Ci siamo sempre raccontati, noi musulmani, la storia della nostra diversità, pardon estraneità, a questo mondo, siamo al ghuraba (estranei), almeno dovremmo esserli, come disse il Profeta Muhammad (pbsl).
Quello che però osserviamo in una parte considerevole della nostra comunità, in questo momento cruciale per almeno tre o quattro generazioni, è invece un appiattimento acritico sulla cultura dominante.
Toute tendaces confondues una grande maggioranza di musulmani e musulmane non riescono a leggere in quello che sta avvenendo una clamorosa manifestazione del kufr e dello shirk (Miscredenza e idolatria).
Miscredenza poiché è stato del tutto escluso il valore salvifico della fede in Colui Che guarisce, idolatria perché ben lungi da riconoscere nell’Unico la salvezza si adora Pfizer e i suoi concorrenti-compagni di merenda.
E non è neppure lo scientismo il responsabile, la vecchia neoreligione che Darwin in poi compagni ha fatto centinaia di milioni di adepti.
Esso pur negando il presupposto divino ha agitato le menti e le coscienze, ha stimolato la ricerca, il confronto, il dibattito. Aveva una visione, voleva elevare l’uomo al sopra di tutto il creato, investigava sullo scibile. Ci ha dato comunque molto, in termini di conoscenza, guarigione e tecnologia. Ha liberato in parte dalla fatica fisica, ha avvicinato i popoli, fatto circolare le informazioni…fino al parossismo purtroppo.
Lo scientismo infatti non è la scienza, gli “ismi” sono quasi sempre la distorsione manipolatoria di ciò che propugnano. Esso era un’ideologia estremizzata, derivante anche dall’illuminismo, e proponeva la “fede” nella scienza come unica fede reale e comprovabile.
Ora invece il dogma è diventato indiscutibile e non refutabile. L’abbraccio mortale tra politicanti pavidi e colossali trust economici ha prodotto l’asservimento delle intelligenze ai di loro interessi. Chi si oppone, viene ridicolizzato, osteggiato, ridotto al silenzio e all’esclusione.
Ci sta per quelli che hanno sempre preferito una confort zone che li mettesse al riparo delle conseguenze, talvolta amare, della rivendicazione di una fede, di un’etica, di una dignità foss’anche laica e problematica.
Ma noi? Noi che appunto, per fede e tradizione siamo tenuti ad essere vicari del divino su questa Terra? Anche noi dobbiamo essere allineati e coperti come soldatini, muti e rassegnati di fronte al sergente di turno che ci urla improperi e obbligati a rispondere ”Signorsi signore”?
Che la storia puzzi lo sente anche chi è affetto da asnomia, e non da Covid, ma piuttosto da vigliaccheria o ignoranza colpevole. Il web resiste anche se deve immergersi in fondali profondi poiché le acque di superfice sono attentamente monitorate, ed essere rimosso, oscurato o bannato dai social network e dalle maggiori piattaforme di condivisione è un attimo.
Ma la cosa che più inquieta e amareggia è il silenzio dei sapienti, degli shuykh (con rarissime meritorie eccezioni, Dio li protegga e li compensi).
Di fronte a quello che si presenta come un vero e proprio reset del protocollo umano, oltre che un rischio reale per le presenti e future generazioni, tacciono gli imam, tacciono i Consigli di Fatwa e qualche mufti parla ma solo per rispondere sulla liceità dei vaccini, sammai contenessero materie vietate dall’islam …. e i credenti sono sempre più disorientati o proni.