Al Cairo si è recentemente tenuto un Vertice Arabo Straordinario dedicato alla crisi nella Striscia di Gaza, durante il quale i leader arabi hanno discusso piani per la ricostruzione dell’area e il futuro del popolo palestinese. Il presidente siriano ad interim, Ahmad al-Sharaa, ha espresso posizioni forti riguardo alla situazione attuale e alle proposte internazionali in discussione.
Al-Sharaa ha denunciato tentativi di imporre soluzioni che ridisegnerebbero la mappa della regione a scapito del sangue palestinese, sottolineando che tali iniziative rappresentano una minaccia non solo per il popolo palestinese, ma per l’intera nazione araba. Ha evidenziato che lo sfollamento dei palestinesi fa parte di un piano più ampio volto a sradicarli dalla loro terra, e che quanto sta accadendo a Gaza dovrebbe servire da campanello d’allarme per tutti i paesi arabi.
Il presidente siriano ha esortato gli Stati arabi a unirsi e ad assumersi la responsabilità nei confronti del popolo palestinese, dichiarando la disponibilità della Siria a fornire assistenza a Gaza e a porre fine all’aggressione in corso. Ha riaffermato il diritto del popolo palestinese al ritorno e all’autodeterminazione, sottolineando che le violazioni israeliane in Siria rappresentano una minaccia per la pace in tutta la regione. Per affrontare queste minacce, ha ribadito la necessità di un’unità araba solida.
Al-Sharaa ha concluso affermando che il popolo siriano resterà al fianco dei fratelli palestinesi in ogni passo verso la liberazione e la giustizia.
Il vertice ha visto l’approvazione di un piano proposto dall’Egitto per la ricostruzione di Gaza, che prevede un investimento di 53 miliardi di dollari e consente ai circa due milioni di palestinesi di rimanere nella Striscia, in contrapposizione alla proposta del presidente statunitense Donald Trump di trasformare Gaza in una destinazione turistica di lusso senza la presenza dei palestinesi. Il piano egiziano è stato accolto favorevolmente da diversi leader arabi e dall’Unione Europea, mentre Israele ha espresso opposizione, rifiutando di consentire l’accesso degli aiuti a Gaza fino a quando Hamas non accetterà la proposta statunitense di estendere il cessate il fuoco e rilasciare gli ostaggi.
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