Il Governo dimentica di indicare nel nuovo DPCM le sanzioni per chi viola le restrizioni – E dopo l’errore, ecco la risoluzione: chi viola le misure anti-Covid rischia sanzioni da 400 a 3mila euro.
Nell’ultimo DPCM riscontriamo una lista di normative obbligatorie ma senza sanzioni, che hanno scosso diverse testate giornalistiche, portando quest’ultime a disporre articoli di giornali per quanto riguarda le mancate specifiche rispetto alle conseguenze a chi viola le regole.
Gli stessi articoli hanno scosso pure i furbetti che volevano trasgredire in un modo o nell’altro la legge.
Leggendo ed approfondendo l’ultimo DPCM del 3 Dicembre 2020 si nota come il Governo rispetto agli scorsi DPCM ha dimenticato di indicare le sanzioni per chi viola le restrizioni stabilite in quest’ultimo.
Niente di strano d’ altronde, quasi tutti i DPCM hanno presentato delle precisazioni importanti non inserite in essi e tratte a vantaggio dei furbetti.
Ciò può ricordarci il Dpcm firmato dal Governo il 13 ottobre in cui prevedeva che i locali dovevano chiudere entro le 24. Ma non c’era scritto da nessuna parte quando potevano riaprire. Così un barista di Catanzaro Lido ha provato ad aggirare la legge seguendo la norma. Allo scoccare della mezzanotte ha abbassato le saracinesche e le rialzava 15 minuti dopo.
Il Viminale il giorno dopo, in una circolare chiarisce: chi non rispetta le misure anti-coronavirus dell’ultimo Dpcm e del decreto di Natale rischia una sanzione amministrativa che va da 400 a 3mila euro.
“La suddetta tesi non tiene conto che la norma cardine del sistema regolatorio delle misure di contenimento della diffusione del virus è e continua ad essere l’articolo 1 del decreto legge 25 marzo 2020”, precisa Frattasi, capo di gabinetto del ministero.
In questo decreto, poi convertito in legge, infatti si prevedono sanzioni da 400 a 3mila euro per chi viola i divieti, salvo non si incorra in violazioni punibili in base all’articolo 650 del codice penale (inosservanza dei provvedimenti dell’autorità).
Norma che, proseguono dal Viminale “è richiamata all’articolo 1 del decreto legge 158/2020 ai sensi del quale il Dpcm..ha contemplato una serie di misure di contenimento della pandemia”. Per questa ragione, “non può esservi dubbio che tra tali misure, a cui si correla il quadro sanzionatorio, debba essere ricompresa anche quella che limita gli spostamenti sull’intero territorio nazionale per il periodo natalizio“, conclude Frattasi.
Quindi, chiunque esca dalla propria Regione senza un valido motivo tra il 21 dicembre e il 6 gennaio, o dal proprio Comune nei giorni di Natale, Santo Stefano e Capodanno, rischia una sanzione.