i vostri occhi cosa è successo. Né l’America né l’Europa si preoccupano di Gaza in alcun modo. Persino i vostri paesi arabi, che ora sono nostri alleati, ci forniscono denaro e armi mentre vi inviano solo sudari.

C’è poco tempo rimasto, il gioco è quasi finito.

Chiunque desideri salvarsi prima che sia troppo tardi, noi siamo qui, rimarremo fino alla fine dei tempi.”

Crediti immagine copertina: DropSiteNews